Va bene le intercettazioni telefoniche e relativo scandalo, i commenti sulle cose che si dicono al cellulare, bruttine sia nella forma sia nel contenuto. Va bene l’indignazione per la privacy violata e per il fatto che non è carino trovare sui giornali la scemenza destinata a pochi, ma le inchieste sono la punta dell’iceberg. Una folla di sconosciuti che non ospitano terroristi, non scalano banche, non truccano partite di calcio, è sotto stretta sorveglianza e non lo sa. Il colonnello Umberto Rapetto, comandante del nucleo speciale frodi telematiche della Guardia di Finanza è stato il primo a spiegare come, nel- l’era digitale, nessuno possa essere invisibile. Neanche un’oscura casalinga.
Eccola, la Signora Nessuno, con la sua normale agenda: bancomat, spesa, posta, uffici comunali. Accende il telefonino, sistema l’auricolare ed è come aver acceso un riflettore. Dal momento in cui è cominciata la ricerca della rete, non è più sola. Il cellulare, oltre alla posizione e al numero, invia anche il codice Imei, una specie di Dna dell’apparecchio. Inutile cambiare la Sim se si vuole diventare anonimi. La signora fa tappa al bancomat e digita il codice. Lontanissimo da lei, qualcuno registra l’operazione. Nel frattempo, la telecamera della banca la riprende. Come quella dell’ufficio comunale, dove la tv a circuito chiuso è stata installata per motivi di sicurezza.
Al supermercato è l’ora della tessera fedeltà (ce ne sono 30 milioni). Il traguardo dei 5mila punti che danno diritto a un tostapane gratis è vicino. La signora Nessuno non ha sospetti, ma al Centro elaborazione dati che ogni catena si supermercati possiede, l’informatico di turno può dire se negli ultimi sei mesi ha cominciato una dieta, ha preso un cane, ha avuto la forfora e quantificare la sua capacità di spesa.
Chi vuol sapere tutto di lei ha parecchie possibilità. «Oggi - spiega Francesco Sacco, docente di Strategie aziendali all’Università dell’Insubria e alla Bocconi - si possono comprare i dati del censimento a blocchi di tre-quattro palazzi. In poche righe c’è tutto quello che serve per "tracciarti": dove sei nato e dove abiti, se hai figli, se sei maschio, femmina o gay». O si può sfruttare la distrazione digitale. Il paradosso lo spiega Gigi Tagliapietra, presidente del Clusit, l’associazione italiana per la sicurezza informatica che raccoglie 300 aziende: «La sera, in casa, tiriamo le tende perché non ci fa piacere essere guardati mente mangiamo, invece nel mondo immateriale della rete giriamo in mutande. Rendiamo disponibili senza volerlo e senza saperlo i nostri numeri di telefono, l’agenda, i file che contengono preziose informazioni, pezzi della nostra vita. Se mi siedo in piazza con il Mac acceso, posso intercettare tutti i cellulari che mi passano accanto con il bluetooth attivato. Pochi sanno che i telefonini sono in realtà delle radiotrasmittenti». E, rivela uno dei responsabili della Sky Digital di Milano, «bastano 160-200 euro per uno spy, apparecchietto con un’autonomia di otto giorni che permette di filmare e ascoltare chiunque».
Resta da capire chi traccia chi e perché. Ma non è un gran mistero. La nuova entità che scava tra milioni di dati non è la Cia, ma il marketing. Lo spionaggio è diventato l’anima del commercio. Se voglio venderti qualcosa, da un trattamento fitness a una chemioterapia, da una vacanza a un televisore, devo sapere tutto su di te. Intanto, nel 2005 il credito al consumo è arrivato a 76 miliardi di euro e sta ancora crescendo.
Francesco Pizzetti, presidente dell’ufficio del Garante mette il dito nella piaga: le banche dati. Telecomunicazioni, sicurezza, dati biometrici e del Dna sono i settori da tenere sotto costante osservazione. Per esempio, a una compagnia di assicurazioni farebbe comodo conoscere nel dettaglio lo stato di salute di chi stipula una polizza malattie. E una moglie tradita non esiterebbe a comprare i tabulati che inchiodano l’infedele.
Una quantità inimmaginabile di chiacchiere dorme negli archivi, anche per via della direttiva europea 2005 che comporta la conservazione di 200 milioni di conversazioni al giorno, 300 milioni di «eventi» di telefonia mobile e due milioni e 400mila gigabyte di dati annui solo per la posta elettronica. Miliardi di notizie sui cittadini europei e sulla loro vita resteranno nelle memorie elettroniche per almeno cinque anni.
