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Privacy, ultimi giorni per adottare le misure minime di sicurezza

ERCOLINO

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Mancano ormai pochi giorni all'entrata in vigore delle disposizioni in materia di misure minme di sicurezza, descritte dal D.Lgs. n. 196/2003 e dal suo allegato B). Queste norme, forse per la prima volta nel nostro ordinamento, disciplinano organicamente le modalità di utilizzazione di pc, server, software ed altri strumenti elettronici, qualora vengano utilizzati per il trattamento di dati personali.

E' ormai prossima, infatti, la scadenza del 31 marzo, prevista dall’ultimo decreto milleproroghe (DECRETO LEGGE n. 273/05), per l’entrata in vigore delle parti del Codice Privacy (D.Lgs. n. 196/2003) che impongono a tutti i titolari di trattamento l’adozione delle misure minime di sicurezza in caso di trattamenti di dati effettuati con strumenti informatici.

Chi ci legge abitualmente sa l'importanza che noi attribuiamo alla sicurezza delle macchine e degli archivi, pertanto ci è parso utile esporvi un breve memorandum degli adempimenti che derivano dall'entrata in vigore della normativa sulle misure di sicurezza-privacy.

In particolare, è necessario (per i trattamenti aziendali, ma analogamente è previsto per i trattamenti effettuati da professionisti, enti pubblici, associazioni, sindacati etc.):

- adottare un sistema di password per ogni computer utilizzato (le password vanno modificate ogni 3 o 6 mesi, a seconda che si trattino dati sensibili o meno; devono essere composte da almeno 8 caratteri o il massimo consentito dal programma, e non devono contenere indicazioni agevolmente riconducibili all’utente);
- in caso di più postazioni utilizzate, individuare un sistema di gestione delle password in caso di assenza prolungata dell’interessato;
- in caso di più operatori che intervengano sui computer, individuare un sistema di autorizzazione all’accesso ai vari archivi informatici, in modo che non accada che ogni utente possa accedere a qualsiasi dato aziendale, qualora ciò non sia previamente e scientemente previsto;
- effettuare sempre una copia informatica dei dati presenti nei pc (back up) e conservarla possibilmente in un luogo distante da quello ove avviene il trattamento;
- adottare un programma anti-virus ed un programma anti-intrusione (firewall), ed aggiornarli semestralmente, unitamente a tutti gli altri programmi presenti nei pc aziendali;
- adottare un aggiornato Documento Programmatico sulla Sicurezza (nel caso in cui si trattino dati sensibili) ove siano indicati i trattamenti effettuati, i rischi che incombono sul trattamento, le contromisure adottate, nonché tutti gli altri elementi prescritti dalla normativa;
- la cifratura dei dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale degli interessati, qualora vengano trattati da esercenti professioni sanitarie.

Ricordiamo che, in caso di trattamenti effettuati in modalità cartacea, è necessario che vengano indicati per iscritto i soggetti abilitati ad accedere agli archivi e che tutti gli archivi vengano collocati in luoghi lontani dall’accesso del pubblico. Possono anche essere collocati in armadi sprovvisti di serratura, purchè però si trovino in ambienti ove siano presenti incaricati del titolare dell’azienda che impediscano un accesso non consentito a soggetti terzi.

Inoltre, non va dimenticato che sono ancora in vigore le disposizioni che impongono ad ogni soggetto che tratti dati personali di:
- prestare l’informativa agli interessati che presenti i requisiti dell’art. 13 del D.Lgs. n. 196/2003
- richiedere il consenso agli stessi prima di trattare i propri dati personali, anche mediante sottoscrizione di apposita clausola di autorizzazione in calce all’informativa;
- autorizzare tutti i propri collaboratori, dipendenti, etc. tramite apposite lettere di nomina ad incaricati di trattamento;
- richiedere ai soggetti cui vengano esternalizzate determinate attività di trattamento di dati aziendali (commercialista, consulente del lavoro, avvocato, etc.) la sottoscrizione di una dichiarazione con la quale si impegnano a trattare i dati loro consegnati nel rispetto delle disposizioni del D.Lgs. n. 196/03, e dell’allegato B), nominandoli al tal fine quali responsabili o incaricati di trattamento

Il consiglio è di ottemperare quanto prima all’assolvimento di tali adempimenti, anche in considerazione del fatto che l’omissione delle misure di sicurezza (Art. 169 del D.Lgs. n. 196/2003) è sanzionata penalmente con l’arresto fino a due anni e con l’ammenda da 10 mila a 50 mila euro.


