24 luglio 2006 - I tonni sono tra i pesci piu' girovaghi dei mari: cambiano le rotte migratorie ogni 10 anni.
Del Thunnus Thynnus non si conoscono tutti i parametri comportamentali e per svelarne i segreti si e' ora deciso di utilizzare il monitoraggio satellitare: questa specie e infatti a maggior rischio di estinzione, sia per l'evoluzione delle tecniche di pesca, sia per la forte richiesta del mercato.
Osservare gli stock di questi grandi pesci e' l'obiettivo del progetto 'Individuazione di indicatori Ambientali derivabili da Satellite per la gestione sostenibile degli stocks di grandi Pelagici'(Iasp), finanziato dalla Regione Campania su fondi Ue e coordinato dall'Istituto di Scienze dell atmosfera e del clima (Isac) del Cnr, in collaborazione con la Stazione Zoologica 'Anton Dohrn', la Societa' Cooperativa Ketos di Napoli e la De.Mo.Pesca s.a.s. di Cetara (Sa). Una ricerca, i cui risultati complessivi verranno presentati il 24 luglio a Napoli.
''Nei nostri mari viene pescato l'11% delle 600.000 tonnellate annue di catture complessive in Mediterraneo e Atlantico - spiega Rosalia Santoleri, dell'Isac-Cnr e per la gestione sostenibile di questa specie occorrono quindi maggiori conoscenze sulle condizioni ambientali in cui il tonno vive e si riproduce, a tutt'oggi ancora scarse''. Tra i primi risultati, c'e' la scoperta che i tonni cambiano le rotte migratorie con molta piu' frequenza, rispetto ai 20-100 anni di cui si era gia' a conoscenza. Quanto alla mappa di questi spostamenti decennali, Francesco Bignami dell'Isac specifica che sono state rilevate in particolare nello Stretto di Sicilia, nei mari Ionio, Tirreno e Ligure e nelle Baleari. Inoltre, l'analisi combinata dei dati satellitari (temperatura e colore del mare) e quelli di pescato relativi alle campagne 2003-2004, ha fatto emergere alcune caratteristiche principali sulla distribuzione spazio-temporale: i tonni grandi (oltre 150 kg e 2 m di lunghezza) nel mese di giugno prediligono le acque piu' calde dello Stretto di Sicilia e del Mar Tirreno Meridionale.
Il tonno rosso poi evita le acque torbide o piu' ricche di clorofilla, come quelle delle zone costiere. Sono stati quindi messi in relazione i punti di pesca con le principali strutture frontali di temperatura e di clorofilla, dove si riscontrano i gradienti massimi dei due parametri osservati da satellite e si e' visto che i tonni grandi si dispongono sia in prossimita' (0-20 km) dei fronti termici, sia a distanze di 40-60 km, mentre gli individui di taglia piccola sono piu' sistematicamente pescati o avvistati in prossimita' delle zone frontali (0-20 km) piu' ricche di prede. Questo differente comportamento dei tonni grandi, potrebbe essere correlato al loro stato di predazione/nutrizione o di digiuno durante la fase riproduttiva.
Gli individui piccoli invece si terrebbero vicino ai fronti per nutrirsi.
Nel corso del progetto e' stata simulata anche la distribuzione di una specie di zooplancton (il krill mediterraneo), fonte di cibo per molte prede del tonno rosso: i risultati mostrano che i punti di pesca sono effettivamente ubicati in prossimita' delle zone piu' produttive di krill, tra cui lo Stretto di Sicilia ed il Canale di Sardegna. Infine e' stata avviata l'implementazione di un software GIS per la gestione dello stock di tonno rosso. ''Questo progetto - conclude Bignami - ha messo in luce correlazioni significative tra pescato e indicatori ambientali, la cui definizione andrebbe monitorata per una gestione sostenibile della risorsa ittica, obiettivo che richiede ancora un notevole sforzo nell'attivita' di ricerca''.
(ANSA)
Del Thunnus Thynnus non si conoscono tutti i parametri comportamentali e per svelarne i segreti si e' ora deciso di utilizzare il monitoraggio satellitare: questa specie e infatti a maggior rischio di estinzione, sia per l'evoluzione delle tecniche di pesca, sia per la forte richiesta del mercato.
Osservare gli stock di questi grandi pesci e' l'obiettivo del progetto 'Individuazione di indicatori Ambientali derivabili da Satellite per la gestione sostenibile degli stocks di grandi Pelagici'(Iasp), finanziato dalla Regione Campania su fondi Ue e coordinato dall'Istituto di Scienze dell atmosfera e del clima (Isac) del Cnr, in collaborazione con la Stazione Zoologica 'Anton Dohrn', la Societa' Cooperativa Ketos di Napoli e la De.Mo.Pesca s.a.s. di Cetara (Sa). Una ricerca, i cui risultati complessivi verranno presentati il 24 luglio a Napoli.
''Nei nostri mari viene pescato l'11% delle 600.000 tonnellate annue di catture complessive in Mediterraneo e Atlantico - spiega Rosalia Santoleri, dell'Isac-Cnr e per la gestione sostenibile di questa specie occorrono quindi maggiori conoscenze sulle condizioni ambientali in cui il tonno vive e si riproduce, a tutt'oggi ancora scarse''. Tra i primi risultati, c'e' la scoperta che i tonni cambiano le rotte migratorie con molta piu' frequenza, rispetto ai 20-100 anni di cui si era gia' a conoscenza. Quanto alla mappa di questi spostamenti decennali, Francesco Bignami dell'Isac specifica che sono state rilevate in particolare nello Stretto di Sicilia, nei mari Ionio, Tirreno e Ligure e nelle Baleari. Inoltre, l'analisi combinata dei dati satellitari (temperatura e colore del mare) e quelli di pescato relativi alle campagne 2003-2004, ha fatto emergere alcune caratteristiche principali sulla distribuzione spazio-temporale: i tonni grandi (oltre 150 kg e 2 m di lunghezza) nel mese di giugno prediligono le acque piu' calde dello Stretto di Sicilia e del Mar Tirreno Meridionale.
Il tonno rosso poi evita le acque torbide o piu' ricche di clorofilla, come quelle delle zone costiere. Sono stati quindi messi in relazione i punti di pesca con le principali strutture frontali di temperatura e di clorofilla, dove si riscontrano i gradienti massimi dei due parametri osservati da satellite e si e' visto che i tonni grandi si dispongono sia in prossimita' (0-20 km) dei fronti termici, sia a distanze di 40-60 km, mentre gli individui di taglia piccola sono piu' sistematicamente pescati o avvistati in prossimita' delle zone frontali (0-20 km) piu' ricche di prede. Questo differente comportamento dei tonni grandi, potrebbe essere correlato al loro stato di predazione/nutrizione o di digiuno durante la fase riproduttiva.
Gli individui piccoli invece si terrebbero vicino ai fronti per nutrirsi.
Nel corso del progetto e' stata simulata anche la distribuzione di una specie di zooplancton (il krill mediterraneo), fonte di cibo per molte prede del tonno rosso: i risultati mostrano che i punti di pesca sono effettivamente ubicati in prossimita' delle zone piu' produttive di krill, tra cui lo Stretto di Sicilia ed il Canale di Sardegna. Infine e' stata avviata l'implementazione di un software GIS per la gestione dello stock di tonno rosso. ''Questo progetto - conclude Bignami - ha messo in luce correlazioni significative tra pescato e indicatori ambientali, la cui definizione andrebbe monitorata per una gestione sostenibile della risorsa ittica, obiettivo che richiede ancora un notevole sforzo nell'attivita' di ricerca''.
(ANSA)