
di Terence Young, 1967. Con Audrey Hepburn, Richard Crenna.
Thriller di origine teatrale molto evidente, in effetti l'avvio della storia e la messa in moto del meccanismo sono un po' contorti e artificiosi; in questo probabilmente funzionava più a teatro che al cinema.
Una volta avviata la trama, in ogni modo, il film diventa un gioiello di regia, ed un vero saggio-capolavoro su come mettere in scena (in ambito thriller) il rapporto tra vedere/non vedere, tra quel che non-vede la protagonista e ciò che vedono gli altri, ma anche sulla sua (della protagonista) capacità di annullare l'handicap iniziale tramite un raffinatissimo esercizio dell'udito e dell'intuizione (il personaggio di Audrey Hepburn, come apprendiamo subito, è una donna cieca).
Senza rivelare niente, basti dire che alcuni dei momenti di maggiore tensione sono legati non a ciò che vediamo, ma a ciò che sentiamo (l'uso che viene fatto dello squillo del telefono; oppure le scene finali (e più tese) a schermo completamente buio).
Non bastano le parole per la recitazione della Hepburn.
Da vedere.
Una buona "copia" sta passando su Sky Cinema Classics.
***1/2
Foto troppo grande...
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