Pec

Bluecrush

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Salve..
Volevo farvi una domanda .. io ho una email certificata delle poste del tipo
nome.cognome@postacertificata.gov.it (pec gratuita delle poste)
Sono titolare di una societa' Sas
Entro il 29 novembre tutte le societa' dovranno comunicare la propria pec al registro delle imprese .. pena onerose multe .
Secondo voi quella pec che ho con le poste va bene per la mia societa' oppure no ?
Grazie
 
Bluecrush ha scritto:
Salve..
Volevo farvi una domanda .. io ho una email certificata delle poste del tipo
nome.cognome@postacertificata.gov.it (pec gratuita delle poste)
Sono titolare di una societa' Sas
Entro il 29 novembre tutte le societa' dovranno comunicare la propria pec al registro delle imprese .. pena onerose multe .
Secondo voi quella pec che ho con le poste va bene per la mia societa' oppure no ?
Grazie
Si' dovrebbe andar bene. Io l'ho attivata sul sito https://www.postacertificata.gov.it/home/index.dot

Ma anche se l'attivi tramite il sito delle poste dovrebbe andar bene ugualmente.
 
Secondo me sarebbe opportuno distinguere la posta certificata della persona fisica da quella della persona giuridica, anche se sei socio unico di quella società di persone.

Se non altro perché quell'indirizzo è stato pensato dal ministero della P.A. per le comunicazioni tra cittadini e P.A.
Se un'altra società t'inviasse un'email certificata (ammesso e non concesso che sia fattibile), tu non potresti rispondergli. Perché da quell'indirizzo puoi corrispondere solamente con gli indirizzi iscritti nell'albo degli indirizzi PEC della P.A.
 
Io per la ditta della mia ragazza, che è ditta individuale (cioè la denominazione della ditta è suo nome cognome) ho attivato la posta certificata @postacertificata.gov.it poichè tutte le altre sono a pagamento, e di spendere per una cosa inutile non mi và. Perchè sinceramente credo sia proprio inutile sta cosa, non perchè il servizio in sè non serva, anzi, sarebbe una bella comodità, ma poichè la burocratese borbonica amministrazione italica non srà mai in grado di inviare una mail certificata :eusa_wall:
 
prova a mandare un messaggio di posta certificata a qualcuno che non è P.A. se funziona puoi usare quella altrimenti quella gratis è limitata alla P.A.
 
No, non si può mandare posta certificata ad indirizzi esterni a quelli indicati nell'apposito registro.
 
io ho chiesto alla mia camera di commercio (trieste) e mi hanno detto che le caselle fornite gratuitamente dallo stato sono da considerarsi strettamente "personali" e quindi non le accetteranno per le società.



ps: se ti interessa, trovi anche caselle gratuite per il primo anno, mentre per i successivi rinnovi costano 5,00 €/annui
 
Ultima modifica:
Appunto, come sospettavo.

5 euro annui mediamente. Un prezzo bassissimo a fronte di uno strumento che consente di risparmiare sulle raccomandate (3 euro l'una).
 
che costi poco o tanto è relativo, però mi pare assurdo imporre per legge a tutte le società di dotarsi di pec, quando:
- le pec per i liberi professionisti iscritti agli albi professionai (avvocati, geometri...) sono obbligatorie da qualche anno e la pubblica amministrazione (che li ha imposto di dotarsi di pec) non ha mandato NESSUNA compunicazione con questo strumento e continua a mandare le solite lettere per raccomandata postale
- le società che non utilizzano la posta elettronica come faranno (e di società senza dipendenti e con soltanto soci "anziani" o comunque senza alcuna conoscenza dei computer ce ne sono a migliaia)? riceveranno messaggi con valore di raccomandata che non sapranno come leggere (con le conseguenze che potranno esserci come quando non si risponde ad una normale raccomandata) o dovranno pagare qualcuno (p.e. commercialista) che fornirà loro questo servizio (alla faccia della semplificazione)?

