A.A.A. Cercasi disperatamente una possibilità di sopravvivenza. Zio Viktor sta morendo. “Chi? Come? Dove? Quando? Perché?”. Tutto questo non serve. Questo articolo è senza notizia. Perché un cane che muore non commuove più nessuno. Resta solo l’indifferenza e il pigro egoismo di chi lo sfiora con uno sguardo carico di amara pietà o di ostinato ribrezzo. Per poi rituffarsi nell’ipocrisia e nella falsa apparenza e abbandonarlo nuovamente al proprio destino, alla propria solitudine. Zio Viktor vive in silenzio, non abbaia più. Trascina i suoi giorni aggrappandosi alla speranza. Forse ad un’illusione. Cieco e malato. Perso e confuso. Naufrago e clandestino suo malgrado. La sua casa è un marciapiede, quello della locale chiesa. Qui trascorre le sue giornate. Ad aspettare. A dormire. A soffrire in silenzio. Di tanto in tanto, lentamente, urtando contro gli ostacoli che incontra sul proprio cammino, raggiunge goffamente la fontanella della villetta dietro l’angolo del campanile per dissetarsi. Stancamente. Con lo sguardo perso nel vuoto. Triste e rassegnato. Sempre più debole. Sempre più provato. In attesa “che qualcuno se ne accorga, rallenti la sua fretta. E intanto resta immobile, lo sguardo spento e fisso, come se fosse in bilico su di un profondo abisso. Fermo ascolta e sopra il viso impassibile d’un tratto è una smorfia, una pena invisibile. Ma nessuno lo vede nel bagliore della luce e la smorfia lentamente dentro il viso si ricuce”. Ma il gioco della vita per lui è già finito. Ora tutto è solo uno scherzo di pessimo gusto che non vale più il prezzo di un’amicizia. Zio Viktor ha dimenticato. Non ricorda più le gioie né i dolori. Non ricorda più il sapore della parola amore. La fiducia lo ha tradito. Aspetta solo che a cancellare i suoi rimpianti la morte non dimentichi la sua preghiera. “Lo sai che brucia ogni cosa detta in faccia, ma quelle dietro ti uccidono e basta”. Zio Viktor riposa, aspettando e sognando una casa vera. L’affetto, le coccole e le attenzioni di una “famiglia” disposta ad adottarlo. In cambio lui offre tutto ciò che ancora gli rimane. L’amicizia. E un ultimo soffio di vita.
Giuseppe Montone
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