Fonte
 
Queste sono le cose che mi fanno inc....re come una bestia!!!!!:mad: :icon_twisted: :evil5:
Tipico dell'Italia: adottare normative che siano uguali e valide per tutti, per un grande ospedale e per un piccolo studio medico, per un tribunale e per un consulente del lavoro o per un singolo commercialista. In generale: per una struttura con centinaia o migliaia di addetti per cui abbia effettivamente un senso imporre rigide misure per la salvaguardia della privacy, e per un singolo professionista che abbia magari uno o due dipendenti e che, però, DEVE ugualmente sottostare a tutta questa trafila burocratica.
Per non parlare di tutte le software house che vendono a caro prezzo software per la predisposizione del dps, cioè per la compilazione di un modulo che "dovrebbe" essere semplice e alla portata di tutti. O di sedicenti "professionisti" che offrono al povero cristo che si perde nei meandri della normativa, di assumere il ruolo di responsabile della sicurezza per allegerirlo da questi gravami burocratici...
In realtà, poi, secondo me, il responsabile ultimo resta sempre il titolare e le uniche cose di cui viene "allegerito", sono un bel pò di bigliettoni da portafoglio... :mad: :icon_twisted: :evil5:
 
Se a qualcuno interessa ho due modelli di DPS già pronti ed in formato word, 1 per studio legali 1 per studi tecnici, mandatemi un mp. :icon_wink: ...
 
Sottoscrivo.....
Aggiungendo che a fronte di questa manovra costosa ed ipocrita, visto che oltre al software sarebbero da eseguire lavori di edilizia ed acquisti di mobilio e cassaforti, oltre alla nomina di addetti a tempo pieno per questo specifico compito (dipendenti improduttivi che professionisti, piccole e medie aziende non possono permettersi) a guadagnarci ci sono anche le società telefoniche.
In questi giorni vengono infatti inviati centinaia di milioni di FAX con le richieste del consenso al trattamento dei dati, richieste che però, in assenza di un ritorno (leggi sottoscrizione del destinatario) non servono a nulla.
Ovviamente, alla lettera, mancanza di consenso uguale ad interruzione del rapporto, il che, naturalmente, equivarrebbe all'interruzione di milioni di scambi commerciali, ovvero al fallimento di una miriade di aziende ed imprese, cioè il collasso dell'economia.
In sostanza, ecco un altro (costoso) tassello a favore delle "certificazioni ed autocertificazioni", utile ai soliti noti ma che per impraticabilità ed oggettiva impossibilità di verifica nella sostanza, assume il valore di una formalità e non garantisce nulla. Privacy che resta, nella sostanza, quella attuale, ma formalità che producono un aumento di oneri e costi.


roddy ha scritto:
Queste sono le cose che mi fanno inc....re come una bestia!!!!!:mad: :icon_twisted: :evil5:
Tipico dell'Italia: adottare normative che siano uguali e valide per tutti, per un grande ospedale e per un piccolo studio medico, per un tribunale e per un consulente del lavoro o per un singolo commercialista. In generale: per una struttura con centinaia o migliaia di addetti per cui abbia effettivamente un senso imporre rigide misure per la salvaguardia della privacy, e per un singolo professionista che abbia magari uno o due dipendenti e che, però, DEVE ugualmente sottostare a tutta questa trafila burocratica.
Per non parlare di tutte le software house che vendono a caro prezzo software per la predisposizione del dps, cioè per la compilazione di un modulo che "dovrebbe" essere semplice e alla portata di tutti. O di sedicenti "professionisti" che offrono al povero cristo che si perde nei meandri della normativa, di assumere il ruolo di responsabile della sicurezza per allegerirlo da questi gravami burocratici...
In realtà, poi, secondo me, il responsabile ultimo resta sempre il titolare e le uniche cose di cui viene "allegerito", sono un bel pò di bigliettoni da portafoglio... :mad: :icon_twisted: :evil5:
 
Per legge in consenso può essere anche verbale ... ma come si dice verba volant scripta manent ...
 
Dopo aver consultato al proposito alcuni legali e fatto redigere ben 6 documenti fra informative, lettere di incarico, nomine ed istruzioni, quindi non per curiosità ma per necessità, sono piuttosto sicuro che la legge attuale richiede il consenso scritto degli interessati, e che lo stesso va messo agli atti.

