
La giovane Jenny è in carcere per un omicidio che forse non ha neppure commesso.
La (ri)scoperta delle sue eccelse qualità pianistiche, da parte di un'anziana insegnante di piano, innesca una serie di dinamiche all'interno del microcosmo della prigione - l'insegnante, il secondino, le altre detenute, il direttore - caricando l'atmosfera di tensioni che rischiano ad ogni momento di esplodere in ogni direzione.
Nella seconda parte del film lentamente emerge un tema narrativo dominante. L'insegnante, apparentemente l'unica persona ad interessarsi a Jenny, è forse motivata da un desiderio di rivalsa sul passato e dalla possibilità di una "seconda occasione"... come dice ripetutamente lei stessa (ma sarà vero?) è interessata soltanto alla musica, non alla persona di Jenny...
Jenny, d'altra parte, è stata talmente segnata dalla vita da (apparentemente?) non avere più desideri nè voglia di reagire. Eppure, l'istinto di autoconservazione è più forte di tutto, e questo riguarda non solo la sopravvivenza biologica, ma anche l'(insopprimibile, nonostante tutto) aspirazione ad esprimersi come individuo, e ad affermare la propria personalità, cosa che porterà a sbocciare lo strano fiore del finale.
Stile grintoso ed asciutto, uno dei migliori film tedeschi degli ultimi tempi.
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