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Il fascino discreto della borghesia

andag

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11 Agosto 2003
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Bunuel, 1972.

Di Bunuel si conosce universalmente l'importanza ma forse si vedono poco i (si parla poco dei) suoi film, io per primo...

La sua perfidia è contro la borghesia perbenista ed ipocrita, contro la chiesa come istituzione (incredibile il personaggio del vescovo, ed altrettanto incredibile che gliel'abbiano lasciato fare...), ma non c'è molta fiducia nemmeno verso i movimenti proletari che la borghesia vorrebbero rovesciarla (il rumore di una sirena di passaggio copre la voce della terrorista proprio mentre attacca un pistolotto su Mao Tse Tung; e lo stesso avviene in altri momenti del film - il traffico copre le parole vuote del ministro Michel Piccoli [in un veloce cameo finale], la macchina da scrivere copre quelle del commissario, ecc.).

Ci sono momenti surreali, onirici, e ci sono momenti quasi horror. Insomma, un film importante, feroce, ma anche (almeno a tratti) molto divertente, e una festa di cinema.

Oscar 1973 per il migliore film straniero.

***1/2
 
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andag ha scritto:
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Bunuel, 1972.

Di Bunuel si conosce universalmente l'importanza ma forse si vedono poco i (si parla poco dei) suoi film, io per primo...

La sua perfidia è contro la borghesia perbenista ed ipocrita, contro la chiesa come istituzione (incredibile il personaggio del vescovo, ed altrettanto incredibile che gliel'abbiano lasciato fare...), ma non c'è molta fiducia nemmeno verso i movimenti proletari che la borghesia vorrebbero rovesciarla (il rumore di una sirena di passaggio copre la voce della terrorista proprio mentre attacca un pistolotto su Mao Tse Tung; e lo stesso avviene in altri momenti del film - il traffico copre le parole vuote del ministro Michel Piccoli [in un veloce cameo finale], la macchina da scrivere copre quelle del commissario, ecc.).

Ci sono momenti surreali, onirici, e ci sono momenti quasi horror. Insomma, un film importante, feroce, ma anche (almeno a tratti) molto divertente, e una festa di cinema.

Oscar 1973 per il migliore film straniero.

***1/2
Che impressione leggere la recensione di un film visto quasi 30 anni fa al cineforum della scuola ( ma esistono ancora i cineforum?... :D ).
Ricordo che quell'anno si erano accaniti con film allucinanti ( "El Topo" e "La Montagna Sacra" di Alejandro Jodorowsky, "Cria Cuervos" di Carlos Saura, "Dillinger è morto" di Marco Ferreri etc. etc. ): per me e i miei compagni che venivamo da pellicole tipo "Giovannona Coscialunga disonorata con onore" ( visti in terza visione di straforo perché vietati ai minori... :D ) era un bel salto... :lol:
Quando lessi che avremmo visto questo "Fascino discreto..." di questo ennesimo regista a noi totalmente sconosciuto, ebbi la solita reazione ( "che palle"... ). E, invece, no, il film ricordo bene che mi piacque, apprezzai l'atmosfera surreale ( ricordo una scena esilarante di un gruppo di persone che si passava con fare libidinoso delle fotografie... di paesaggi... :D ).
Dopo quasi 30 anni senza averlo MAI più rivisto non ricordo altro: non mi pare lo abbiano mai passato in TV... :sad:
Lo stanno facendo su Sky? E su quale canale?...
 
E' passato, è passato, caro Roddy... "secoli" fa sulla RAI, se non ricordo male; fu proprio là che lo vidi, che delizia.....
Purtroppo adesso o lo si recupera su "Fuori Orario" a notte fonda su RAI3, o anche nel cinema notturno di rete4 (da non disprezzare per chi è un videoregistratorista incallito, sia perchè gli orari sono precisi, sia perchè la pubblicità è minore).
L'alternativa magari in qualche rotazione su "cult" o su CineClassic...
 
roddy ha scritto:
Lo stanno facendo su Sky? E su quale canale?...
Sì, è in programmazione su Sky, anche se con il contagocce (è lì che l'ho visto su 16:9, io purtroppo conosco poco Bunuel).

