Telefonia, via i contratti annuali ma dalle aziende arrivano penali

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andy83

decreto Bersani dà ora la possibilità di disdire con un operatore
(fisso e Adsl) senza pagare i canoni che mancano alla scadenza
Telefonia, via i contratti annuali
ma dalle aziende arrivano le penali
Gli operatori adesso applicano i pagamenti sfruttando scappatoie
della nuova normativa. Ma l'Agcom indaga. E l'utente spera

di ALESSANDRO LONGO

I CONTRATTI annuali dal primo maggio sono morti ma hanno lasciato in eredità ai consumatori uno strascico di polemiche. Effetto del decreto Bersani, che gli operatori di rete fissa hanno recepito a modo loro. Il decreto, com'è noto, ha infilzato una delle fiere più odiate dai consumatori italiani: i contratti annuali di telefonia fissa e Adsl. L'obbligo, cioè, di sottoscrivere contratti che durino 12 mesi per telefonare con una normale linea o per navigare con l'Adsl.

Disdire prima della scadenza dell'anno di abbonamento era possibile anche prima del decreto, ma obbligava l'utente a pagare comunque tutti i canoni restanti fino al dodicesimo. Il solo vantaggio di disdire in anticipo era quindi il poter far posto, sulla propria linea, a servizi giudicati più efficienti o economici, di altri operatori.

Uno stato di cose che da anni suscitava le proteste delle associazioni dei consumatori, visto che all'estero e soprattutto nei Paesi anglosassoni i contratti di durata mensile sono abbastanza comuni. Gli operatori si sono adeguati al decreto; Tele2, Wind e Fastweb già da aprile. Con Telecom Italia e altri operatori, invece, la novità scatta dal primo maggio, comunque sia per i nuovi sia per i vecchi abbonati. È possibile quindi disdire in ogni momento, con un preavviso di appena 30 giorni (prima si andava da 60 giorni in su, a seconda dei vari contratti), senza preoccuparsi dei canoni restanti.

Il punto è però che gli operatori hanno introdotto penali per chi disdice in anticipo, sollevando gli scudi delle associazioni consumatori, che parlano ora di "spirito tradito del decreto". In particolare, Aduc ha chiesto l'intervento dell'Autorità Garante delle Comunicazioni (Agcom), perché faccia luce su queste penali e difenda i consumatori da eventuali abusi degli operatori. Agcom ha preso a cuore la questione e ha comunicato di stare indagando sulla liceità delle penali, di cui ha chiesto spiegazioni agli operatori.

Nel frattempo che l'iter di Agcom si muova (i tempi potrebbero essere lunghi), ecco la mappa delle novità. Dal primo maggio, gli utenti Telecom Italia, di linea fissa normale o Isdn, possono disdire pagando 48 euro di penale (più il canone della mensilità corrente). Stessa penale è prevista per chi abbandona Alice Adsl. Sale invece a 60 euro per chi elimina in un sol colpo l'Adsl e la linea fissa di Telecom Italia. Nessuna penale, però, se la disdetta avviene dopo almeno 12 mesi di abbonamento (dal secondo anno in poi, quindi). Wind applica una penale più bassa, 40 euro per l'Adsl e/o la linea fissa; ma vale anche dal secondo anno. È di 60 euro per Tele2, sempre. Tiscali fa sapere a Repubblica.it che ne sta parlando con Agcom, per valutare se applicare una penale ed eventualmente di quale importo. Fastweb chiede massimo 217 euro, ma solo agli utenti a cui ha attivato anche la Tv (oltre all'Adsl e la linea voce). È una somma a scalare, in modo proporzionale in rapporto ai mesi di abbonamento già compiuti e si annulla dopo il dodicesimo. In altre parole, Fastweb chiede circa 18 euro al mese per ogni mese che manca al dodicesimo.

Le associazioni consumatori (tra le altre, Adiconsum, Altroconsumo, Aduc) fanno notare un paradosso: chi disdice uno-due mesi prima della scadenza rischia di pagare, di penale, più di quanto avrebbe sborsato prima del decreto Bersani. La penale è in molti casi, infatti, superiore alla somma di due canoni mensili di un'Adsl di basso livello o di una linea telefonica base.

