Manderlay

Copperfield

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Secondo episodio della trilogia di Von Trier. Cambiano gli attori ma resta il linguaggio visivo originale e armonioso.
Episodio meno faticoso da seguire del primo, probabilmente proprio perchè con Dogville c'è stato modo di "familiarizzare con la lingua".
La storia ruota questa volta intorno alla voglia di riscatto della "donna bianca" Grace e alle sue velleità di equilibrio e giustizia all'interno di una comunità di colore che, si scoprirà invece che...e qui mi fermo :)
Da vedere.

**
 
L'ho trovato invece più faticoso rispetto a Dogville, appunto perché rimane l'impostazione teatrale e probabilmente si fa un po' stancante, almeno all'inizio: comunque, dopo le tre ore del primo capitolo, von Trier ha la bontà di ridurre il tutto a 2h13'. All'inizio, dicevo, la sensazione è quella di una pesante riproposizione, anche innecessaria; per di più non avevo preso molto bene il cambio di attori (Kidman>Howard; Caan>Dafoe. C'è da dire che si ripropongono molti di Dogville, alcuni in ruoli diversi, a partire dalla Bacall che scompare subito e la meravigliosa Chloë Sevigny che è inquadrata di tanto in tanto e non dice neppure una parola). Però von Trier, con qualche lungaggine nel mezzo, continua un discorso stilistico e lo riempie di temi nuovi ed evoluti, stavolta intesi in senso più evidentemente politico oltre che filosofico e sociologico. Naturalmente c'è chi lo detesta...

Voto: ***
 
Ultima modifica:
anche io non avevo ben digerito il cambio di guardia della Kidman; in genereale non amo i cambi quando si è in presenza di più episodi. Finiscono con il "rompere" l'equilibrio creato dal singolo attore.
Però concordo sul fatto che il passaggio è stato meno drammatico. Anche Dafoe non è male.
Resta una storia meno accattivante e di minor spessore rispetto alle attese.
Confido nel terzo episodio per una risalita di livello.
 
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