Le previsioni parlano di 2,5 milioni di schede nuove vendute quest'anno. Il 2005 a quota 1,9 milioni
Viene alla mente il detto "Francia o Spagna purché se magna" ascoltando le ultime battute del presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri alla presentazione dei risultati dell'esercizio 2005 del gruppo. Rispondendo a una domanda di un analista sul futuro di Mediaset, dopo le elezioni, Confalonieri ha detto che «La sinistra si aspetta più una Rai servizio pubblico che televisione commerciale. In passato, durante la presidenza Zaccaria, in Rai si prestava maggiore attenzione all'aspetto commerciale. Questa però - ha aggiunto - non è propriamente nella mentalità di sinistra». «Forse - ha chiarito Confalonieri - quello della presidenza Zaccaria è stato un momento particolare ma credo che la maggior parte delle forze di sinistra pensino ad una Rai più servizio pubblico, orientata a rivedere certe frenesie di ascolto». Grasso che cola per la concorrenza di Cologno che potrebbe così tornare a macinare ascolti da record e rimpinguare ulteriormente i ricavi. Insomma sembra quasi che a Confalonieri (il Cav ci perdoni!) una vittoria di Romano Prodi non dispiaccia più che tanto perché, per quanto riguarda la competizione con la Rai, potrebbe persino rivelarsi un vantaggio. All'inizio della presentazione Confalonieri aveva esordito dicendo: «Quando si parla di rischio politico per Mediaset, e se ne parla molto in questi giorni di vigilia elettorale, si deve considerare che interventi penalizzanti verso la nostra azienda sarebbero in realtà rivolti contro il mercato, e andrebbero a creare danni a un'impresa sana e competitiva». Sarebbe dunque paradossale colpire una realtà aziendale che funziona in un'economia dove non sono in molti a potersi vantare di risultati come quelli illustrati subito appresso dal vice presidente Pier Silvio Berlusconi e dall'amministratore delegato Giuliano Adreani. Gli ascolti delle tre reti Mediaset hanno registrato in prima serata uno share del 42,8%, in crescita dello 0,5% rispetto al 2004.
Il gruppo si è ulteriormente rafforzato nella fascia commerciale (15 - 64 anni). Su questa fascia Mediaset è leader con il 44,7% in prime time e il 43,9% nelle 24 ore. Canale5 è prima rete con il 24,1% in prime time e il 23,5% nelle 24 ore. Nei primi due mesi del 2006 infine il Biscione ottiene uno share pari al 42,5% in prime time e al 41,2% nel totale della giornata superando la Rai in tutte le fasce orarie. Sempre sul target tra i 15 e il 64 anni Canale5 mantiene il primo posto davanti a Rai Uno con un distacco di oltre quattro punti di share in tutte le fasce di riferimento. Nonostante una programmazione «molto aggressiva» viale Mazzini ha perso telespettatori. E stabilito che al vice presidente «non interessa la gara su un pubblico indifferenziato» i risultati a cui mira sono focalizzati su quello commerciale che rappresenta il 70% della popolazione ma ben l'80% degli investimenti pubblicitari. Per questo il «cinema americano migrerà da Canale5 verso Italia1 liberando risorse destinate a incrementare le produzioni con particolare attenzione ai prodotti di lunga serialità».
Il capitolo più interessante sono certamente i risultati del Dtt: 1milione e 900 mila carte premium vendute e 2 milioni e 100 mila ricariche con la prospettiva di chiudere l'anno con una vendita di tessere attorno ai 2 milioni e 500 mila con un ricavo annuale per utente stimato sui 100 euro. Infine per Berlusconi junior la penetrazione dei set top box a fine 2006 si aggirerà su 5 milioni. Il fronte del tv-fonino: gli investimenti di Mediaset sono pari a «230 milioni di euro e già con i contratti in essere questa cifra è coperta». «La copertura prevista entro la fine del 2006 per il Dvbh è del 75%. Oltre al 25% di capacità di trasmissione assegnata a Tim, a Mediaset resta il 75%». Ottimista Adreani, che spera di far crescere la raccolta pubblicitaria oltre il 3%. I primi mesi del 2006 sono tra il 2 e il 3%, ma per la seconda parte dell'anno si attende una ripresa dei consumi.
