Tg1, Lorenza Lei punta sull'interim ad Alberto Maccari.

Ce ne hanno messo di tempo per cacciare Minzolini, purtroppo invece di esere licenziato verrà premiato con un incarico di tutto rispetto, fare i lecchini paga sempre, peccato che siamo sempre noi a pagare.
 
Rai: Minzolini, mia sostituzione al tg1? E' una porcata
SpettacoloRoma, 10 dic. - (Adnkronos) - "Queste cose qui hanno i loro tempi, ma per me e' una porcata, un rituale mediatico giudiziario a sfondo politico. Spero che alla fine non sia complice chi ha denunciato tante volte operazioni di questo tipo. Non parlo di complotto ma ci sono meccanismi in questo Paese che sono paradossali. Senza ancora un primo grado di giudizio non si puo' fare nulla. E' un meccanismo perverso". E' quanto ha dichiarato Augusto Minzolini a Tgcom24, commentando l'ipotesi di una sua sostituzione alla direzione del Tg1.

"Quando ho lasciato la collaborazione con Panorama mi e' stata data una carta di credito che e' stata chiamata di benefit compensativo -ha aggiunto- Io ho sempre mandato le ricevute ma a un certo punto mi hanno detto che quel benefit non era compatibile e avrei dovuto mettere nelle ricevute dei pranzi i nomi dei commensali. Dov'e' finita la privacy? In ogni caso potevano dirmelo prima e mi sarei comportato di conseguenza".

"Indagando sulle procedure ho scoperto che esisteva una circolare del 2003 fatta dal dg Cattaneo che prevedeva di inserire i nomi ma nella prassi non veniva seguita. Io quindi devo pagare -ha concluso- per non aver fatto una cosa che nessuno prima di me ha fatto".
10/12/2011


da http://www.liberoquotidiano.it/news/888880/Rai-Minzolini-mia-sostituzione-al-tg1-E--una-porcata.html
 
tarocco34 ha scritto:
Ce ne hanno messo di tempo per cacciare Minzolini, purtroppo invece di esere licenziato verrà premiato con un incarico di tutto rispetto, fare i lecchini paga sempre, peccato che siamo sempre noi a pagare.

In Rai non vogliono certo ripetere l'esperienza Santoro con reintegro del tribunale del lavoro. Se il contratto non era scaduto, l'unica era promuoverlo.

Sono fiducioso su Maccari. Buon lavoro.
 
Quando Minzolini lascerà il tg1 sarà un grande giorno per la televisione italiana. La sua direzione ha fatto toccare il punto più basso nella storia dell'informazione Rai. Se può consolare, fare peggio di "Scodinzolini" sarà molto difficile :eusa_naughty:
 
alex86 ha scritto:
In Rai non vogliono certo ripetere l'esperienza Santoro con reintegro del tribunale del lavoro. Se il contratto non era scaduto, l'unica era promuoverlo.

Sono fiducioso su Maccari. Buon lavoro.
Rispetto a Santoro questa volta le motivazioni ci sono(peculato, ascolti disastrosi, e faziosità estrema che supera Emilio Fede), la verità e che Minzolini ha amicizie politiche importanti.
E' pur vero che se venisse scagionato potrebbe rivalersi sulla rai, comunque siamo l'unico paese al mondo che premia l'incompetenza (anche a Socci mi sembra che dopo ascolti catastrofici venne affidato un incarico di tutto rispetto).
 
La giusta causa per il licenziamento in teoria ci sarebbe tralasciando il fatto delle carte di credito (responsabile del tracollo dell'informazione della prima rete)...

Maccari farà un telegiornale filogovernativo
 
survivant ha scritto:
Quando Minzolini lascerà il tg1 sarà un grande giorno per la televisione italiana. La sua direzione ha fatto toccare il punto più basso nella storia dell'informazione Rai. Se può consolare, fare peggio di "Scodinzolini" sarà molto difficile :eusa_naughty:

In tv è difficilissimo trovare qualcuno obiettivo.
 
