Si è da poco concluso il convegno dell'ANSSAIF, Associazione nazionale specialisti in sicurezza in aziende di intermediazione finanziaria che aveva come oggetto il Phishing, e la presentazione di un documento inerente ad un'indagine compiuta su un campione significativo di utenti avente ad oggetto la nota insidia telematica. Dall'indagine è emerso che il 36% degli utenti avrebbe subito attacchi di phishig, e fra questi, il 5% si sia recato preso i link indicati nell'e-mail.
Questo in sintesi il sunto dell'indagine, visitabile al sito http://www.anssaif.it/inside.asp?id=114 , unitamente ad un contributo PFD a cura dell'avv. Massimo Melica
Il 36% ha dichiarato di aver ricevuto una email di Phishing.
Il 95% l'ha scartata senza accedere al link, mentre il 5% si è recato sul link indicato dalla email.
Un solo soggetto, su 1.800 che hanno ricevuto una email di phishing, è caduto nell'inganno. Tale percentuale bassissima (0,055%) è in linea con quanto segnalato da un nostro socio (0,07%).
Il 50% si è accorto da solo dell'inganno, il 30% dopo averci riflettuto sopra, il 20% dopo aver consultato qualcuno.
Il 40% di coloro che non sono caduti nella trappola era a conoscenza del problema; il 45% non ci è caduto o perché la richiesta non poteva pervenire dalla banca (errori grammaticali, scritta in inglese, non aveva il conto con quella banca o non aveva fornito l'indirizzo email), ovvero, nel 15% dei casi perché ha ritenuto strano che la banca gli chiedesse dati personali.
"Ciò che riteniamo preoccupante" riportano gli esperti dell'ANSSAIF, "è che il 15% degli intervistati ha dichiarato di aver perso la fiducia nel sistema dopo il modificarsi del fenomeno, e il 24% che non nutriva fiducia nel sistema di eCommerce ed eBanking già prima del Phishing. Ciò significa che un 39% degli intervistati non crede nel "digitale", per lo meno sotto il profilo di un sistema che consente lo snellimento nelle procedure amministrative,
produttive e commerciali.
L'Italia, un Paese ove l'80% delle Aziende è medio - piccola (ove piccola sta molto spesso per: marito= imprenditore, moglie=direttore amministrativo), questa notizia non è certo buona.
Occorre quindi un intervento immediato su vari fronti, non escludendo adeguati investimenti nella diffusione della conoscenza"
Fonte
Questo in sintesi il sunto dell'indagine, visitabile al sito http://www.anssaif.it/inside.asp?id=114 , unitamente ad un contributo PFD a cura dell'avv. Massimo Melica
Il 36% ha dichiarato di aver ricevuto una email di Phishing.
Il 95% l'ha scartata senza accedere al link, mentre il 5% si è recato sul link indicato dalla email.
Un solo soggetto, su 1.800 che hanno ricevuto una email di phishing, è caduto nell'inganno. Tale percentuale bassissima (0,055%) è in linea con quanto segnalato da un nostro socio (0,07%).
Il 50% si è accorto da solo dell'inganno, il 30% dopo averci riflettuto sopra, il 20% dopo aver consultato qualcuno.
Il 40% di coloro che non sono caduti nella trappola era a conoscenza del problema; il 45% non ci è caduto o perché la richiesta non poteva pervenire dalla banca (errori grammaticali, scritta in inglese, non aveva il conto con quella banca o non aveva fornito l'indirizzo email), ovvero, nel 15% dei casi perché ha ritenuto strano che la banca gli chiedesse dati personali.
"Ciò che riteniamo preoccupante" riportano gli esperti dell'ANSSAIF, "è che il 15% degli intervistati ha dichiarato di aver perso la fiducia nel sistema dopo il modificarsi del fenomeno, e il 24% che non nutriva fiducia nel sistema di eCommerce ed eBanking già prima del Phishing. Ciò significa che un 39% degli intervistati non crede nel "digitale", per lo meno sotto il profilo di un sistema che consente lo snellimento nelle procedure amministrative,
produttive e commerciali.
L'Italia, un Paese ove l'80% delle Aziende è medio - piccola (ove piccola sta molto spesso per: marito= imprenditore, moglie=direttore amministrativo), questa notizia non è certo buona.
Occorre quindi un intervento immediato su vari fronti, non escludendo adeguati investimenti nella diffusione della conoscenza"
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