
Con David Lynch (almeno, da un po' di tempo) funziona così: c'è una continua partita tra, da una parte, la fascinazione della messa in scena onirica, inquietante, che arriva dritta ad attingere al subconscio con la forza (grandissima, bisogna dire) della pura suggestione; e dall'altra la frustrazione (chiamiamola pure così) di una storia che - detto brutalmente - non porta da nessuna parte, se si volesse cercare una lettura logica o anche solo coerente (lo stesso Lynch ha dichiarato di avere scritto la sceneggiatura giorno per giorno, sull'estro del momento).
A volte vince la fascinazione, ed è il caso dell'ottimo Mulholland Drive, ed allora abbiamo il capolavoro; altre volte, come in questo film... beh, la riuscita è molto più opinabile.
Anche perchè, dopo la prima ora di film, molto bella (e probabilmente più "scritta" e pensata), c'è una seconda parte in cui i segni si ammucchiano in maniera anche eccessiva, in un insieme incoerente e puramente visuale ed epidermico. Talmente incoerente, a mio avviso, da mettere anche a rischio, o da non consentire più di tanto, quella suspension of disbelief che invece sarebbe proprio necessaria perchè gli elementi di suggestione di cui vive il cinema di Lynch abbiano effetto.
C'è pure un aspetto tecnico che, anche questo a differenza dell'elegantissimo Mulholland drive, non mi ha convinto.
Lynch qui usa in maniera direi indiscriminata il grandangolo per i primissimi piani. Non stiamo qui a scoprire l'uso espressivo del grandangolo, la deformazione dell'immagine come alterazione della psiche eccetera.
Il grandangolo consente una elevata profondità di campo, ma per essere usato per i primi piani richiede di essere molto vicino al soggetto. Qui addirittura si tratta di primissimi piani, in cui il soggetto è così vicino all'obiettivo che questi sembra quasi non riuscire a metterlo perfettamente a fuoco.
Mentre, per le caratteristiche di quest'ottica, lo sfondo è perfettamente nitido.
E' chiaro che Lynch sa quel che fa. E' senz'altro un effetto voluto; però non è il massimo, direi anzi abbastanza fastidioso.
Ed anche la qualità delle immagini digitali non è sempre eccelsa (tutt'altro).
Insomma, Lynch è sempre Lynch, ma siamo ben lontanti dall'eleganza e dalla suggestione di Mulholland Drive.
**1/2