1 giugno 2006 - L'insaziabile fame di sushi, il prelibato pesce crudo giapponese, rischia di ingoiare anche quello del Mediterraneo.
Il pregiato tonno rosso occidentale sta diventando infatti una delle prede piu' ambite dei pescatori nipponici, gia' alla gogna di tutte le associazioni ambientaliste del mondo per la loro caccia indiscriminata alle balene, comprese alcune specie ad alto rischio di estinzione.
Le ultime denunce, che hanno trovato eco anche sulla stampa nipponica, vengono da Greenpeace e WWF, e riguardano il tonno del Mediterraneo, che ormai finirebbe per oltre il 95% in Giappone sulle tavole dei ristoranti specializzati nella preparazione del famoso pesce crudo. Sul mercato interno dell'arcipelago un esemplare di alta qualita' puo' arrivare a costare anche 7 milioni di Yen (quasi 50 mila euro).
Le associazioni ambientaliste denunciano una situazione preoccupante che, senza un deciso intervento, potrebbe causare a breve la decimazione delle specie in questione. Nel 2005 infatti i giapponesi avrebbero pescato tra le 40 e 50 mila tonnellate di pesce, ben oltre la quota di 32 mila tonnellate annue fissata dalle autorita' marittime. E il rischio e' che la pesca selvaggia si allarghi ulteriormente con l'apertura di nuovi mercati del sushi, alimento sempre piu' popolare in tutto il mondo.
Il sushi e' certamente il piatto piu' noto e riconoscibile della cucina nipponica. Preparato utilizzando il filetto di pesce freschissimo adagiato su riso intinto nell'aceto, viene consumato in enormi quantita' dalla popolazione, che considera questo piatto come un vero e proprio 'fast food'. E questo era infatti nel medioevo, quando nell'antica Edo (l'odierna Tokyo) il sushi veniva mangiato dai lavoratori in fretta e senza le proverbiali bacchette, cosa rara per le abitudini locali che considerano molto sconveniente cibarsi con le mani.
Il problema della pesca selvaggia nel Mediterraneo non tocca solo la fauna marittima ma anche chi con essa si guadagna da vivere, come i pescatori di Almadraba, nel sud ovest della Spagna. Ultimi al mondo ad utilizzare il metodo degli antichi fenici per pescare con le reti, sono vittime in prima persona dell' 'overfishing', e per questo si sono riuniti con le associazioni ambientaliste per cercare di contrastare il fenomeno.
Il Giappone e' il 'sorvegliato speciale' per quanto riguarda la pesca indiscriminata di specie protette, compresa quella delle balene, la cui carne e' considerata una prelibatezza dalla cucina locale. Proprio pochi giorni fa e' partita da Tokyo l'ennesima spedizione 'scientifica' verso il Pacifico meridionale alla caccia di cetacei da 'studiare'.
(ANSA)
Il pregiato tonno rosso occidentale sta diventando infatti una delle prede piu' ambite dei pescatori nipponici, gia' alla gogna di tutte le associazioni ambientaliste del mondo per la loro caccia indiscriminata alle balene, comprese alcune specie ad alto rischio di estinzione.
Le ultime denunce, che hanno trovato eco anche sulla stampa nipponica, vengono da Greenpeace e WWF, e riguardano il tonno del Mediterraneo, che ormai finirebbe per oltre il 95% in Giappone sulle tavole dei ristoranti specializzati nella preparazione del famoso pesce crudo. Sul mercato interno dell'arcipelago un esemplare di alta qualita' puo' arrivare a costare anche 7 milioni di Yen (quasi 50 mila euro).
Le associazioni ambientaliste denunciano una situazione preoccupante che, senza un deciso intervento, potrebbe causare a breve la decimazione delle specie in questione. Nel 2005 infatti i giapponesi avrebbero pescato tra le 40 e 50 mila tonnellate di pesce, ben oltre la quota di 32 mila tonnellate annue fissata dalle autorita' marittime. E il rischio e' che la pesca selvaggia si allarghi ulteriormente con l'apertura di nuovi mercati del sushi, alimento sempre piu' popolare in tutto il mondo.
Il sushi e' certamente il piatto piu' noto e riconoscibile della cucina nipponica. Preparato utilizzando il filetto di pesce freschissimo adagiato su riso intinto nell'aceto, viene consumato in enormi quantita' dalla popolazione, che considera questo piatto come un vero e proprio 'fast food'. E questo era infatti nel medioevo, quando nell'antica Edo (l'odierna Tokyo) il sushi veniva mangiato dai lavoratori in fretta e senza le proverbiali bacchette, cosa rara per le abitudini locali che considerano molto sconveniente cibarsi con le mani.
Il problema della pesca selvaggia nel Mediterraneo non tocca solo la fauna marittima ma anche chi con essa si guadagna da vivere, come i pescatori di Almadraba, nel sud ovest della Spagna. Ultimi al mondo ad utilizzare il metodo degli antichi fenici per pescare con le reti, sono vittime in prima persona dell' 'overfishing', e per questo si sono riuniti con le associazioni ambientaliste per cercare di contrastare il fenomeno.
Il Giappone e' il 'sorvegliato speciale' per quanto riguarda la pesca indiscriminata di specie protette, compresa quella delle balene, la cui carne e' considerata una prelibatezza dalla cucina locale. Proprio pochi giorni fa e' partita da Tokyo l'ennesima spedizione 'scientifica' verso il Pacifico meridionale alla caccia di cetacei da 'studiare'.
(ANSA)