per diffondere questo strumento (senza renderlo assurdamente obbligatorio), doveva essere per primo lo stato a dirottare le proprie comunicazioni su questo strumento (p.e. tutte le pubbliche amministrazioni dovevano usare soltanto la pec per mandare email alle aziende e nello stesso momento, che stato doveva fornire caselle gratuite anche alle imprese).
così come è stato fatto mi puzza tanto di una mossa per favorire per legge le aziende che offrono (a pagamento) questo servizio.
 
non ha mandato NESSUNA compunicazione con questo strumento e continua a mandare le solite lettere per raccomandata postale
Ho testimonianze, anche del sottoscritto, che dicono il contrario. Ovviamente è un processo che richiede anni, pertanto se oggi solo il 10% delle comunicazioni passa per pec a fronte di un 90% di raccomandate questo numero non può che essere destinato a crescere nel futuro prossimo. La P.A. è come una macchina lenta.
Le società con "età anagrafica avanzata" per loro natura vanno a svecchiarsi automaticamente con il cerchio della vita :)
E' la stessa, identica, polemica dell'epoca dell'introduzione del DTT in Italia. Le persone anziane dovranno pagare qualcuno, etc. Eppure mi pare che la collettività abbia avuto vantaggi (la moltiplicazione dei canali e della concorrenza) dal digitale terrestre. No?

nello stesso momento, che stato doveva fornire caselle gratuite anche alle imprese
Questa affermazione è priva di senso. Perché mai? Per aumentare un altro po' il debito pubblico?

così come è stato fatto mi puzza tanto di una mossa per favorire per legge le aziende che offrono (a pagamento) questo servizio.
E viceversa questo servizio produrrà meno introiti per Poste, TNT, SAIPost e tutti gli altri operatori nazionali che consegnano raccomandate. Anche se qualche maligno diceva che ottenere margini di ricavo è utopia, salvo screditare il costo del lavoro con manodopera più scadente.
 
Ultima modifica:
si dovrebbe chiarire però se la pec è uno strumento nato per le comunicazioni tra lo stato ed il cittadino oppure se è uno strumento sostitutivo delle raccomandate, perché,

nel primo caso:
alex86 ha scritto:
Ho testimonianze, anche del sottoscritto, che dicono il contrario.
per esperienza diretta ti posso assicurare che l'agenzia delle entrate, l'inps, inail, le camere di commercio... non mandano nessun documento o comunicazione "ufficiale" con la pec, al limite (casi più unici che rari) utilizzano la pec per mandare semplici email, ma mai per documenti ufficiali (p.e . multe o accertamenti).
è assurdo, secondo me, dare un limite temporale alle aziende e prevedere sanzioni per i ritardatari, mentre la controparte (lo stato) continua a fare quello che gli pare.

Le società con "età anagrafica avanzata" per loro natura vanno a svecchiarsi automaticamente con il cerchio della vita :)
intanto queste aziende, dovranno trovare delle soluzioni per uno strumento che di fatto non utilizzeranno e del quale non sentivano il bisogno.

nello stesso momento, che stato doveva fornire caselle gratuite anche alle imprese
Questa affermazione è priva di senso. Perché mai? Per aumentare un altro po' il debito pubblico?
se lo stato vuole comunicare con me con determinati strumenti o mi fornisce tutto il necessario affinché io possa ricevere il messaggio, oppure il servizio deve essere facoltativo

nel secondo caso: se invece la pec è uno strumento sostitutivo delle raccomandate, dovrebbe valere la regola base del mercato: domanda e offerta.
aumentare per legge la domanda non mi pare una trovata geniale.


io non contesto la validità della pec, trovo assurdo però imporla per legge
 
Bluecrush ha scritto:
Salve..
Volevo farvi una domanda .. io ho una email certificata delle poste del tipo
nome.cognome@postacertificata.gov.it (pec gratuita delle poste)
Sono titolare di una societa' Sas
Entro il 29 novembre tutte le societa' dovranno comunicare la propria pec al registro delle imprese .. pena onerose multe .
Secondo voi quella pec che ho con le poste va bene per la mia societa' oppure no ?
Grazie

Non va bene. Il motivo è che non è una vera e propria posta certificata (me lo spiegarono, ma non mi ricordo la spiegazione complessa).

