alemargiotti
Digital-Forum Senior Master
La giunta regionale ne ha votato la rimozione ma la nuova tecnologia li potenzia. E così le antenne tv resistono nei siti di Monte Mario e Monte Cavo.
ROMA23.06.2009
“Con l’approvazione del nuovo Piano regionale delle emittenze televisive abbiamo affrontato un problema che aspettava da anni una soluzione e che colpiva la qualità della vita di tanti cittadini a causa della presenza di impianti a ridosso, quando non all’interno, dei centri abitati. A questa situazione inaccettabile abbiamo voluto porre fine”. Così il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, commentava il 15 marzo del 2007 l’approvazione in giunta della nuova dislocazione dei tralicci. C’è voluto poi un anno e mezzo per vedere approdare in Consiglio regionale la variante al Piano territoriale per la localizzazione degli impianti di emittenza. Il documento - votato in aula il 18 settembre 2008 - prevedeva la rimozione di tutte le antenne tv dal sito di Monte Mario a Roma e la riduzione del 50 per cento di quelle installate a Monte Cavo nel parco dei Castelli romani, individuando i siti alternativi di Monte Gennaro (vetta del parco dei Monti Lucretili) - ma con la realizzazione di un solo traliccio e la bonifica della selva di impianti abusivi esistenti - e Colle Sterparo nel territorio di Capranica Prenestina (sempre con un unico traliccio invece dei preventivati due). A giustificazione del trasloco, la necessità di alleggerire la pressione dell’elettrosmog su Roma e sull’area dei Castelli romani. Monte Cavo, in particolare, è il sito europeo con la più alta concentrazione europea di antenne, i cui effetti si estendono anche su popolosi quartieri della Capitale, sulla quale gravano inoltre le storiche antenne urbane di Monte Mario. Il documento votato dal Consiglio regionale del Lazio prevedeva anche un sistema di monitoraggio, 24 ore su 24, delle radiazioni elettromagnetiche emesse da tutti gli impianti presenti nei siti previsti dal Piano. Soprattutto, però, contemplava l’impegno “a verificare presso il ministero delle Comunicazioni e l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni la compatibilità delle nuove posizioni con il Piano di assegnazione delle frequenze in tecnica digitale”. L’atto della Regione è stato così inviato alle due istituzioni “per la successiva variante al Piano di assegnazione delle frequenze in conformità alle nuove localizzazioni”. Poi non si è saputo più nulla. Ora con l’avvio della rivoluzione del digitale terrestre (a Roma e nel Lazio lo ’Switch-over’ è iniziato lo scorso 16 giugno) si scopre improvvisamente che la nuova tecnologia sta sfruttando i “vecchi” tralicci di Monte Mario e Monte Cavo - proprio quelli che dovevano traslocare - persino con un raddoppio dei trasmettitori che durerà almeno sino allo ’Switch-off’ autunnale di novembre della tecnologia analogica. E mentre alcuni tecnici sostengono che con il Dtt “vi sarà un minore inquinamento elettromagnetico, perché questa tecnologia richiede potenze di trasmissione inferiori rispetto a quella analogica”; altri affermano invece con convinzione che il Dtt “ha bisogno di molti trasmettitori, più potenti e più capaci dei vecchi tralicci Rai (che infatti nella sperimentazione in Sardegna si sono rivelati assolutamente insufficienti), per i quali è necessaria una grande quantità di energia”. Intanto i sette ’mux’ digitali a copertura della Capitale sono stati posizionati a Monte Cavo e Monte Mario per Rai Uno, Rai Due, Rai Tre e Rai 4; ancora a Monte Mario per Rai Gulp, RaiNews24, Rai Storia, Sat2000, Rai Sport Più, Radio1, Radio2 e Radio3; a Monte Cavo e (curiosamente) sul traliccio Rai di Monte Mario per le ’pay per view’ Premium Menu, Premium Calcio da 1 a 6 e 24, Premium Calcio attivazione, Disney Channel +1, Hiro, Cartoon Network, Playhouse Disney ed Extra 1 e 2.