Verrà premiato, perchè è stato messo lì con precisi incarichi,
lui li ha portati a termine da bravo soldatino...peccato per i
nostri soldi...:doubt:
 
alex86 ha scritto:
Ma che dite? Non ci sono sentenze! Al momento si tratta solo di accuse.
la giusta causa per un licenziamento (causa ascolti disastrosi) ci sarebbe ;)

po si può essere anche filogovernativi e fare un telegiornale in grazia... Il tg2 è filogovernativo eppure è apprezzato
 
adriaho ha scritto:
la giusta causa per un licenziamento (causa ascolti disastrosi) ci sarebbe ;)

po si può essere anche filogovernativi e fare un telegiornale in grazia... Il tg2 è filogovernativo eppure è apprezzato

Allora sai quanti ne dovevano licenziare se fosse considerata giusta causa :D
Non credo proprio possa essere considerata una giusta causa di licenziamento, salvo che non sia previsto appositamente dal contratto (che non conosciamo).
 
massera ha scritto:
In tv è difficilissimo trovare qualcuno obiettivo.
Secondo me si può essere schierati e faziosi, mantenendo un briciolo di dignità, e una dose di imparzialità anche apparente,non si pùò essere parziali al 100 % senza lasciare il minimo dubbio, insomma bisogna anche saperlo fare, con un pò di furbizia, in modo a volte anche subdolo.
 
alex86 ha scritto:
Allora sai quanti ne dovevano licenziare se fosse considerata giusta causa :D
Non credo proprio possa essere considerata una giusta causa di licenziamento, salvo che non sia previsto appositamente dal contratto (che non conosciamo).
Scusa ,ma secondo me se si fa male il proprio lavoro, è giusto essere licenziati, e per chi fa televisione il primo criterio di valutazione è rappresentato dagli ascolti.
Altrimenti è troppo facile non avere non avere responsabilità, ed esssere premiati per i meriti, e non pagare per i propri errori.
 
alex86 ha scritto:
Allora sai quanti ne dovevano licenziare se fosse considerata giusta causa :D
ad esempio? i direttori che hanno fatto dei tg da schifo son stati buttati fuori
se uno fa male il suo lavoro mi sembra normale che venga licenziato
 
Padiglione Italia
Addio al re del più brutto Tg1
della storia di tutta la Rai
Gli ascolti perdono colpi, l'imparzialità non è più una virtù

Le foglie che ingialliscano i viali non ci danno il senso della caducità terrena quanto l'avvicendarsi dei direttori Rai. Pare sia suonata l'ora per Augusto Minzolini, direttore del Tg1. Pare che il suo futuro (peraltro dorato: stesso stipendio, stessi fringe benefit) sia stato deciso.


Dopo il rinvio a giudizio per peculato, il Cda della Rai si riunirà martedì per rimuoverlo dalla carica. Peculato è un parola grossa: Minzolini, detto Minzo, avrebbe usato la carta di credito aziendale per pagare i ristoranti, frequentati in Italia e all'estero anche nei giorni di riposo. Sui «pasticci» delle note spese esiste un'ampia letteratura: per anni, sconosciuti e solerti contabili hanno dovuto fare i salti mortali per giustificare bottiglie di champagne, allegre signorine, gite in hotel a cinque stelle come rimborsi legati al mestiere dell'inviato, sfuggente e capriccioso come pochi. Una volta in Rai, così dicono, scoprirono che certe fatture del Dubai erano stampate da una tipografia di Trastevere. In un Paese in cui è tollerata la cresta, dall'amministratore delegato alla badante ucraina, solo Minzo deve diventare l'agnello sacrificale? Minzo è accusato di essere fazioso, berlusconiano di stretta osservanza.