Io come professionista l'ho fatta con Aruba per 5 euro l'anno.
 
kantele ha scritto:
che costi poco o tanto è relativo, però mi pare assurdo imporre per legge a tutte le società di dotarsi di pec, quando:
- le pec per i liberi professionisti iscritti agli albi professionai (avvocati, geometri...) sono obbligatorie da qualche anno e la pubblica amministrazione (che li ha imposto di dotarsi di pec) non ha mandato NESSUNA compunicazione con questo strumento e continua a mandare le solite lettere per raccomandata postale

La PA no, verissimo. C'è da dire che per i professionisti, come entrerà a regime la PEC generalizzata per tutti gli operatori economici è una manna dal cielo. Immaginati un professionista (Avvocato) che fa recupero crediti: ogni volta che devo diffidare un debitore, persona giuridica o imprenditore individuale che sia, devo andare alle poste e fare relativa raccomandata a/r, con perdita di tempo e di soldi... minimo un Avvocato farà una cinquantina di raccomandate l'anno, 4 euro l'una sono duecento euro (si le recuperi dai vari clienti, ma c'è un dispendio di risorse inutile) a fronte di un costo casella PEC di 5 euro. Meno cartaccia inutile che gira, maggiore precisione (non vanno perse), tanto tempo risparmiato, minori file agli uffici postali.

kantele ha scritto:
- le società che non utilizzano la posta elettronica come faranno (e di società senza dipendenti e con soltanto soci "anziani" o comunque senza alcuna conoscenza dei computer ce ne sono a migliaia)? riceveranno messaggi con valore di raccomandata che non sapranno come leggere (con le conseguenze che potranno esserci come quando non si risponde ad una normale raccomandata) o dovranno pagare qualcuno (p.e. commercialista) che fornirà loro questo servizio (alla faccia della semplificazione)?

Che imparino ad usare pc e email, oppure assumano un dipendente che lo sappia fare. Io di società nelle quali non usano il PC non ne conosco manco una ad essere sincero

kantele ha scritto:
per diffondere questo strumento (senza renderlo assurdamente obbligatorio), doveva essere per primo lo stato a dirottare le proprie comunicazioni su questo strumento (p.e. tutte le pubbliche amministrazioni dovevano usare soltanto la pec per mandare email alle aziende e nello stesso momento, che stato doveva fornire caselle gratuite anche alle imprese).
così come è stato fatto mi puzza tanto di una mossa per favorire per legge le aziende che offrono (a pagamento) questo servizio.

Non mi sembra che le aziende del settore che offrono PEC come loro principale core business siano così influenti sul legislatore ...
 
scusate se uppo questo vecchio 3D, ma avrei un quesito da sottoporvi sulla PEC......
per inviare dei documenti inerenti un concorso che devono essere firmati in calce di solito come si fa? si stampano, si firmano e poi si fa una scansione?
nel bando viene specificato che tutti gli allegati devono essere firmati dall'interessato mentre dove viene spiegata la possibilità di invio via PEC c'è scritto che gli allegati devono essere privi di firma digitale o firma elettronica qualificata
Qualcuno più esperto di me potrebbe aiutarmi? grazie ;)

P.S. qual'è la PEC più conveniente? Aruba?
 
la "firma digitale" o "firma elettronica" non c'entra nulla con la firma autografa dell'interessato.
Devi firmarli a penna, scansionarli ed inviarli via PEC, punto. Attenzione che la casella email di destinazione (dove spedire) sia una casella PEC altrimenti non hai la ricevuta PEC valida.
Forse la PEC più conveniente è quella di poste italiane, ma se non ricordo male ha dei grossi limiti sugli allegati.
Molto molto meglio Aruba (anche io l'ho presa da loro, mai più prodotti poste italiane :D ).
 
