Italia 2050: un esercito di nonni senza nipoti

patria o muerte

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Per il demografo Antonio Golini, intervenuto a Todi al Forum dei cattolici, entro il 2050 l’ Italia avrà sei milioni di persone in meno sotto i 60 anni e 9,5 milioni in più sopra i 60 tra i quali gli ultraottantenni saranno triplicati. Un esercito di nonni a contendersi il sorriso di pochissimi nipotini. Chi li aiuterà? Chi pagherà le loro pensioni?
Attualmente le donne italiane mettono al mondo in media 1.3 figli, il primo e in genere unico dei quali a quasi 31 anni di media, una quota che solo mezzo secolo fa sarebbe stata definita “primipara attempata”. Per sanare il debito demografico, perfino più tragico di quello economico, basterebbe che le italiane si avvicinassero alle quote delle donne immigrate che fanno in media 2.3 figli il primo dei quali a meno di 28 anni.
Altro che “family day”! E’ indispensabile che qualunque programma politico metta al centro il problema della denatalità innanzitutto garantendo la cittadinanza ai migranti col passaggio allo Ius Solis e poi dando impulso a tutte le possibili politiche per la natalità senza discriminazione. Non certo per garantire otto milioni di baionette ma per garantire la sostenibilità dell’interscambio generazionale.
Per far questo bisognerà metter da parte fondamentalismi classificatori. Secondo Golini sempre più i figli nasceranno in contesti diversi dalla famiglia tradizionale e sempre più persone vivranno in contesti diversi a partire dagli anziani soli che sempre più dovranno essere facilitati a formare nuove forme di famiglie (tra virgolette se preferite) con parenti o amici o dividendo nuove forme abitative che riducano l’impatto dell’assistenza. Sono fenomeni studiatissimi e li conosciamo da anni per i validi contributi della ricerca, sociologi, antropologi, demografi. Sono fenomeni reversibili, non emergenze. Intanto i politici discutono del bavaglio alle intercettazioni.

Gennaro Carotenuto su http://www.gennarocarotenuto.it
 
@patria o muerte

Sai che ti stimo, quindi prendi le mie parole solo come un appassionato controcanto.
Come sai in Italia le donne sono numericamente molto di più degli uomini.
Una analisi corretta vorrebbe che si tenesse conto di quanti figli fa un uomo!
Vedrai come salirebbe quella statistica!
E’ giusto invocare la cittadinanza ai migranti? Non sarebbe più corretto dire agli immigrati? E non confondere i due status. L’immigrato, dopo un certo numero di anni di residenza e di lavoro in Italia, ha già il diritto di divenire cittadino italiano. Occorre invece cambiare la legge esistente e rendere questa prerogativa più snella e di più facile attuazione.
Visto che siamo in Italia e che sarebbe più giusto per prima cosa ovviare alle ingiustizie che affliggono gli italiani che sono già italiani e poi a chi vorrebbe diventarlo, io penso che il problema della denatalità debba essere affrontato anche in altra maniera, come per esempio in parte avviene in Francia, e cioè:
  • a parità di reddito, molte meno tasse per chi ha più figli;
  • esenzione dell’IVA su tutti i prodotti per l’infanzia;
  • intervento dello Stato inteso a calmierare il prezzo di vendita dei prodotti dell’infanzia;
  • deduzione dall’imponibile IRPEF di tutte le spese relative al mantenimento dei figli;
  • sostegno alle coppie in cui sia il marito che la moglie lavorano attraverso un piano nazionale per la costruzione di nuovi asili nido gestiti direttamente dai comuni e dalle province con rette minime che tengono conto sia del numero dei figli sia del reddito complessivo della coppia;
  • massima flessibilità per quanto riguarda l’orario di lavoro per tutti i genitori di figli 0÷15 anni;
  • libri gratis per tutti gli alunni delle scuole pubbliche dell’obbligo (dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola secondaria di secondo grado);
  • equiparazione a tutti gli effetti di legge fra le adozioni compiute da coppie eterosessuali od omosessuali;
  • possibilità di adottare bambini anche per i single;
  • innalzamento dell’età massima per chi intende adottare dei bambini;
  • riserva dei posti nei bandi e nei concorsi per il pubblico impiego a favore dei ragazzi provenienti da famiglia numerosa.
Secondo me questi sarebbero metodi studiati da italiani per gli italiani e per chi vorrebbe diventarlo senza fare ricorso a decantati ed ipotetici fondamentalismi che sono estranei alla nostra cultura.
Fare figli è facile. Il difficile viene dopo, quando li si deve mantenere, educare e farli studiare.
Pura curiosità: tu, amico mio, dove ti collochi? Fra i nonni, i padri o i figli?
Identica domanda la farei all’autore del servizio che hai riportato.
;)
 
In effetti non mi trovo d'accordo con tutto ciò che il buon Gennaro ha scritto.Sono sicuro anch'io che l'argomento delle politiche per la natalità senza discriminazione è quello che più si presta a risolvere il problema della scarsa natalità,personalmente non credo che concedere la cittadinanza Ius Solis ai nati sul nostro suolo possa migliorare la cosa anzi,porterebbe più problemi che altro.
 
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