Difficile però trovare un direttore Rai che non sia stato scelto per fedeltà politica, che non abbia in Parlamento un suo azionista di riferimento. È una consuetudine triste e antica: al vincitore delle elezioni spettano le spoglie di Viale Mazzini. A fazioso succede fazioso, al congenito opportunismo la vanesia disponibilità dei singoli, fino a quando la Rai non troverà una sua autonomia. Se mai la troverà.

E poi quegli editoriali, così urticanti, risentiti, irrituali! Sì, bisogna ammetterlo, l'editoriale non è stato il suo forte: per uno cresciuto a fare il bracconiere di notizie non dev'essere stato facile indossare le vesti di guardacaccia, come se il Tg1 fosse una sorta di Lady Chatterley di cui abusare.

Le foglie ingialliscono, gli ascolti del Tg1 perdono colpi, la concorrenza si fa sotto, l'imparzialità non è più una virtù, l'arte di nascondere le notizie più importanti prende piede, i servizi sulle vacanze e sulle stravaganze inutili aumentano a dismisura. E Minzo, che fa Minzo? Beh, una piccola colpa gliela si potrebbe imputare: ha fatto il più brutto Tg1 della storia della Rai.


Aldo Grasso
11 dicembre 2011 | 8:57
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da http://www.corriere.it/politica/11_...ai_fe0daf30-23c7-11e1-9648-0971f64f00f8.shtml
 
Rai, Minzolini verso l'addio: pasticcio che scontenta tutti
No bipartisan alla proposta Lei: trasferimento del direttore e interim a Maccari. Il giornalista: "Una porcata". Consiglieri Pdl divisi, in bilico un voto. Anche la Lega contro

RomaUn pasticcio che rischia di scontentare tutti. Minzolini con un piede già fuori dal Tg1, al suo posto un pensionando, Alberto Maccari, con un interim fino al 31 gennaio, così la politica avrà tempo di mettersi d’accordo sul nome del nuovo direttore «tecnico» per il nuovo Tg1 filo-governo tecnico. Il Cda che dovrebbe segnare il trasferimento del «direttorissimo» ad altro incarico (una corrispondenza di lusso, come caporedattore a New York o Parigi) è fissato per martedì pomeriggio. Il dg, Lorenza Lei, ha spedito ai consiglieri di amministrazione la sua proposta di trasferimento e di nomina pro tempore, con allegati illustri pareri legali che motivano la necessità del siluramento di «Minzo» come conseguenza automatica della legge sulle società a prevalente capitale pubblico. Un dipendente della Rai rinviato a giudizio va trasferito, altrimenti - sostengono i consulenti legali della Lei - i vertici aziendali potrebbero essere addirittura imputati di abuso d’ufficio. I tre prestigiosi studi legali consultati da Viale Mazzini sono quelli di Roberto Pessi (giuslavorista della Luiss, quello che ha curato l’uscita di Santoro), lo studio Bonelli (tra i primi in Italia nell’amministrativo) e un terzo parere per la parte penalistica. Di quale famoso avvocato? Paola Severino, titolare dell’omonimo studio e soprattutto neo ministro della Giustizia. La Severino ha seguito per parte Rai il caso Minzolini fino al giorno prima della nomina a Guardasigilli, poi è subentrato il suo partner Maurizio Bellacosa.