Grazie per il bell'inciso sui cineforum "combattenti"... e sì, i cineforum esistono ancora, ma non sono più come li ricordi tu (leggere di titoli come "El topo" fa sobbalzare ancora adesso :D)... più che altro sono una raccolta di seconde visioni a prezzo modico (ieri ho visto N - Io e Napoleone... detto tutto).
 
andag ha scritto:
Grazie per il bell'inciso sui cineforum "combattenti"... e sì, i cineforum esistono ancora, ma non sono più come li ricordi tu (leggere di titoli come "El topo" fa sobbalzare ancora adesso :D)
Quel famoso anno c'erano stati anche altri titoli "epici"... :D Come "Viva la muerte" di Fernando Arrabal ( da non confondere con "Viva la muerte... tua" di Duccio Tessari...:badgrin: ) e, soprattutto, quello che, nei miei ricordi appannati dal tempo, rimane il più mitico di tutti: "Il Silenzio" di Ingmar Bergman... :5eek: :5eek:
Per capire di cosa si trattasse, pensate alla "ricchezza" dei dialoghi nei film di Bergman :badgrin: ... E adesso immaginatevi cosa potesse essere una pellicola intitolata "Il Silenzio"... :5eek: :badgrin:
Le prime parole arrivavano dopo 20 minuti di film, quando però il tipico abbiocco romanesco aveva già fatto stramazzare la quasi totalità della sala, professori compresi... :badgrin:
Quante volte sono stato tentato, al momento del dibattito, di imitare il mitico Fantozzi, salire sul palco e gridare al microfono: "Questo film è una cagata pazzesca!!"...:badgrin:
 
andag ha scritto:
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Bunuel, 1972.

Di Bunuel si conosce universalmente l'importanza ma forse si vedono poco i (si parla poco dei) suoi film, io per primo...

La sua perfidia è contro la borghesia perbenista ed ipocrita, contro la chiesa come istituzione (incredibile il personaggio del vescovo, ed altrettanto incredibile che gliel'abbiano lasciato fare...), ma non c'è molta fiducia nemmeno verso i movimenti proletari che la borghesia vorrebbero rovesciarla (il rumore di una sirena di passaggio copre la voce della terrorista proprio mentre attacca un pistolotto su Mao Tse Tung; e lo stesso avviene in altri momenti del film - il traffico copre le parole vuote del ministro Michel Piccoli [in un veloce cameo finale], la macchina da scrivere copre quelle del commissario, ecc.).

Ci sono momenti surreali, onirici, e ci sono momenti quasi horror. Insomma, un film importante, feroce, ma anche (almeno a tratti) molto divertente, e una festa di cinema.

Oscar 1973 per il migliore film straniero.

