
Remake che cambia in toto l'affascinante atmosfera - e non solo - dell'originale La fabbrica delle mogli di Bryan Forbes: dal thriller fantascentifico alla commedia sempliciotta. La cosa, in realtà, non sottointende in sé intenti sbagliati: la moderna battaglia fra i sessi avrebbe anche bisogno di una rispolverata dato che dal 1975, tempo di lotte femministe, qualcosa è cambiato. Quindi ecco inseriti richiami alla televisione moderna, ai reality show, alla attuale donna mangia-uomini in carriera ed all'impellente bisogno di questi ultimi di ritrovare la loro virilità perduta. Abbastanza fresco, dunque, l'approccio sceneggiativo iniziale di Paul Rudnick (che anni addietro aveva già collaborato con Frank Oz nel geniale In & Out); peccato che la presa della comicità venga mollata prima che scocchi l'ora di durata, cambiando gli sviluppi della trama originale, facendo parlar troppo (era necessario farci spiegare da Matthew Broderick perché la congrega di maritini ci tiene a trasformare le consorti? No) e chiudendo con un finale felice (filmicamente infelice) cui si giunge davvero senza idee. Gli attori non sono in grande stato, anche perché non si perde molto tempo a dargliene l'opportunità: specie Broderick ed il nostro caro Christopher Walken non san bene cosa fare, mentre Bette Midler e Glenn Close fanno le paonazze in stile Hocus Pocus e La carica dei 101. Riassumendo: commedia guardabile per 50 minuti e restanti 40 di voglia smaniosa di ricacciare la nostra vecchia VHS per rivedere la splendida Katharine Ross.
Voto: * ½
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