Film della corrente post-Dogma, manifesto che è durato poco, con immancabile produzione von Trier. Secondo capitolo di una trilogia ancora da completare del danese Per Fly, il cui primo capitolo The Bench non ho visto. Dovrebbe essere una essenziale ma spietata analisi della borghesia del paese scandinavo e dell'industria (simbolicamente, la siderurgia: settore difficile), attraverso la vicenda di un rampollo di famiglia (Ulrich Thomsen, Festen) sfuggito al nido, che deve riprendersi le sue responsabilità (la sua eredità) quando il padre muore. Il problema è, per dirvela in breve, che ho faticato a veder molto di sconvolgente nel peso riposto sul personaggio, con le miste difficoltà di gestione dell'azienda e della sua vita privata totalmente consumata. Voto politico.
Voto: **