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Johnny977
la repubblica
MILANO - C'è grande movimento intorno al quarto polo tv. L'arrivo di Enrico Mentana al TgLa7 ha fatto compiere un salto di qualità all'audience dell'emittente televisiva controllata dal gruppo Telecom, che ora appare più vicina al 4% rispetto al 2,8-2,9% precedente, ma non ha dissipato i dubbi sulla strategia futura di Telecom Italia Media.
I conti della società sono comunque in rosso e abbattono di circa 50 milioni all'anno l'Ebtda di Telecom Italia, una cifra non impressionante per il colosso della telefonia che ha un margine operativo lordo di 13 miliardi, ma è pur sempre un segno negativo che ogni anno si ripete. E soprattutto in prospettiva occorre trovare risorse finanziarie per consolidare e, se possibile, migliorare ulteriormente le performance raggiunte sinora. Ecco allora che tutte le possibilità sono aperte, in questo momento, e l'amministratore delegato di Telecom Italia Franco Bernabè con il vicepresidente di Ti Media Gianni Stella insieme al direttore finanziario Andrea Mangoni stanno studiando il da farsi.
Si è anche parlato di un mandato da assegnare a Mediobanca per trovare un compratore per tutta la società o per una quota di almeno il 20% in modo da permettere a Telecom di scendere sotto il 50% e poter deconsolidare i conti di Ti Media. Nel mentre è arrivata anche la grana Dahlia Tv, la pay tv sul Digitale terrestre controllata dagli svedesi di Air Plus e di cui Ti Media ha ancora il 10%. Dahlia rischia di chiudere i battenti se i soci di maggioranza non decidono di mettere mano al portafoglio e la possibilità che si sta studiando in queste ore è proprio il ricongiungimento di Dahlia Tv con Ti Media in modo da disporre anche della Pay tv per una futura vendita.
Ma, come già successo in passato, sarebbe abbastanza facile trovare dei compratori per le infrastrutture di rete, i cosiddetti multiplex, ma assai più difficile individuare un acquirente interessato a portarsi a casa tutto il pacchetto, canali tv compresi. Tra l'altro quando Stella aveva avviato la procedura per la vendita dei mux, che interessavano al fondo di private equity Usa Highbridge, ci si mise di mezzo anche un diktat di Berlusconi in persona che non voleva nuovi competitor sul mercato televisivo italiano. La questione del futuro di Ti Media non è soltanto una questione economica per il gruppo Telecom, ma è anche politica in quanto incide sulla presenza o meno di un quarto polo tv sul mercato italiano dominato da Sky, Mediaset e Rai
MILANO - C'è grande movimento intorno al quarto polo tv. L'arrivo di Enrico Mentana al TgLa7 ha fatto compiere un salto di qualità all'audience dell'emittente televisiva controllata dal gruppo Telecom, che ora appare più vicina al 4% rispetto al 2,8-2,9% precedente, ma non ha dissipato i dubbi sulla strategia futura di Telecom Italia Media.
I conti della società sono comunque in rosso e abbattono di circa 50 milioni all'anno l'Ebtda di Telecom Italia, una cifra non impressionante per il colosso della telefonia che ha un margine operativo lordo di 13 miliardi, ma è pur sempre un segno negativo che ogni anno si ripete. E soprattutto in prospettiva occorre trovare risorse finanziarie per consolidare e, se possibile, migliorare ulteriormente le performance raggiunte sinora. Ecco allora che tutte le possibilità sono aperte, in questo momento, e l'amministratore delegato di Telecom Italia Franco Bernabè con il vicepresidente di Ti Media Gianni Stella insieme al direttore finanziario Andrea Mangoni stanno studiando il da farsi.
Si è anche parlato di un mandato da assegnare a Mediobanca per trovare un compratore per tutta la società o per una quota di almeno il 20% in modo da permettere a Telecom di scendere sotto il 50% e poter deconsolidare i conti di Ti Media. Nel mentre è arrivata anche la grana Dahlia Tv, la pay tv sul Digitale terrestre controllata dagli svedesi di Air Plus e di cui Ti Media ha ancora il 10%. Dahlia rischia di chiudere i battenti se i soci di maggioranza non decidono di mettere mano al portafoglio e la possibilità che si sta studiando in queste ore è proprio il ricongiungimento di Dahlia Tv con Ti Media in modo da disporre anche della Pay tv per una futura vendita.
Ma, come già successo in passato, sarebbe abbastanza facile trovare dei compratori per le infrastrutture di rete, i cosiddetti multiplex, ma assai più difficile individuare un acquirente interessato a portarsi a casa tutto il pacchetto, canali tv compresi. Tra l'altro quando Stella aveva avviato la procedura per la vendita dei mux, che interessavano al fondo di private equity Usa Highbridge, ci si mise di mezzo anche un diktat di Berlusconi in persona che non voleva nuovi competitor sul mercato televisivo italiano. La questione del futuro di Ti Media non è soltanto una questione economica per il gruppo Telecom, ma è anche politica in quanto incide sulla presenza o meno di un quarto polo tv sul mercato italiano dominato da Sky, Mediaset e Rai