| Punto Com |
Viene alla mente il detto "Francia o Spagna purché se magna" ascoltando le ultime battute del presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri alla presentazione dei risultati dell'esercizio 2005 del gruppo. Rispondendo a una domanda di un analista sul futuro di Mediaset, dopo le elezioni, Confalonieri ha detto che «La sinistra si aspetta più una Rai servizio pubblico che televisione commerciale. In passato, durante la presidenza Zaccaria, in Rai si prestava maggiore attenzione all'aspetto commerciale. Questa però - ha aggiunto - non è propriamente nella mentalità di sinistra». «Forse - ha chiarito Confalonieri - quello della presidenza Zaccaria è stato un momento particolare ma credo che la maggior parte delle forze di sinistra pensino ad una Rai più servizio pubblico, orientata a rivedere certe frenesie di ascolto». Grasso che cola per la concorrenza di Cologno che potrebbe così tornare a macinare ascolti da record e rimpinguare ulteriormente i ricavi. Insomma sembra quasi che a Confalonieri (il Cav ci perdoni!) una vittoria di Romano Prodi non dispiaccia più che tanto perché, per quanto riguarda la competizione con la Rai, potrebbe persino rivelarsi un vantaggio. All'inizio della presentazione Confalonieri aveva esordito dicendo: «Quando si parla di rischio politico per Mediaset, e se ne parla molto in questi giorni di vigilia elettorale, si deve considerare che interventi penalizzanti verso la nostra azienda sarebbero in realtà rivolti contro il mercato, e andrebbero a creare danni a un'impresa sana e competitiva». Sarebbe dunque paradossale colpire una realtà aziendale che funziona in un'economia dove non sono in molti a potersi vantare di risultati come quelli illustrati subito appresso dal vice presidente Pier Silvio Berlusconi e dall'amministratore delegato Giuliano Adreani. Gli ascolti delle tre reti Mediaset hanno registrato in prima serata uno share del 42,8%, in crescita dello 0,5% rispetto al 2004.
Il gruppo si è ulteriormente rafforzato nella fascia commerciale (15 - 64 anni). Su questa fascia Mediaset è leader con il 44,7% in prime time e il 43,9% nelle 24 ore. Canale5 è prima rete con il 24,1% in prime time e il 23,5% nelle 24 ore. Nei primi due mesi del 2006 infine il Biscione ottiene uno share pari al 42,5% in prime time e al 41,2% nel totale della giornata superando la Rai in tutte le fasce orarie. Sempre sul target tra i 15 e il 64 anni Canale5 mantiene il primo posto davanti a Rai Uno con un distacco di oltre quattro punti di share in tutte le fasce di riferimento. Nonostante una programmazione «molto aggressiva» viale Mazzini ha perso telespettatori. E stabilito che al vice presidente «non interessa la gara su un pubblico indifferenziato» i risultati a cui mira sono focalizzati su quello commerciale che rappresenta il 70% della popolazione ma ben l'80% degli investimenti pubblicitari. Per questo il «cinema americano migrerà da Canale5 verso Italia1 liberando risorse destinate a incrementare le produzioni con particolare attenzione ai prodotti di lunga serialità».
Il capitolo più interessante sono certamente i risultati del Dtt: 1milione e 900 mila carte premium vendute e 2 milioni e 100 mila ricariche con la prospettiva di chiudere l'anno con una vendita di tessere attorno ai 2 milioni e 500 mila con un ricavo annuale per utente stimato sui 100 euro. Infine per Berlusconi junior la penetrazione dei set top box a fine 2006 si aggirerà su 5 milioni. Il fronte del tv-fonino: gli investimenti di Mediaset sono pari a «230 milioni di euro e già con i contratti in essere questa cifra è coperta». «La copertura prevista entro la fine del 2006 per il Dvbh è del 75%. Oltre al 25% di capacità di trasmissione assegnata a Tim, a Mediaset resta il 75%». Ottimista Adreani, che spera di far crescere la raccolta pubblicitaria oltre il 3%. I primi mesi del 2006 sono tra il 2 e il 3%, ma per la seconda parte dell'anno si attende una ripresa dei consumi.
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