
L'orco Shrek arriva, "Indovina chi viene a cena?", nel regno di Molto Molto Lontano, una sorta di Hollywood che incontra la Mitteleuropa. Ad accompagnarlo c'è un sottofondo di musica disco. C'è pochissimo a livello di trama ed il film è più che altro una serie di citazioni, anche relativamente facili (non vedo cosa ci sia da entusiasmarsi...), e parodie che si allargano dal mondo delle favole a quello del cinema. Dopo il primo capitolo la carica di irriverenza è depotenziata, mentre la computer grafica continua a farsi apprezzare ma non fa un film. Shrek 2 è prodotto di facile e veloce consumo, che non fa la scelta davvero azzardata: scegliere di dare uno schiaffo alle convenzioni da banale morale per bambini, quelle che dicono "Devi accettarti così come sei", facendo diventare i due dei bellissimi superdivi della Hollywood mitteleuropea. Per come era diventato Shrek dopo aver ingurgitato la pozione, cioè una replica di Russell Crowe, sarebbe stata una scelta notevole; con lo scontato lieto fine sa tutto di buonismo assai spicciolo.
Voto: **