Resistenza 75ohm

elettrodoc

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Amici vorrei sapere che differenza c'è tra questo tipo di resistenze. La prima è questa con quel cilindro più sottile che esce in cima:
images

Se metto il tester in Ohm e misura tra il filo che esce e la "carcassa" della stessa, non misuro niente.

Invece in questa sotto, misurando tra il filo e la carcassa, ho i 75Ohm.

http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQT4EbrfMzBuPBE6S3ZaizLVjdmadyav1fjaSUTqZngrvr63Ffc

Ora mi domando,la prima è isolata ?
Se sì,come fa a chiudere una linea se non ha i 75Ohm?

Scusate la domanda per voi stupida, ma io non riesco a capire
 
Le uscite inutilizzate devono essere chiuse con una resistenza da 75ohm.
 
elettrodoc ha scritto:
Amici vorrei sapere che differenza c'è tra questo tipo di resistenze. La prima è questa con quel cilindro più sottile che esce in cima:

Se metto il tester in Ohm e misura tra il filo che esce e la "carcassa" della stessa, non misuro niente.

Invece in questa sotto, misurando tra il filo e la carcassa, ho i 75Ohm.


Ora mi domando,la prima è isolata ?
Se sì,come fa a chiudere una linea se non ha i 75Ohm?

Scusate la domanda per voi stupida, ma io non riesco a capire

E' molto semplice.
Il carico da 75 ohm isolato è costituito da una resistenza da 75 ohm in serie ad un condensatore.
Spiegato in maniera "tera tera" il condensatore si presenta come un circuito aperto in corrente continua mentre in corrente alternata si presenta come un circuito chiuso. Di conseguenza il tester che funziona in ohm con una batteria (corrente continua) non misurerà alcun valore resistivo ma il segnale che arriva in antenna (corrente alternata) troverà un carico corrispondente a 75 ohm.
L'ho fatta semplice, in realtà il condensatore presenta una sua reattanza variabile con la frequenza ma questa è un altra storia...

Il carico "non" isolato è costituito da soltanto la resistenza e quindi lo si può misurare con un tester.
 
flash54 ha scritto:
E' molto semplice.
Il carico da 75 ohm isolato è costituito da una resistenza da 75 ohm in serie ad un condensatore.
Spiegato in maniera "tera tera" il condensatore si presenta come un circuito aperto in corrente continua mentre in corrente alternata si presenta come un circuito chiuso. Di conseguenza il tester che funziona in ohm con una batteria (corrente continua) non misurerà alcun valore resistivo ma il segnale che arriva in antenna (corrente alternata) troverà un carico corrispondente a 75 ohm.
L'ho fatta semplice, in realtà il condensatore presenta una sua reattanza variabile con la frequenza ma questa è un altra storia...

Il carico "non" isolato è costituito da soltanto la resistenza e quindi lo si può misurare con un tester.

Grazie Flash, ci speravo in una tua risposta.:D
Quindi si possono usare tranquillamente, ma c'è un modo per testarle?
Ma tu dici che è fisicamente possibile in una resistenza, come quella della prima immagine che ho inserito, inserire una resistenza e un condensatore per renderla del tipo isolato?
Un' ultima cosa, quali consigli di usare?
 
Se la reatttanza del condensatore, sulla frequenza in uso più bassa è trascurabile (rispetto ai 75 Ohm), possiamo... proprio trascurarla.
Es. un condensatore da 1000 pF, ha una reattanza di 0,9 Ohm a 170 Mhz.

Ciò che non possiamo MAI trascurare è il tipo di condensatore, ovvero, dobbiamo essere certi che sia adatto alla frequenza in uso.
I condensatori di tipo avvolto, ad esempio, ad una reattanza capacitiva associano anche una reattanza induttiva che, salendo di frequenza, diventa sempre più rilevante, fino a sovrastare completamente la reattanza capacitiva.

I condensatori ceramici non sono mai "avvolti" e si comportano piuttosto bene alle alte frequenze.
;)





flash54 ha scritto:
L'ho fatta semplice, in realtà il condensatore presenta una sua reattanza variabile con la frequenza ma questa è un altra storia...
 