Tre superpareri che sembrano escludere una soluzione differente dal trasferimento. Anche se il curioso caso del consiglio d’amministrazione è il seguente: per metà, quelli di centrodestra e in più Petroni, ancora dubbiosi sull’operazione voluta dalla Lei e da Garimberti. Gli altri, quelli di centrosinistra ma anche il centrista-Udc De Laurentiis, contrari alla nomina di Maccari, considerato troppo vicino al Pdl per segnare un cambio al Tg1. È probabile che la soluzione Maccari passerà, ma solo come tampone. Di certo il consiglio si annuncia molto teso. «La verità vera - dice Antonio Verro, consigliere in quota Pdl e minzoliniano -, è che questo cambio è frutto di una decisione politica, e allora chi ha deciso di rimuovere Minzolini ci metta la faccia invece di nascondersi dietro il dito dell'obbligo legale». Anche Angelo Maria Petroni (quota ministero del tesoro), Guglielmo Rositani (larussiano e gasparriano del Pdl) e Giovanna Bianchi Clerici (Lega) sono decisi a contestare il blitz, mentre sembra che Alessio Gorla (forzista della prima ora, già dirigente Mediaset) abbia scaricato Minzolini, che pure è ancora difeso dal Cavaliere. La consigliera leghista invece è «orientata a votare contro» la rimozione. «Non mi convince affatto - ci spiega la Bianchi Clerici -. Per la Rai valgono le stesse regole di un ministero o del comune di Canicattì? Allora per tutte le assunzioni d’ora in poi dovremo fare un concorso pubblico!». Quanto all’eventuale colpa imputabile al Cda per la non rimozione di Minzolini, la Corte dei conti non potrebbe obiettare nessun danno erariale dalla riconferma, visto che se fosse trasferito, manterrebbe lo stesso compenso. Insomma, il sospetto strisciante nel centrodestra Rai è che la faccenda sia tutta politica, che la testa di Minzolini sia una sorta di trofeo che la Lei e il presidente Garimberti vogliono offrire ai nuovi poteri (il Pd, Casini, il terzismo pro Monti) per rimanere in sella a Viale Mazzini. Tanto per capire il clima in cui si aprirà il cda di dopodomani...
E Minzolini? Parla di una «porcata», di un «rituale mediatico-giudiziario a sfondo politico», e il Pdl - per bocca dei due capogruppo Cicchitto e Gasparri - gli riconferma la solidarietà. Se quindi dovesse saltare - come sembra ormai probabile - si sancirebbe una realtà paradossale rispetto ai numeri parlamentari: cioè che in Rai conta più l’Udc di Casini (che ha già un fidato direttore al Tg2) rispetto al Pdl di Berlusconi. Gli avvocati di Minzolini fanno leva sul mancato avviso del procedimento disciplinare e sul concetto di equipollenza dell’incarico da individuare affinché il trasferimento sia legittimo. Cosa può equivalere il Tg1? Niente, dunque deve restare. Ma i margini di successo sono pochi.

