4 agosto 2006 - La caccia controllata viene praticata in Piemonte dal 1997 e per i caprioli gli abbattimenti sono ogni anno quasi 4.000, su 40mila-50mila capi. Non solo. Per i caprioli la procedura riguarda 20mila capi nell' intera Italia del Nord. I dati sono stati forniti dall' assessore all' Agricoltura della Regione Piemonte, Mino Taricco. Sulla vicenda dei 600 'bambi' che la provincia di Alessandria ha chiesto di abbattere - dice - ''c' e' molta disinformazione''.
L' assessore difende l' operato, dunque, della Regione e' rimane stupito dalle dichiarazioni del vicepresidente della Commissione Europea, Franco Frattini: ''La procedura - afferma Mino Taricco - rientra perfettamente nelle normative europee, la caccia controllata si pratica in tutta Europa e il Piemonte e' forse la regione piu' seria e rigorosa nelle procedure''. ''Per fare solo alcuni esempi del resto del Paese - aggiunge - la caccia controllata nella provincia di Bolzano (con 9.000-10.000 caprioli da abbattere) e in Lombardia e' iniziata il primo agosto, nel Veneto e in Toscana (con 4.500 caprioli da abbattere solo in provincia di Siena) e' partita il 2 agosto e in Emilia il primo di giugno, con quasi 7.000 caprioli da abbattere nella sola provincia di Reggio Emilia''.
La popolazione dei caprioli in Piemonte cresce del 10-15% all' anno perche' sono animali molto prolifici e ogni anno - spiega l' assessore - l' Osservatorio regionale della fauna piemontese, unico in Italia, censisce i capi e ne studia l' abbattimento controllato. Le conseguenze dell' esubero di caprioli ''sono evidenti - sottolinea - sia sull' agricoltura che sul numero d' incidenti stradali. Ogni anno si pagano circa 4 milioni di euro di danni dovuti in genere agli ungulati e l' anno scorso in Piemonte i soli incidenti stradali sono stati oltre 300, raddoppiati in tre anni e alcuni con feriti gravi, persone paralizzate e morti''.
Confermata la disponibilita' ''a valutare metodi alternativi all' abbattimento'' Taricco ha avanzato comunque perplessita'.
''Abbiamo consultato dei tecnici, anche del ministero, e attendiamo risposte - dice - ma mi hanno anticipato che la cattura dei caprioli non e' semplice, perche' si fa con le reti e spesso questi animali, estremamente sensibili, muoiono d' infarto per lo spavento della cattura. Il problema e' che altrove possano arrivare vivi. Bisogna inoltre valutare se altre zone d' Italia siano compatibili per la loro vita e se la loro presenza non crei scompensi ambientali alla vegetazione e ad altri animali, e anche problemi di sovrannumero. Il problema vero e' che manca il predatore, cioe' il lupo''.
(ANSA)
L' assessore difende l' operato, dunque, della Regione e' rimane stupito dalle dichiarazioni del vicepresidente della Commissione Europea, Franco Frattini: ''La procedura - afferma Mino Taricco - rientra perfettamente nelle normative europee, la caccia controllata si pratica in tutta Europa e il Piemonte e' forse la regione piu' seria e rigorosa nelle procedure''. ''Per fare solo alcuni esempi del resto del Paese - aggiunge - la caccia controllata nella provincia di Bolzano (con 9.000-10.000 caprioli da abbattere) e in Lombardia e' iniziata il primo agosto, nel Veneto e in Toscana (con 4.500 caprioli da abbattere solo in provincia di Siena) e' partita il 2 agosto e in Emilia il primo di giugno, con quasi 7.000 caprioli da abbattere nella sola provincia di Reggio Emilia''.
La popolazione dei caprioli in Piemonte cresce del 10-15% all' anno perche' sono animali molto prolifici e ogni anno - spiega l' assessore - l' Osservatorio regionale della fauna piemontese, unico in Italia, censisce i capi e ne studia l' abbattimento controllato. Le conseguenze dell' esubero di caprioli ''sono evidenti - sottolinea - sia sull' agricoltura che sul numero d' incidenti stradali. Ogni anno si pagano circa 4 milioni di euro di danni dovuti in genere agli ungulati e l' anno scorso in Piemonte i soli incidenti stradali sono stati oltre 300, raddoppiati in tre anni e alcuni con feriti gravi, persone paralizzate e morti''.
Confermata la disponibilita' ''a valutare metodi alternativi all' abbattimento'' Taricco ha avanzato comunque perplessita'.
''Abbiamo consultato dei tecnici, anche del ministero, e attendiamo risposte - dice - ma mi hanno anticipato che la cattura dei caprioli non e' semplice, perche' si fa con le reti e spesso questi animali, estremamente sensibili, muoiono d' infarto per lo spavento della cattura. Il problema e' che altrove possano arrivare vivi. Bisogna inoltre valutare se altre zone d' Italia siano compatibili per la loro vita e se la loro presenza non crei scompensi ambientali alla vegetazione e ad altri animali, e anche problemi di sovrannumero. Il problema vero e' che manca il predatore, cioe' il lupo''.
(ANSA)