14 novembre 2006 - Da un gruppo di maiali potrebbe rilanciarsi il futuro della terapia genica, ovvero il tentativo di curare le malattie genetiche inserendo nelle cellule malate appositi frammenti di DNA. In questi giorni, infatti, sulla rivista dell' accademia delle scienze americana (PNAS), e' stato pubblicato il primo lavoro scientifico che descrive la produzione di maiali geneticamente modificati, grazie all'uso di una speciale navetta di molecole, e senza provocare alcun danno agli animali.
La ricerca, messa a punto nel laboratorio di medicina molecolare dell'universita' Milano-Bicocca diretto da Marialuisa Lavitrano, 'potra' avere un grosso impatto - spiegano i ricercatori - perche' risolve alcuni problemi che ancora oggi rendono difficile la terapia genica, aprendo la strada alla possibile cura delle malattie genetiche dell'uomo'.
La stessa ricerca italiana e' stata apprezzata e pubblicata perche' fino ad oggi, nonostante l'impegno nell'utilizzare la terapia genica per trattare malattie finora incurabili, si sono ottenuti pochissimi risultati concreti, anche a causa delle numerose difficolta' tecniche.
In particolare gli scienziati sono riusciti a inserire in tutti i tessuti di 12 diversi maiali un gene estraneo, un frammento di DNA cioe' che normalmente non si trova nell' animale. Per arrivare a questo risultato, i ricercatori hanno dovuto manipolare gli spermatozoi del maiale, e utilizzare una tecnica da laboratorio nota come Sperm Mediated Gene Transfer (trasferimento di geni mediato da spermatozoi): 'Modificando gli spermatozoi - spiega Lavitrano - e' possibile trasferire nella cellula uovo, al momento della fecondazione, uno o piu' nuovi geni. In questo studio abbiamo utilizzato un nuovo vettore, o navetta, realizzato in collaborazione con il professor Hans Lipps dell'universita' di Witten in Germania.
Questo vettore e' assolutamente sicuro, perche' non contiene sequenze di DNA virali, non si integra nel patrimonio genetico dell'ospite e quindi non provoca alcuna mutazione (potenziale causa di tumori) ne' alcuna reazione immunologica'.
'Un'immediata applicazione del nostro lavoro - aggiunge la ricercatrice - consiste nella generazione di animali geneticamente modificati, utilissimi per studi di base e applicati, come la realizzazione di animali per la produzione di farmaci, animali come fonte di tessuti per lo xenotrapianto, oppure come modelli di malattie per la terapia genica. In piu', la possibilita' di introdurre efficientemente nuovi geni con basso rischio potenziale in termini di sicurezza, spiana la strada alla terapia genica, che puo' offrire una risposta concreta alla cura delle malattie genetiche dell'uomo'.
E i risultati dell'equipe guidata da Lavitrano sono talmente buoni che l'universita' Milano-Bicocca ha deciso di brevettare il metodo utilizzato dai ricercatori. Un metodo che, secondo chi lo ha elaborato, puo' dare un contributo essenziale affinche' un giorno la terapia genica arrivi alla pratica clinica. Fino ad oggi, infatti, la Food and Drug Administration (l'ente governativo americano che autorizza i nuovi trattamenti terapeutici) non ha ancora autorizzato la commercializzazione di nessun prodotto basato su questo genere di terapia.
(ANSA)
La ricerca, messa a punto nel laboratorio di medicina molecolare dell'universita' Milano-Bicocca diretto da Marialuisa Lavitrano, 'potra' avere un grosso impatto - spiegano i ricercatori - perche' risolve alcuni problemi che ancora oggi rendono difficile la terapia genica, aprendo la strada alla possibile cura delle malattie genetiche dell'uomo'.
La stessa ricerca italiana e' stata apprezzata e pubblicata perche' fino ad oggi, nonostante l'impegno nell'utilizzare la terapia genica per trattare malattie finora incurabili, si sono ottenuti pochissimi risultati concreti, anche a causa delle numerose difficolta' tecniche.
In particolare gli scienziati sono riusciti a inserire in tutti i tessuti di 12 diversi maiali un gene estraneo, un frammento di DNA cioe' che normalmente non si trova nell' animale. Per arrivare a questo risultato, i ricercatori hanno dovuto manipolare gli spermatozoi del maiale, e utilizzare una tecnica da laboratorio nota come Sperm Mediated Gene Transfer (trasferimento di geni mediato da spermatozoi): 'Modificando gli spermatozoi - spiega Lavitrano - e' possibile trasferire nella cellula uovo, al momento della fecondazione, uno o piu' nuovi geni. In questo studio abbiamo utilizzato un nuovo vettore, o navetta, realizzato in collaborazione con il professor Hans Lipps dell'universita' di Witten in Germania.
Questo vettore e' assolutamente sicuro, perche' non contiene sequenze di DNA virali, non si integra nel patrimonio genetico dell'ospite e quindi non provoca alcuna mutazione (potenziale causa di tumori) ne' alcuna reazione immunologica'.
'Un'immediata applicazione del nostro lavoro - aggiunge la ricercatrice - consiste nella generazione di animali geneticamente modificati, utilissimi per studi di base e applicati, come la realizzazione di animali per la produzione di farmaci, animali come fonte di tessuti per lo xenotrapianto, oppure come modelli di malattie per la terapia genica. In piu', la possibilita' di introdurre efficientemente nuovi geni con basso rischio potenziale in termini di sicurezza, spiana la strada alla terapia genica, che puo' offrire una risposta concreta alla cura delle malattie genetiche dell'uomo'.
E i risultati dell'equipe guidata da Lavitrano sono talmente buoni che l'universita' Milano-Bicocca ha deciso di brevettare il metodo utilizzato dai ricercatori. Un metodo che, secondo chi lo ha elaborato, puo' dare un contributo essenziale affinche' un giorno la terapia genica arrivi alla pratica clinica. Fino ad oggi, infatti, la Food and Drug Administration (l'ente governativo americano che autorizza i nuovi trattamenti terapeutici) non ha ancora autorizzato la commercializzazione di nessun prodotto basato su questo genere di terapia.
(ANSA)