da http://www.ilgiornale.it/interni/vi...-12-2011/articolo-id=561601-page=0-comments=1

POVERO TG1....
 
Rai Martedì la decisione sul direttore del Tg1 rinviato a giudizio per peculato
Minzolini verso la rimozione Maccari designato ad interim
Ma la scelta provvisoria del dg Lei divide i consiglieri pd Verro (area pdl) «La Lei sta usando la bomba atomica: manca qualsiasi presupposto giuridico per cacciarlo»

ROMA - Ultime ore di direzione al Tg1 per Augusto Minzolini: il direttore generale della Rai, Lorenza Lei, ha deciso la sua destinazione ad altro incarico. Al suo posto è stato designato ad interim fino al 31 gennaio Alberto Maccari, direttore della Tgr. Dalle 11 di ieri, sul tavolo dei vertici Rai c' è la pratica che verrà discussa martedì durante il consiglio di amministrazione: come si legge nell' ordine del giorno preparato dal direttore generale, si parlerà degli «esiti dell' udienza preliminare della vicenda del direttore del Tg1» (il rinvio a giudizio di Minzolini) e dei «provvedimenti di nomina correlati» (Maccari). Ovvero, stando all' articolo 3 della legge n. 97 del 27 marzo 2001, chi viene rinviato a giudizio per peculato nelle aziende pubbliche «o a prevalente partecipazione pubblica» va allontanato dal suo incarico ma deve ottenerne un altro di pari livello. Per il presidente Paolo Garimberti «è più che opportuno, direi prioritario e fondamentale, un cambio alla guida del principale telegiornale Rai e la soluzione individuata per la transizione è valida e dà ampie garanzie di professionalità». Tanto che Garimberti se la prende con «le molte declamazioni o irrigidimenti, che sembrano solo tipici della politica politicante». Il riferimento, par di capire, è soprattutto all' opposizione già annunciata sulla nomina di Maccari da Nino Rizzo Nervo, consigliere di area pd, e da Rodolfo de Laurentiis (Udc). I loro due voti, agli occhi di Garimberti, sono essenziali per consolidare lo scrutinio sulla rimozione di Minzolini e la nomina di Maccari vista, dalla presidenza, non come una scelta politica ma come una pausa necessaria a «far raffreddare l' atmosfera per avere il tempo di trovare per il Tg1 una soluzione definitiva, autorevole e largamente condivisa». Ma Rizzo Nervo contesta proprio la tesi di Garimberti: «La Rai ha bisogno di scelte chiare e tempestive, l' interim è una confessione di impotenza». E De Laurentiis spiega: «Al Tg1 non serve provvisorietà, ma un direttore autorevole, stabile e con un ampio progetto editoriale. Solo in questo caso darò il mio consenso». Così, per ora, Garimberti può contare sul sì di Alessio Gorla e su quello molto probabile di Giorgio van Straten, area pd, che vede nel ricambio al Tg1 una priorità aziendale. In questo modo, i due esponenti pd si troverebbero su fronti opposti. Difficile prevedere le mosse di Guglielmo Rositani, pdl-ex an. Ma ci saranno i no sicuri di Angelo Maria Petroni, che contesta l' applicabilità della legge 97 alla Rai, di Giovanna Bianchi Clerici e di Antonio Verro, del Pdl. Che dice: «Lorenza Lei sta usando la bomba atomica contro Minzolini, quando sarebbe bastata una sospensione. Invece, usando quella legge si riduce la Rai a un qualsiasi consiglio comunale e Minzolini a un oscuro archivista. Così si distrugge la Rai: per me manca qualsiasi presupposto giuridico per applicare la legge 97 a viale Mazzini. Infine noto che i titoli dei giornali rappresentano altrettante sentenze: quando per Minzolini arriverà quella vera, e sono certo sarà di assoluzione, tutto sarà liquidato in due righe nascoste». P. Co. RIPRODUZIONE RISERVATA Le spese anomale, l' accusa dei pm e il sostituto

Conti Paolo


Pagina 014/015
(11 dicembre 2011) - Corriere della Sera


da http://archiviostorico.corriere.it/...ozione_Maccari_designato_co_8_111211021.shtml
 
1- DOMANI SALTA LA RAI? O MINZO VIENE CACCIATO O GARIMBERTI RASSEGNA LE DIMISSIONI - 2- LA FINE DEL GOVERNO POLITICO NON POTEVA NON AVERE CONTRACCOLPI A VIALE MAZZINI - 3- GLI INGRATI LEI & GARIMBERTI, PER RESTARE ATTACCATI ALLE POLTRONE, PENSAVANO DI FARE I “TECNICI” SENZA FARE I CONTI CON L’OSTE DELLA POLITICA CHE LI HA NOMINATI - 4- L’AUTOCOMBUSTIONE RAI SPIANA LA STRADA A CHI, COME CARLO DE BENEDETTI, FRIGGE DALLA VOGLIA DI METTERSI IN TASCA UNA RETE. E IERI EU-GENIO SCALFARI È SCATTATO RAPIDO SU “REPUBBLICA” INTIMANDO AL GOVERNO MONTI: “A PASSERA INCOMBE ANCHE IL COMPITO DI NOMINARE UN COMMISSARIO ALLA RAI DOVE LA SITUAZIONE È ORMAI INSOSTENIBILE E DI INDIRE UN´ASTA VERA SULLE FREQUENZE…” - 5- SALLUSTI SUL “GIORNALE” MAZZUOLA ALDO GRASSO FINO A FARLO DIVENTARE OBESO E POI SI OCCUPA DELLA "VERGINELLA” LORENZA LEI, KILLER DI MINZO IN DUPLEX CON GARIMBERTI, CHE HA DI COLPO CANCELLATO DALLA MEMORIA “QUANTO LA POLITICA (BERLUSCONI) SIA STATA FONDAMENTALE NELLA SUA NOMINA A NUMERO UNO DELLA RAI