***1/2
Uno dei più grandi giganti della storia del cinema (e non solo): Luis Buñuel è stato uno dei più visionari e rivoluzionari interpreti dell'immagine con una miriade di scarti,sbalzi,colpi di scena,paradossi e invenzioni geniali (basti pensare al fatto di aver dato la stessa parte per il medesimo personaggio con la stessa età anagrafica a due attrici, Carole Bouquet e Angela Molina, ne "Quell'oscuro oggetto del desiderio").Il cinema, e l'arte in generale,gli deve tantissimo: era "contro" per eccellenza qualsiasi forma di potere e gerarchia. Smitizzava e sbeffeggiava talora anche per il solo gusto di rovesciare i luoghi comuni e le posizioni consolidate, nella stessa misura in cui si poneva in controcanto rispetto a chi pensava che molti suoi film fossero solovenati dall'idea di "épater le bourgeois" (colpire la borghesia con un che di effettistico). Un rivoluzionario ante litteram della società dello spettacolo (ben prima del pur grande Guy Debord), un anarchico talmente consapevole dei meccanismi di incastro e delle tecniche di consolidamento del potere,da riuscire a svuotarle di senso come un guanto e a risultare fortemente anticipatore di decenni dell'impoverimento(per non dire azzeramento) delle parole d'ordine su cui fanno leva le classi al vertice:già,perchè checchè se ne dica, era e resta ancora oggi la nostra una società fondata sulle differenze di classe,fin dalle condizioni di nascita e luogo e le opportunità che si pongono in palese dislivello non solo fra diversi paesi,ma (quel che è peggio) all'interno delle stesse arterie cittadine di un singolo paese (Roma sta a Brazilia come a Shanghai).
Il suggello più significativo dello sbeffeggiamento radicale di Buñuel ne "Il fascino discreto della borghesia" è proprio nel fulcro del soggetto: una cena con tutti i riti del caso che non riesce mai a svolgersi per un motivo o per un altro,fino al disvelamento conclusivo degli attori immortalati a figura intera,in particolare dalla cintola in giù,mentre cercano di attendere al banchetto seduti (vestiti in ghingheri) su tante tazze di water sul palcoscenico di un teatro. Esercito,magistratura,clero,polizia,imprenditoria, tutti assieme riuniti e sput tanati in direzione esattamente contraria all'esercizio qualunquistico di cui si fan vessilliferi taluni oggigiorno,mossi molto ad arte da reazioni di pancia e viscerali tali da inglobare tutto in un'unica indistinta marmellata.
Buñuel era antiretorico per eccellenza: come poteva apprezzare linguaggi e parole d'ordine di movimenti che si ispiravano a Mao con una categoricità da vangelo e dottrina infusa a colpi di maglio?
Si riveda piuttosto il Buñuel "messicano" degli inizi degli anni 50: il suo stare dalla parte degli umiliati e offesi anche con eversiva ferocia,che nulla concede al sentimentalismo. Ma se anche volessimo eliminare(per assurdo) tutto il Buñuel del cinema sonoro,basterebbero di per sè i mediometraggi del cinema muto ("Un chien andalou" e "L'âge d'or")a renderlo immortale:al punto che lui stesso,se rileggesse queste note - ne son persuaso - reagirebbe con un ghigno beffardo dei suoi agli involontari panegirici e mi sputerebbe in un occhio,naturalmente con (o proprio perche si parla di?) classe :D
 
roddy ha scritto:
Che impressione leggere la recensione di un film visto quasi 30 anni fa al cineforum della scuola ( ma esistono ancora i cineforum?... :D ).
Ricordo che quell'anno si erano accaniti con film allucinanti ( "El Topo" e "La Montagna Sacra" di Alejandro Jodorowsky, "Cria Cuervos" di Carlos Saura, "Dillinger è morto" di Marco Ferreri etc. etc. ): per me e i miei compagni che venivamo da pellicole tipo "Giovannona Coscialunga disonorata con onore" ( visti in terza visione di straforo perché vietati ai minori... :D ) era un bel salto... :lol:
Quando lessi che avremmo visto questo "Fascino discreto..." di questo ennesimo regista a noi totalmente sconosciuto, ebbi la solita reazione ( "che palle"... ). E, invece, no, il film ricordo bene che mi piacque, apprezzai l'atmosfera surreale ( ricordo una scena esilarante di un gruppo di persone che si passava con fare libidinoso delle fotografie... di paesaggi... :D ).
Dopo quasi 30 anni senza averlo MAI più rivisto non ricordo altro: non mi pare lo abbiano mai passato in TV... :sad:
Lo stanno facendo su Sky? E su quale canale?...

Magari mi avessero fatto vedere al cineforum un'epoca fa "Cria Cuervos"(forse m'avrebbe fatto crescere molto in fretta,ma certo mi sarebbe piaciuto vederlo con gli occhi di un ragazzino): lo vidi per la prima volta solo alcuni decenni dopo (sulla tv spagnola di stato prima e poi in versione italiana) e ne rimasi stregato,benchè non fossi piu adolescente,dalla grazia terribile che era data dal contrasto fra le movenze della ragazzina,l'apparente docilità e il carico da 90 di cupezza e drammaticità di una storia quasi fiabesca (e proprio per questo come tante fiabe,tutt'altro che rassicuranti),ambientata durante la dittatura del famigerato "caudillo" Franco.Al fascino di quel film contribuiva pure quel motivo ""Porqué te vas", perfettamente in sintonia con i suoi toni lievi e soffici,ma tutt'altro che banali,al punto da renderlo,al di là della scontata orecchiabilità,un cordone imprescindibile con la pellicola.
Quanto a "Dillinger" di Ferreri,visto e rivisto,continuo a pensare che sia stato cosi sopravvalutato rispetto ad altre opere del grande Marco,al punto da aver indotto molti a mettere in secondo piano altri suoi film che ancor oggi risultano attualissimi e fortemente eversivi.
 
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