Riforme tv pubbliche europee

-Giu-

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Francia
Con l'approvazione in Senato, prosegue l'iter per l'approvazione della riforma della tv pubblica.


Per la promotrice e relatrice Rachida Dati (ministra della cultura) la riforma è essenziale per garantire un futuro al servizi pubblico "a fronte del calo degli ascolti , della disinzormazione e della perdita di legittimità ". Per rafforzarlo è necessario dare vita a un unico grande ente e ampliare l'offerta online per renderla competitivo con le altre piattaforme.

Per le voci critiche, questo accorpamento si traduce, al contrario, in un indebolimento, in tagli dei posti di lavoro e un favore alle tv commerciali che con la riforma per bilanciare la "nascita" del colosso pubblico, otterrano misure per migliorare il loro equilibrio economico

L'ARCOM (simile alla nostra AGCOM) nominerà il direttore generale a capo di un unico organo che gestirà tutto. Resterà in carica 5 anni , cioè per un periodo "sfasato" rispetto alle elezioni politiche. Il nuovo organo dirigente stabilirà quali fondi erogare alla varie strutture e canali (senza livelli minimi garantiti) così come gli impegni di compartecipazione nei canali TV5 , Arte.

In virtù dell'abolizione del canone (dal 2023), confermato il contributo derivante dal gettito iva (aumentata) cosa che rende indipendendete la struttura dal controllo politico, almeno per i finanziamenti.
Esteso l'obbligo alle per le piattaforme streaming di condividere i diritti sportivi di determinati eventi d'interesse nazionale alle tv in chiaro (provvedimento già in vigore per la pay tv)
 
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