www.corriereviterbo.it
ROMA23.06.2009
“Con l’approvazione del nuovo Piano regionale delle emittenze televisive abbiamo affrontato un problema che aspettava da anni una soluzione e che colpiva la qualità della vita di tanti cittadini a causa della presenza di impianti a ridosso, quando non all’interno, dei centri abitati. A questa situazione inaccettabile abbiamo voluto porre fine”. Così il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, commentava il 15 marzo del 2007 l’approvazione in giunta della nuova dislocazione dei tralicci. C’è voluto poi un anno e mezzo per vedere approdare in Consiglio regionale la variante al Piano territoriale per la localizzazione degli impianti di emittenza. Il documento - votato in aula il 18 settembre 2008 - prevedeva la rimozione di tutte le antenne tv dal sito di Monte Mario a Roma e la riduzione del 50 per cento di quelle installate a Monte Cavo nel parco dei Castelli romani, individuando i siti alternativi di Monte Gennaro (vetta del parco dei Monti Lucretili) - ma con la realizzazione di un solo traliccio e la bonifica della selva di impianti abusivi esistenti - e Colle Sterparo nel territorio di Capranica Prenestina (sempre con un unico traliccio invece dei preventivati due). A giustificazione del trasloco, la necessità di alleggerire la pressione dell’elettrosmog su Roma e sull’area dei Castelli romani. Monte Cavo, in particolare, è il sito europeo con la più alta concentrazione europea di antenne, i cui effetti si estendono anche su popolosi quartieri della Capitale, sulla quale gravano inoltre le storiche antenne urbane di Monte Mario. Il documento votato dal Consiglio regionale del Lazio prevedeva anche un sistema di monitoraggio, 24 ore su 24, delle radiazioni elettromagnetiche emesse da tutti gli impianti presenti nei siti previsti dal Piano. Soprattutto, però, contemplava l’impegno “a verificare presso il ministero delle Comunicazioni e l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni la compatibilità delle nuove posizioni con il Piano di assegnazione delle frequenze in tecnica digitale”. L’atto della Regione è stato così inviato alle due istituzioni “per la successiva variante al Piano di assegnazione delle frequenze in conformità alle nuove localizzazioni”. Poi non si è saputo più nulla. Ora con l’avvio della rivoluzione del digitale terrestre (a Roma e nel Lazio lo ’Switch-over’ è iniziato lo scorso 16 giugno) si scopre improvvisamente che la nuova tecnologia sta sfruttando i “vecchi” tralicci di Monte Mario e Monte Cavo - proprio quelli che dovevano traslocare - persino con un raddoppio dei trasmettitori che durerà almeno sino allo ’Switch-off’ autunnale di novembre della tecnologia analogica. E mentre alcuni tecnici sostengono che con il Dtt “vi sarà un minore inquinamento elettromagnetico, perché questa tecnologia richiede potenze di trasmissione inferiori rispetto a quella analogica”; altri affermano invece con convinzione che il Dtt “ha bisogno di molti trasmettitori, più potenti e più capaci dei vecchi tralicci Rai (che infatti nella sperimentazione in Sardegna si sono rivelati assolutamente insufficienti), per i quali è necessaria una grande quantità di energia”. Intanto i sette ’mux’ digitali a copertura della Capitale sono stati posizionati a Monte Cavo e Monte Mario per Rai Uno, Rai Due, Rai Tre e Rai 4; ancora a Monte Mario per Rai Gulp, RaiNews24, Rai Storia, Sat2000, Rai Sport Più, Radio1, Radio2 e Radio3; a Monte Cavo e (curiosamente) sul traliccio Rai di Monte Mario per le ’pay per view’ Premium Menu, Premium Calcio da 1 a 6 e 24, Premium Calcio attivazione, Disney Channel +1, Hiro, Cartoon Network, Playhouse Disney ed Extra 1 e 2.
www.corriereviterbo.it