Tuner ha scritto:
Se la reatttanza del condensatore, sulla frequenza in uso più bassa è trascurabile (rispetto ai 75 Ohm), possiamo... proprio trascurarla.
Es. un condensatore da 1000 pF, ha una reattanza di 0,9 Ohm a 170 Mhz.

Ciò che non possiamo MAI trascurare è il tipo di condensatore, ovvero, dobbiamo essere certi che sia adatto alla frequenza in uso.
I condensatori di tipo avvolto, ad esempio, ad una reattanza capacitiva associano anche una reattanza induttiva che, salendo di frequenza, diventa sempre più rilevante, fino a sovrastare completamente la reattanza capacitiva.

I condensatori ceramici non sono mai "avvolti" e si comportano piuttosto bene alle alte frequenze.
;)

Non ci piove.

Ciò che avevo scritto era inerente ai carichi isolati da commercio mentre, è chiaro che se si ricorre all'autocostruzione bisogna, senza dubbio, adottare le tue linee guida. ;)
 
elettrodoc ha scritto:
Grazie Flash, ci speravo in una tua risposta.:D
Quindi si possono usare tranquillamente, ma c'è un modo per testarle?
Ma tu dici che è fisicamente possibile in una resistenza, come quella della prima immagine che ho inserito, inserire una resistenza e un condensatore per renderla del tipo isolato?
Un' ultima cosa, quali consigli di usare?

Sì, puoi testare la capacità e l'efficienza di un condensatore o dell'intero "gruppo RC" con idonea strumentazione ma con un tester la vedo dura.

Sì, soltanto rispettando le indicazioni di tuner.

Normalmente si usano carichi solo resistivi dove non ci sono tensioni varie in gioco ma, ad esempio, sugli impianti sat si usano carichi costituiti da resistenza-condensatore (RC) per evitare spiacevoli inconvenienti.
 
flash54 ha scritto:
Normalmente si usano carichi solo resistivi dove non ci sono tensioni varie in gioco ma, ad esempio, sugli impianti sat si usano carichi costituiti da resistenza-condensatore (RC) per evitare spiacevoli inconvenienti.

Grazie Flash.
Quindi se ho ben capito, le resistenze isolate, ad esempio, si possono pure montare tranquillamente per chiudere le uscite passanti dei derivatori.

Riguardo agli impinti sat, in che tipo di inconvenienti si può incappare?
 
elettrodoc ha scritto:
Grazie Flash.
Quindi se ho ben capito, le resistenze isolate, ad esempio, si possono pure montare tranquillamente per chiudere le uscite passanti dei derivatori.

Riguardo agli impinti sat, in che tipo di inconvenienti si può incappare?

Si, i carichi isolati si possono usare in tutte le condizioni.

Negli impianti sat o comunque impianti dtt dove possono esserci residui di corrente continua dovuti alle varie tensioni necessarie a far funzionare i vari componenti, è raccomandato l'uso di carichi isolati per evitare che un semplice carico a 75 ohm (senza il condensatore) venga sottoposto ad una tensione la quale potrà trovarsi a pilotare un carico non previsto con conseguenti danni al generatore di tensione (alimentatore, decoder, ecc.) o alla distruzione del carico resistivo stesso.
 
flash54 ha scritto:
Si, i carichi isolati si possono usare in tutte le condizioni.

Negli impianti sat o comunque impianti dtt dove possono esserci residui di corrente continua dovuti alle varie tensioni necessarie a far funzionare i vari componenti, è raccomandato l'uso di carichi isolati per evitare che un semplice carico a 75 ohm (senza il condensatore) venga sottoposto ad una tensione la quale potrà trovarsi a pilotare un carico non previsto con conseguenti danni al generatore di tensione (alimentatore, decoder, ecc.) o alla distruzione del carico resistivo stesso.

Ok flash, grazie delle spiegazioni e della disponibilità :D
 
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