Devi firmarli a penna, scansionarli ed inviarli via PEC, punto.

in realtà pare che non sia così, cioè se la domanda viene inviata tramite la PEC, che ha già accertato la tua identità, la domanda stessa si ritiene sottoscritta
ho trovato in rete una circolare del 2010 del ministro Brunetta dove si afferma:

3. Sottoscrizione della domanda.

Come ogni manifestazione di volontà espressa con atto scritto, la domanda di partecipazione ad un concorso richiede la sottoscrizione da parte dell'istante quale elemento che dà certezza giuridica, segnale di impegno rispetto alla richiesta presentata ed ai suoi contenuti, risposta all'esigenza di individuare l'autore della stessa.

L'articolo 65 del d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell'amministrazione digitale) disciplina la validità delle istanze e delle dichiarazioni presentate alle pubbliche amministrazioni per via telematica, stabilendo che esse sono valide:
a) se sottoscritte mediante la firma digitale;
b) ovvero, quando l'autore è identificato dal sistema informatico con l'uso della carta d'identità elettronica o della carta nazionale dei servizi;
c) ovvero quando l'autore è identificato dal sistema informatico con i diversi strumenti previsti dalla normativa vigente (nel limite temporale di vigenza previsto per detta modalità di identificazione);
c-bis) ovvero quando l'autore è identificato dal sistema informatico attraverso le credenziali di accesso relative all'utenza personale di posta elettronica certificata di cui all'articolo 16-bis del d.l. n. 185 del 2008, convertito dalla legge n. 2 del 2009.

Le istanze e le dichiarazioni inviate o compilate sul sito secondo le modalità di cui alle lettere sopra elencate sono equivalenti alle istanze e alle dichiarazioni sottoscritte con firma autografa apposta in presenza del dipendente addetto al procedimento.

Nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 4 del DPR 487/1994, pertanto, l'inoltro tramite posta certificata di cui all'art. 16-bis del d.l. 185/2008 (vedi sopra lettera c-bis) è già sufficiente a rendere valida l'istanza, a considerare identificato l'autore di essa, a ritenere la stessa regolarmente sottoscritta.

Non si rinviene in alcun modo nella normativa vigente in tema di concorsi la necessità di una presentazione dell'istanza con le modalità qualificate di cui alle lettere a), b) e c) sopra richiamate, fermo restando che qualora utilizzate dal candidato sono senz'altro da considerare valide da parte dell'amministrazione.

il problema è che ancora adesso dopo più di 5 anni non so se tutti gli Enti sono a conoscenza di questa cosa e accettano la domanda
sinceramente a me sembra un controsenso stampare tutto, firmare e poi riportare tutto in digitale sul computer
 
io non mi farei troppi problemi, ti spiego: la PEC deve servire soprattutto a te, per avere una ricevuta (legalmente valida) di avvenuta ricezione. Poi la domanda di concorso la compili normalmente, firmandola in maneira autografa.
Se poi tutto questo sia una ridondanza, chissenefrega. Si parla di "sufficienza" ad identificare la persona, tu ne stai dando addirittura due di meccanismi di identità...
:)
 
io non mi farei troppi problemi, ti spiego: la PEC deve servire soprattutto a te, per avere una ricevuta (legalmente valida) di avvenuta ricezione. Poi la domanda di concorso la compili normalmente, firmandola in maneira autografa.
Se poi tutto questo sia una ridondanza, chissenefrega. Si parla di "sufficienza" ad identificare la persona, tu ne stai dando addirittura due di meccanismi di identità...
:)

Una domanda: ma il sistema PGP perché non può sostituire la PEC? non dà garanzia del mittente?
 
è una cosa differente. La PGP è il software di base di encryption, su cui si basa la firma e la cifratura a chiave pubblica/privata. Però è un tool prettamente software, non ha alcuna validità riconosciuta a livello legale (nella legge italiana) e soprattutto non permette la trasmissione di messaggi.
La PEC invece è una forma particolare di email (quindi è uno strumento finalizzato allo scambio di messaggi e documenti) che permette di avere il riscontro di avvenuta consegna al destinatario: è utilizzata solo in ambito nazionale italiano e riconosciuta dalla nostra legge per cui ha lo stesso valore (legale) di una raccomandata con ricevuta di ritorno. All'interno della PEC, poi, si possono utilizzare meccanismi di firma ed integrità del contenuto, che si basano sugli algoritmi PGP.


 
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