Tanti anni fa, almeno, i grandi eventi come le Olimpiadi erano per la Rai un incentivo a sperimentare. Ricordo ancora le Olimpiadi di Montreal '76 trasmesse integralmente a colori, Wimbledon e altri eventi trasmessi a colori "in via sperimentale" già un paio d'anni prima dell'OK parlamentare.
Oggi, la Rai non trasmette in 16:9 nemmeno quando potrebbe (pensate alle partite di Champions che produce in 16:9, ma ci propone in 4:3... ridicolo), ma ha un reparto marketing di chiacchieroni (li abbiamo sentiti banfare nelle conferenze stampa) i quali spacciano per "tecnologie" vere e proprie violenze agli spettatori, come il letterbox dei mondiali 06 o gli split screen delle Olimpiadi 04 e, probabilmente, 08.
Manca tutto: 30 anni di raccomandazione spinta a sistema ad ogni livello hanno impoverito le competenze. Ci sono giornalisti con la zeppola, che non sanno i verbi, che commentano sport che non conoscono, che urlano facendo il tifo per la loro squadra (di solito la Roma); ci sono tecnici incapaci di fare funzionare apparecchi costosissimi, che trasmettono immagini indegne (colori falsati, immagini sdoppiate in digitale perché mal riversate da flussi analogici); ci sono dirigenti che non conoscono il significato della parola "16:9 panoramico", e si ostinano a dire che il 4:3 letterbox alla Ballarò (con i titoli e le sovraimpressioni in area 4:3...) è "16:9 panoramico in alta definizione" (non scherzo).
Ma cosa ci aspettiamo da questi? Speriamo al più presto che la Rai fallisca, o che venga seriamente ridimensionata, in modo che si liberi l'opportunità di tornare a progredire. Come ovvio, pagheremo noi. Il ritardo è incolmabile, e dovremo pagare per avere meno di quello che altri hanno, giustamente, dal broadcaster di stato.