Ma come giustificano gli operatori queste penali? Sostengono che sono dovute per coprire spese che loro stessi affrontano in caso di disdetta anticipata. Sfruttano così una clausola del decreto Bersani che, in effetti, obbliga gli operatori a addebitare agli utenti, in caso di disdetta anticipata, solo le spese giustificate dai costi a monte. Starà ora ad Agcom stabilire se gli operatori hanno rispettato il decreto o se sulle penali hanno fatto "cresta" rispetto ai propri costi.

Va comunque detto che, nonostante le penali, per l'utente medio adesso la situazione contrattuale è migliorata. Poter disdire già dopo un mese un'Adsl che funziona malissimo, senza il peso di molti canoni da pagare, e passare d'un soffio a un concorrente è una liberazione e una nuova arma nelle mani dei consumatori. Il che, forse, sarà una spada di Damocle che costringerà gli operatori a offrire servizi migliori.

(2 maggio 2007) Torna su
 
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andy83 ha scritto:
Ma come giustificano gli operatori queste penali? Sostengono che sono dovute per coprire spese che loro stessi affrontano in caso di disdetta anticipata. Sfruttano così una clausola del decreto Bersani che, in effetti, obbliga gli operatori a addebitare agli utenti, in caso di disdetta anticipata, solo le spese giustificate dai costi a monte. Starà ora ad Agcom stabilire se gli operatori hanno rispettato il decreto o se sulle penali hanno fatto "cresta" rispetto ai propri costi.
Io non sono d'accordo sul fatto che SOLO l'Agcom possa stabilire se il rimborso delle spese sia equo...
Il decreto è chiarissimo su questo punto: gli operatori possono addebitare SOLO le spese EFFETTIVAMENTE sostenute: in caso di impugnazione davanti al giudice ( basta quello di pace, gratuito e senza spese ), è palese che spetti alla Società DIMOSTRARE che quelle spese siano state EFFETTIVAMENTE sostenute, non all'utente dimostrare che non lo sono state!
Non ci può essere l'inversione dell'onere della prova: se la legge dice che tu mi puoi addebitare solo le spese che sostieni, mi devi anche dimostrare di averle sostenute!!!
Io non ho motivi per disdettare la mia linea telefonica, ma se ne avessi e il mio operatore mi chiedesse quei soldi non avrei remore ad andare dal G.d.P.... E, secondo me, se molti utenti cominciano a fare ricorso, le Società abbasseranno la cresta...;)
andy83 ha scritto:
Va comunque detto che, nonostante le penali, per l'utente medio adesso la situazione contrattuale è migliorata. Poter disdire già dopo un mese un'Adsl che funziona malissimo, senza il peso di molti canoni da pagare, e passare d'un soffio a un concorrente è una liberazione e una nuova arma nelle mani dei consumatori. Il che, forse, sarà una spada di Damocle che costringerà gli operatori a offrire servizi migliori.
Stiamo finalmente diventando un Paese "normale" nei rapporti Società-consumatori, come già da decenni avviene nei Paesi con capitalismo avanzato e in cui il "customer care" è un vangelo da cui nessuno può permettersi di derogare...
 
andy83 ha scritto:
...ma dalle aziende arrivano le penali. Gli operatori adesso applicano i pagamenti sfruttando scappatoie della nuova normativa. Ma l'Agcom indaga. E l'utente spera...
per le aziende di telefonia non è un grosso problema dimostrare che per chiudere una linea voce/dati necessitano alune decine di euro...:doubt:
basta che presentino una lista di "ore/uomo" necessarie a svolgere in centrale e ai terminali la modifica, distogliendo il personale normalmente adibito ad altro.
ma più che questo, credo che le aziende contino sul fatto che ben in pochi si rivolgeranno ad un giudice di pace per qualche decina di euro ritenuto eccessivo unilateralmente...;) .
evidentemente andava pensata più a lungo una legge del genere.
visti i risultati, che alla fine sono gli unici che contano.:icon_redface:
molto più che le parole...:icon_twisted:
 
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