Bresa Sat ha scritto:
Per legge in consenso può essere anche verbale ... ma come si dice verba volant scripta manent ...
 
tuner ha scritto:
Dopo aver consultato al proposito alcuni legali e fatto redigere ben 6 documenti fra informative, lettere di incarico, nomine ed istruzioni, quindi non per curiosità ma per necessità, sono piuttosto sicuro che la legge attuale richiede il consenso scritto degli interessati, e che lo stesso va messo agli atti.

Io mi sono riferito al mio commercialista ... c'è molta confusione !!! ... ho assistito a 2 dibatti e ho sentito cose estremamente disuguali !!! ...

Per esempio si dice che la Finanza (che ha il mandato per la Privacy) non ha ancora personale formato ... quindi il controllo, per adesso della sola presenza del DPS, è delegato a tutte le forze pubbliche !!! ...
 
Bresa Sat ha scritto:
Se a qualcuno interessa ho due modelli di DPS già pronti ed in formato word, 1 per studio legali 1 per studi tecnici, mandatemi un mp. :icon_wink: ...

Hai un pm.
Grazie
 
Il consenso va fornito per iscritto se si tratta di dati sensibili, mentre per i dati comuni (es. dati anagrafici) può essere dato oralmente. Anche l'informativa in questo secondo caso può essere fornita oralmente.
Per evitare tuttavia eventuali problemi il mio consiglio è di consegnare e farsi firmare l'informativa anche in caso di dati comuni.
In caso di contestazioni da parte del titolare dei dati, infatti, sarebbe difficile fornire prova di averlo informato oralmente.
Vorrei ricordare infatti che il dlgs 196/03 fa ricadere l'onere della prova sul TITOLARE DEL TRATTAMENTO, che quindi è colpevole se non riesce a dimostrare di aver rispettato quanto indicato dalla legge.
 
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Siti Internet, vendite a distanza, case farmaceutiche, sistemi di informazioni creditizie. L'Autorità Garante, composta da Francesco Pizzetti, Giuseppe Chiaravalloti, Mauro Paissan e Giuseppe Fortunato, ha stabilito il programma di accertamenti e ha definito criteri, principi e priorità di intervento per verificare se chi gestisce banche dati raccolga, usi e conservi i dati personali dei cittadini lecitamente e nel rispetto di quanto previsto dalle norme a tutela della privacy.[/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Gli accertamenti ispettivi, previsti a partire dalla scadenza dell’ultima proroga per l’adeguamento al D.Lgs. 196:2003, punteranno innanzitutto alla verifica del rispetto delle norme da parte di quanti trattano dati personali per la fornitura di beni e servizi mediante varie forme di vendita a distanza e da parte dei siti web. Inoltre verrà verificata la correttezza dei trattamenti effettuati da società farmaceutiche e la gestione dei dati personali da parte di banche o finanziarie relativi alle segnalazioni nei sistemi di informazioni creditizie.
Ulteriori ispezioni riguarderanno soggetti privati e pubbliche amministrazioni per accertare in particolare il rispetto degli obblighi di notificazione, cioè la comunicazione al Garante da parte di determinati soggetti dell'avvio di una banca dati, e di informazione ai cittadini sull'uso che verrà fatto dei loro dati.
Saranno, comunque, assicurate anche le eventuali attività ispettive che si rendessero necessarie in sede istruttoria su reclami, segnalazioni o ricorsi, nonché le attività svolte in collaborazione e su richiesta dell'autorità giudiziaria penale.
[/FONT]
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Le ispezioni saranno effettuate direttamente presso le sedi dove si svolgono i trattamenti di dati personali anche in collaborazione con il nucleo speciale funzione pubblica e privacy della Guardia di Finanza. Proprio allo scopo di dare ancora maggiore sviluppo alla collaborazione con la Guardia di Finanza e di intensificare l'attività di vigilanza e controllo sul rispetto delle norme, anche alla luce delle modifiche intervenute con il Codice sulla protezione dei dati personali, nei mesi scorsi è stato sottoscritto un nuovo protocollo di intesa con la stessa Guardia di Finanza che prevede l'impiego, oltre che del Nucleo speciale funzione pubblica e privacy, anche dei reparti territoriali del Corpo. [/FONT]
 
La mia azienda già ha pagato 10.000€ di multa per non aver consegnato le password nel modo corretto!!:icon_cool:
Pilucchetta
 
No qualche settimana fa, ma le procedure di consegna delle password erano già state protocollate!
Pilucchetta
 
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