Nell'indifferenza colpevole dell'occidente, Paul Rusesabagina, manager di un hotel in Rwanda riesce a salvare dal genicidio del 1994 circa 1200 rifugiati.
La storia è tragicamente vera, e per me, che, a fronte dell'indifferenza dei media, avevo invece notizie particolareggiate e sconvolgenti da un amico, funzionario dell'UNHCR, è quasi impossibile dare un giudizio esclusivamente cinematografico. Soffermarsi su un singolo episodio piuttosto che cercare di fornire una visione globale dell'accaduto è un elemento comune a molti film di questo tipo, e mi pare che sia stata un scelta azzaccata in quanto, così facendo, la narrazione non risulta mai appesantita o forzata. Al contrario, potersi immedesimare nel ruolo del protagonista e dei suoi familiari, accresce l'interesse anche per un pubblico che ignorasse la storia del Rwanda e della sua tragedia.Un film davvero bello e molto ben realizzato da ogni prospettiva, che fa riflettere, vergognare, specchio di una realtà tanto vicina nel tempo quanto sgradevole e celata ai più.
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La storia è tragicamente vera, e per me, che, a fronte dell'indifferenza dei media, avevo invece notizie particolareggiate e sconvolgenti da un amico, funzionario dell'UNHCR, è quasi impossibile dare un giudizio esclusivamente cinematografico. Soffermarsi su un singolo episodio piuttosto che cercare di fornire una visione globale dell'accaduto è un elemento comune a molti film di questo tipo, e mi pare che sia stata un scelta azzaccata in quanto, così facendo, la narrazione non risulta mai appesantita o forzata. Al contrario, potersi immedesimare nel ruolo del protagonista e dei suoi familiari, accresce l'interesse anche per un pubblico che ignorasse la storia del Rwanda e della sua tragedia.Un film davvero bello e molto ben realizzato da ogni prospettiva, che fa riflettere, vergognare, specchio di una realtà tanto vicina nel tempo quanto sgradevole e celata ai più.
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