Ogni tanto una buona notizia...

Attenzione a far festa, perchè bisogna vedere quanti sono gli occupati italiani del prodotto made in Italy.
Conosco parecchie aziende del cosiddetto Made-in-Italy, fornitrici di multinazionali a livello di Ikea (es Nilke), che hanno in realtà 50 dipendenti qui e qualche migliaio nell'ex europa dell'est od in asia.
Le materie prime partono dall'Italia, vengono trasformate e lavorate in zone extra cee dove la manodopera costa niente, l'energia molto meno e le tasse sono bassissime (anzi, nulle e gli stabilimenti sono costruiti su terreni regalati), quindi, i prodotti così realizzati tornano entro le nostre frontiere, secondo le regole della cosiddetta "temporanea esportazione".
Non sarà questo il caso, però val la pena di riflettere...
 
Io ho visto un documentario molto interessante, mi pare su Discovery Ch., che illustrava la produzione Ikea di divani e tavoli effettuata in Polonia. Lì gli operai erano tutti polacchi.
Se valesse anche per noi sarebbe veramente una splendida notizia.
E speriamoci, su!
 
italiauno61 ha scritto:
Io ho visto un documentario molto interessante, mi pare su Discovery Ch., che illustrava la produzione Ikea di divani e tavoli effettuata in Polonia. Lì gli operai erano tutti polacchi.
Se valesse anche per noi sarebbe veramente una splendida notizia.
E speriamoci, su!

Quoto. Come si dice, la speranza è l'ultima a morire.
 
C'è un modo per capire dall'etichetta del mobile in esposizione se il prodotto è italiano o meno? Sicuramente sull'imballaggio c'è scritto (così come io ho trovato un inaspettato "made in italy" su una lampada da tavolo che ho comprato da Ikea), ma sarebbe interessante capire già dall'esposizione se si tratta di prodotto nostrano o meno.
 
mi ha colpito molto una frase dell'AD di IKEA Italia in un intervista rilasciata a Radi24 ,

«Per l’Ikea non è un problema l’articolo 18, ma è l’incertezza dei tempi della burocrazia e della politica».

riflettete gente , riflettete :eusa_whistle:
 
Servirebbe una tracciatura come sulle carni.... dato che per il "made in Italy" sono ammesse fasi di lavorazione fuori dai confini e vien data la stessa rilevanza (conta solo la proporzione numerica non le ore, ad esempio) ad operazioni che hanno invece un peso nettamente diverso sulla qualità/valore del prodotto o sulla salubrità dei prodotti/lavorazioni, sia per gli operai e che per il cliente finale. (es. verniciatura e vernici)
Che so... prodotto in Bosnia da XYz, assemblato e confezionato in Italia da ABC, oppure 25% made in Italy.
Per la tua Lampada non so... tuttavia conosco aziende Italiane che dalla fine anni 70 importano prodotti "custom" (fatti apposta per quel cliente in quel modo) e li rivendono come se li avessero costruiti loro, oppure assemblano parti fatte all'estero ma comprate in Italia da un rivenditore che le spaccia come proprie.
Se aquisto i componenti dalla ditta A la quale certifica che siano di manifattura italiana, io posso temporaneamente esportare quei componenti ed assemblare la lampada in Serbia, poi la riporto qui e legalmente la rivendo come prodotto made in Italy.
:icon_rolleyes:

alex86 ha scritto:
C'è un modo per capire dall'etichetta del mobile in esposizione se il prodotto è italiano o meno? Sicuramente sull'imballaggio c'è scritto (così come io ho trovato un inaspettato "made in italy" su una lampada da tavolo che ho comprato da Ikea), ma sarebbe interessante capire già dall'esposizione se si tratta di prodotto nostrano o meno.
 
Ultima modifica:
maomin ha scritto:
mi ha colpito molto una frase dell'AD di IKEA Italia in un intervista rilasciata a Radi24 ,

«Per l’Ikea non è un problema l’articolo 18, ma è l’incertezza dei tempi della burocrazia e della politica».

riflettete gente , riflettete :eusa_whistle:

Già...:icon_rolleyes:
 
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