1 - I DUE MARIO L'EUROPA L'HANNO SALVATA
Eugenio Scalfari per "la Repubblica"


passera jpeg
[...] Post scriptum. A Passera incombe anche il compito di nominare un commissario alla Rai dove la situazione è ormai insostenibile e di indire un´asta vera sulle frequenze. Comprendiamo che l´argomento è politicamente indigesto, ma lo è comunque, che l´asta vera si faccia o che si accetti quella truccata. "Le tue parole siano Sì o No". Passera è cattolico e tragga le sue conclusioni.

2 - MINZOLINI, DOMANI IL VOTO CON IL CDA RAI SPACCATO RIZZO NERVO (AREA PD): PRONTO A DIMETTERMI
Paolo Conti per il "Corriere della Sera"


EUGENIO SCALFARIe E se la rimozione di Augusto Minzolini dalla direzione del Tg1 dopo l'avviso di garanzia per peculato, prevista per domattina alle 11 in Consiglio di amministrazione della Rai, diventasse un'operazione molto più complicata del previsto? C'è già chi scommette nei corridoi di Saxa Rubra: vedrai, si salverà...

E se non si dovesse «salvare», si profila una crisi ai vertici: Nino Rizzo Nervo è pronto a dimettersi se fosse «costretto» dall'ordine del giorno presentato dal direttore generale Lorenza Lei a liquidare Minzolini e, contestualmente, a nominare direttore ad interim Alberto Maccari, responsabile della TgR, area Pdl, a un passo dalla pensione. Altro elemento molto forte, la posizione del presidente Paolo Garimberti: se il Consiglio non cambia incarico a Minzolini - ha già annunciato -, io mi dimetto, ritengo incompatibile la mia presenza con la sua al Tg1.


LORENZA LEI
Il nodo è intricatissimo e stringe tutti e nove i consiglieri: sia la maggioranza di centrodestra che il presidente, i due consiglieri di area Pd e quello dell'Udc. Martedì Antonio Verro (Pdl), Angelo Maria Petroni (nominato da Tremonti-Tesoro) e Giovanna Bianchi Clerici (Lega) voteranno contro l'allontanamento di Minzolini dal Tg1, contestando al direttore generale Lorenza Lei la facoltà di poter ricorrere all'ormai famoso articolo 3 della legge n. 97 del 27 marzo 2001 che obbliga «amministrazioni o enti pubblici ovvero enti a prevalente partecipazione pubblica» ad allontanare dall'incarico i dipendenti che vengano rinviati a giudizio per peculato, affidando loro un incarico equivalente. Per Petroni e Verro la Rai non può essere definita né un'amministrazione né un ente pubblico (ma i pareri legali chiesti dalla Rai agli studi Severino, Pessi ed eredi Bonelli sostengono il contrario) e voteranno contro ogni azione su Minzolini.


PAOLO GARIMBERTI e A loro si dovrebbe aggiungere il consigliere Pdl-ex An Guglielmo Rositani. Quanto ad Alessio Gorla, sembra pronto a votare l'ordine del giorno di Garimberti-Lei.
Il vero interrogativo riguarda l'area Pd-Udc, fortemente ostile alla soluzione Maccari. Rodolfo De Laurentiis (Udc), replica a Garimberti: «Ho grande stima del presidente, ma i diktat non servono. La mia scelta rimane quella di individuare un nome di livello per dare autorevolezza, credibilità e stabilità al Tg1. La rimozione (sospensione o trasferimento?) di Minzolini non può essere abbinata alla designazione di altri nomi in sua vece». Come si comporterà De Laurentiis se il voto fosse unico? Difficile dirlo.