Un bel territorio di caccia. Alternative? Buttare il cellulare, pagare in contanti, rifiutare il consenso al trattamento dei dati. Diventare guardinghi. Oppure farci l’abitudine. La signora Nessuno, come tutti noi, abita da un pezzo nella Casa del Grande Fratello. Solo che il gioco non finisce mai. E non ci sono premi.
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/societa/200607articoli/7989girata.asp
Eccola, la Signora Nessuno, con la sua normale agenda: bancomat, spesa, posta, uffici comunali. Accende il telefonino, sistema l’auricolare ed è come aver acceso un riflettore. Dal momento in cui è cominciata la ricerca della rete, non è più sola. Il cellulare, oltre alla posizione e al numero, invia anche il codice Imei, una specie di Dna dell’apparecchio. Inutile cambiare la Sim se si vuole diventare anonimi. La signora fa tappa al bancomat e digita il codice. Lontanissimo da lei, qualcuno registra l’operazione. Nel frattempo, la telecamera della banca la riprende. Come quella dell’ufficio comunale, dove la tv a circuito chiuso è stata installata per motivi di sicurezza.
Al supermercato è l’ora della tessera fedeltà (ce ne sono 30 milioni). Il traguardo dei 5mila punti che danno diritto a un tostapane gratis è vicino. La signora Nessuno non ha sospetti, ma al Centro elaborazione dati che ogni catena si supermercati possiede, l’informatico di turno può dire se negli ultimi sei mesi ha cominciato una dieta, ha preso un cane, ha avuto la forfora e quantificare la sua capacità di spesa.
Chi vuol sapere tutto di lei ha parecchie possibilità. «Oggi - spiega Francesco Sacco, docente di Strategie aziendali all’Università dell’Insubria e alla Bocconi - si possono comprare i dati del censimento a blocchi di tre-quattro palazzi. In poche righe c’è tutto quello che serve per "tracciarti": dove sei nato e dove abiti, se hai figli, se sei maschio, femmina o gay». O si può sfruttare la distrazione digitale. Il paradosso lo spiega Gigi Tagliapietra, presidente del Clusit, l’associazione italiana per la sicurezza informatica che raccoglie 300 aziende: «La sera, in casa, tiriamo le tende perché non ci fa piacere essere guardati mente mangiamo, invece nel mondo immateriale della rete giriamo in mutande. Rendiamo disponibili senza volerlo e senza saperlo i nostri numeri di telefono, l’agenda, i file che contengono preziose informazioni, pezzi della nostra vita. Se mi siedo in piazza con il Mac acceso, posso intercettare tutti i cellulari che mi passano accanto con il bluetooth attivato. Pochi sanno che i telefonini sono in realtà delle radiotrasmittenti». E, rivela uno dei responsabili della Sky Digital di Milano, «bastano 160-200 euro per uno spy, apparecchietto con un’autonomia di otto giorni che permette di filmare e ascoltare chiunque».
Resta da capire chi traccia chi e perché. Ma non è un gran mistero. La nuova entità che scava tra milioni di dati non è la Cia, ma il marketing. Lo spionaggio è diventato l’anima del commercio. Se voglio venderti qualcosa, da un trattamento fitness a una chemioterapia, da una vacanza a un televisore, devo sapere tutto su di te. Intanto, nel 2005 il credito al consumo è arrivato a 76 miliardi di euro e sta ancora crescendo.
Francesco Pizzetti, presidente dell’ufficio del Garante mette il dito nella piaga: le banche dati. Telecomunicazioni, sicurezza, dati biometrici e del Dna sono i settori da tenere sotto costante osservazione. Per esempio, a una compagnia di assicurazioni farebbe comodo conoscere nel dettaglio lo stato di salute di chi stipula una polizza malattie. E una moglie tradita non esiterebbe a comprare i tabulati che inchiodano l’infedele.
Una quantità inimmaginabile di chiacchiere dorme negli archivi, anche per via della direttiva europea 2005 che comporta la conservazione di 200 milioni di conversazioni al giorno, 300 milioni di «eventi» di telefonia mobile e due milioni e 400mila gigabyte di dati annui solo per la posta elettronica. Miliardi di notizie sui cittadini europei e sulla loro vita resteranno nelle memorie elettroniche per almeno cinque anni.
Un bel territorio di caccia. Alternative? Buttare il cellulare, pagare in contanti, rifiutare il consenso al trattamento dei dati. Diventare guardinghi. Oppure farci l’abitudine. La signora Nessuno, come tutti noi, abita da un pezzo nella Casa del Grande Fratello. Solo che il gioco non finisce mai. E non ci sono premi.
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/societa/200607articoli/7989girata.asp