CASTELFRANCO (Treviso) —«Folle» lo avevano etichettato in molti, guardandolo mentre si inventava scherzi e parlava in modo irrequieto nel salotto del Grande Fratello. «Pazzo» lo chiamavano i conoscenti, un po’ per ridere, un po’ perché sapevano che nel suo passato c’era stato qualche problema coi dottori e con le pillole. Ma a nessuno, prima di oggi, se non ai suoi famigliari e a qualche intimo amico, Mauro Marin aveva rivelato che, veramente, aveva avuto problemi con la propria mente. È quanto adesso racconta nel suo libro «C’è una cosa che non vi ho detto», del quale oggi «Chi» anticipa alcuni stralci. Dopo una overdose di discoteche, di flash e di televisione, adesso per «Maurone» è giunto il momento della riflessione. «Schizofrenia affettiva con disturbo bipolare, che comporta sbalzi d’umore che portano a picchi maniacali in stati di agitazione e supereuforia alternati a continui cali depressivi»: questa la diagnosi che anni fa fece il primario dell’ospedale di Montebelluna, prima di disporre un trattamento sanitario obbligatorio (Tso) per lui.
Un’esperienza che lui racconta così: «Ammetto che la camicia di forza non miè mai piaciuta. Ricordo che quando mi legavano al letto di contenzione, non sentivo più il sangue che circolava nelle vene ». Ancora, i farmaci che gli causavano rallentamenti nella motricità. E l’angoscia: «Mi sarei potuto lanciare dal terzo piano o buttarmi sotto a un treno ». Inevitabile, a questo punto, che il dibattito si scateni dentro e fuori l’arena televisiva. Era opportuno che in un reality vivesse un «malato», seppur sotto il controllo del dottor Carlo Alberto Cavallo, psicologo del programma? Giulio Marin, suo fratello, spiega la posizione della famiglia. «Sono cose delicate, preferirei non parlarne - dice - Ma questa è la sua vita, se lui vuole esporsi, può farlo. In ogni caso è positivo sapere che ci sono delle persone che riescono a guarire dalla malattia. Può servire a chi magari è solo e ha paura».
fonte corrieredelveneto.it
quindi è vero quello che sostenevano in molti quando mauro era nella casa e cioè che soffriva di bipolarismo
Un’esperienza che lui racconta così: «Ammetto che la camicia di forza non miè mai piaciuta. Ricordo che quando mi legavano al letto di contenzione, non sentivo più il sangue che circolava nelle vene ». Ancora, i farmaci che gli causavano rallentamenti nella motricità. E l’angoscia: «Mi sarei potuto lanciare dal terzo piano o buttarmi sotto a un treno ». Inevitabile, a questo punto, che il dibattito si scateni dentro e fuori l’arena televisiva. Era opportuno che in un reality vivesse un «malato», seppur sotto il controllo del dottor Carlo Alberto Cavallo, psicologo del programma? Giulio Marin, suo fratello, spiega la posizione della famiglia. «Sono cose delicate, preferirei non parlarne - dice - Ma questa è la sua vita, se lui vuole esporsi, può farlo. In ogni caso è positivo sapere che ci sono delle persone che riescono a guarire dalla malattia. Può servire a chi magari è solo e ha paura».
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quindi è vero quello che sostenevano in molti quando mauro era nella casa e cioè che soffriva di bipolarismo