minzolini Già nota e chiara è, invece, la posizione di Nino Rizzo Nervo, del Pd, che dall'inizio ha chiesto due voti (uno su Minzolini, uno sul suo successore): «Sono convinto da mesi che questo vertice sia arrivato al capolinea. Non è i grado di affrontare i veri nodi economici ed editoriali di una Rai la cui crisi è sotto gli occhi di tutti. Se non riesce nemmeno a trovare una soluzione dignitosa di fronte al rinvio a giudizio di Minzolini, dando contemporaneamente una soluzione adeguata all'importanza del Tg1, vuol dire che il tempo è veramente scaduto».


casa23 alberto maccari vice tg1
Rizzo Nervo, in sintesi, non potrebbe non votare l'ordine del giorno unico che sottrarrebbe a Minzolini la direzione del Tg1 ma prenderebbe clamorosamente le distanze dalla nomina di Maccari con le dimissioni. Poi c'è Giorgio van Straten, anche lui di area Pd, la cui posizione è simile a quella di Rizzo nervo (senza minaccia di dimissioni), ma che ritiene comunque prioritario togliere la guida del Tg1 a un direttore rinviato a giudizio per peculato ai danni dell'azienda (che si costituirà parte civile).


NINO RIZZO NERVO E se di fronte a un quadro così complesso Garimberti proponesse alla Lei di dividere i due ordini del giorno? In quel caso si potrebbe assistere a due diverse maggioranze: una sul cambio di mansioni per Minzolini (col centrodestra ostile) e una per la nomina di Maccari (col centrosinistra contrario). Antonio Verro contesta Garimberti sulla sua minaccia di dimissioni: «Una caduta di stile, vanno poste questioni aziendali e non questioni personali».


ANGELO MARIA PETRONI 3- CHE PENA I «MINZOLICIDI» FRUSTRATI E CODARDI
Alessandro Sallusti per "il Giornale"

Aldo Grasso è un critico televisivo, scrive sul Corriere della Sera . È un professore, cosa che oggi va molto di moda. Il suo ego e la sua sfrenata ambizione lo hanno portato, 18 anni fa, a passare dall'altra parte della barricata. I programmi, invece di criticarli, ha provato a farli. Fu un clamoroso flop, durato per fortuna degli ascoltatori neppure un anno. Aldo Grasso accettò infatti di dirigere Radio Rai nella sciagurata stagione della Rai dei professori, un esperimento simile a quello in corso d'opera nel nostro governo.


Giovanna Bianchi Clerici
Da allora Grasso non ha più alcuna autorevolezza, è uomo di parte e per di più rancoroso per il suo insuccesso. Ieri ha sfogato la sua frustrazione sul direttore del Tg1 Augusto Minzolini, scrivendo un articolo al veleno («Il peggior tg della storia») alla vigilia del consiglio di amministrazione Rai che, domani, secondo le indiscrezioni, dovrebbe rimuovere Minzolini.


Van STRATEN
Grasso ha due caratteristiche. La prima è quella di stare sempre dalla parte di chi vince, la seconda è quella di conoscere bene i meccanismi della politica. Che si sta preparando a celebrare uno dei suoi ipocriti riti. Lo sa bene Lorenza Lei, direttore generale che domani chiederà la testa di Minzolini per vili motivi politici, quanto la politica sia stata fondamentale nella sua nomina a numero uno della Rai. Se la signora avesse un minimo di memoria e di dignità direbbe: no, io questa porcata non la firmo. Perché, cara signora Lei, come dite voi donne «se non ora quando» dimostrare che siete meglio di noi uomini (potendolo fare)?


da http://www.dagospia.com/rubrica-2/m...rti-rassegna-le-dimissioni2-33104.htm#Scene_1
 
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