
Bucarest, 2002: la didascalia iniziale dichiara l'ispirazione a fatti realmente accaduti.
Non si fatica a crederlo.
L'essenza del cinema horror è la paura dell'"altro", del diverso, di ciò che non si conosce.
Questo piccolo horror dai pochi effetti speciali (che punta tutta la sua riuscita -in quanto film horror- su giochi di luce ed ombre), in tempi come i nostri in cui si confrontano le esigenze di chi chiede sicurezza e quelle di chi non ha niente da perdere, mi sembra attuale ed interessante.
Insomma, non soltanto horror fine a se stesso.
L'incredibile palazzo di Ceausescu, inquadrato brevemente (ma deliberatamente e significativamente), ci ricorda che (non solo in Romania) favolosi imperi personali sono stati costruiti a spese del degrado e dell'abbruttimento di intere popolazioni.
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