4 agosto 2006 - In Italia i caprioli sono circa 250 mila individui (400 mila secondo altre stime). Si trovano un po' in tutte le regioni, tranne che nelle isole, ma la sottospecie italiana non dovrebbe contare in tutto piu' di 27 mila animali (Toscana, Lazio, Calabria e Puglia). In Italia e' presente una sottospecie endemica di Capriolo diffuso a sud di una linea ipotetica che collega Grosseto con il Gargano. Recentemente l'Istituto nazionale per la fauna selvatica (Infs), che sta lavorando ad un piano di gestione della specie, ha trovato presenza di geni di "Capreolus c. italicus" anche a nord di questa linea (modenese).
L'unica popolazione pura e ancora autoctona sembrerebbe solo quella del Gargano e di Castelporziano. Nei caprioli dell'Orsomarso in Calabria e' stato trovato almeno il 15% di genotipo alpino. Questa popolazione fu soggetto di indagine da parte del Wwf gia' negli anni 90. Nei caprioli toscani (numericamente il nucleo piu' importante di C.c.italicus) e' stato trovato un 10-15% di genotipo del Centro-nord Europa.
In Abruzzo c'e' la situazione piu' complessa, frutto di numerose e incontrollate immissioni soprattutto venatorie negli anni passati: il pool genico e' un misto di caprioli che provengono da Centro-nord Europa, Est Europa e Alpi. "Il controllo delle immissioni e' uno dei fattori piu' importanti per la tutela del Capriolo italiano- segnala il Wwf- l'abbattimento venatorio non puo' essere considerato una misura efficace di gestione della fauna selvatica, che deve essere prerogativa e obbligo dello Stato con misure ordinarie e non solo di emergenza".
(Ran/ Dire)
Fonte
L'unica popolazione pura e ancora autoctona sembrerebbe solo quella del Gargano e di Castelporziano. Nei caprioli dell'Orsomarso in Calabria e' stato trovato almeno il 15% di genotipo alpino. Questa popolazione fu soggetto di indagine da parte del Wwf gia' negli anni 90. Nei caprioli toscani (numericamente il nucleo piu' importante di C.c.italicus) e' stato trovato un 10-15% di genotipo del Centro-nord Europa.
In Abruzzo c'e' la situazione piu' complessa, frutto di numerose e incontrollate immissioni soprattutto venatorie negli anni passati: il pool genico e' un misto di caprioli che provengono da Centro-nord Europa, Est Europa e Alpi. "Il controllo delle immissioni e' uno dei fattori piu' importanti per la tutela del Capriolo italiano- segnala il Wwf- l'abbattimento venatorio non puo' essere considerato una misura efficace di gestione della fauna selvatica, che deve essere prerogativa e obbligo dello Stato con misure ordinarie e non solo di emergenza".
(Ran/ Dire)
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