Tigri: In 10 Anni Ridotto 40% Habitat Naturale

ERCOLINO

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21 luglio 2006 - Tigri a caccia di una nuova casa. Sul simbolo dell'Asia pesa il rischio sfratto che potrebbe costare l'estinzione. Nel giro di dieci anni, infatti, la superficie di habitat naturale di questi grandi felini si e' ridotta del 40%: appena il 7% di quello che un tempo era l'areale tradizionale, ovvero dal mar Caspio all'estrema Siberia, dall'Isola di Bali al Nepal. E' quanto afferma uno studio del Wwf. La ricerca e' stata elaborata da alcuni dei maggiori specialisti scientifici dell'associazione del Panda, della Wildlife Conservation Society, dello Smithsonian's National Zoological Park e del Save The Tiger Fund.
Contro la perdita della ''casa'', per le tigri una speranza c'e'. Le associazioni hanno infatti individuato 76 ''territori di protezione'': aree, cioe', con maggiori possibilita' di sostenere in futuro la presenza di un buon numero di esemplari di questa specie. Se confinate in riserve piccole e isolate, infatti, le grandi popolazioni di carnivori come le tigri, sono fortemente a rischio di estinzione.
Circa la meta' delle 76 aree segnalate possono sopportare la presenza di 100 o piu' esemplari, offrendo pertanto eccellenti opportunita' per il recupero delle popolazioni allo stato naturale. Le piu' vaste si trovano nell'estremo lembo orientale della Russia e in India, ma anche l'Asia sudorientale dispone di zone in grado di conservare gli animali in buona salute, nonostante negli ultimi dieci anni molte abbiano visto le popolazioni ridursi. Lo studio sollecita poi una serie di azioni internazionali mirate, per ottenere la salvaguardia di quel che resta delle popolazioni di tigri allo stato selvatico.
Secondo i ricercatori gli sforzi di conservazione - ad esempio per difendere le tigri dal bracconaggio, proteggere le specie predate e per salvaguardarne l'habitat naturale - hanno permesso ad alcune popolazioni di restare stabili o addirittura di aumentare, ma il successo a lungo termine puo' essere ottenuto solo se esiste una visione globale di conservazione del territorio e un coinvolgimento diretto dei responsabili.
Per salvaguardare i felini sopravvissuti, sostengono gli scienziati, e' indispensabile migliorare la situazione delle 20 principali aree protette. Il gruppo di ricercatori si e' detto pronto a sostenere i 13 paesi in cui le tigri sono presenti, in uno sforzo regionale per salvare la specie.
Gli autori del rapporto suggeriscono inoltre che i capi di Stato di questi paesi si riuniscano in un ''Vertice per la tigre'' e diano nelle loro agende politiche una maggiore priorita' alla conservazione di questa importantissima specie.
''L'area popolata dalle tigri supera i confini, e lo stesso deve succedere per la loro salvezza", ha detto il direttore scientifico del Wwf Italia, Gianfranco Bologna.
''La crescita economica dell'Asia non deve aver luogo a spese dell'habitat delle tigri e del capitale naturale che protegge.
Una delle aree dove oggi si deve decidere con interventi sostanziali e', ad esempio, l'isola di Sumatra dove vive una sottospecie endemica a serio rischio di estinzione per colpa di modificazioni del tecniche agricole e per oltre 30 anni di taglio intensivo e spesso illegale delle foreste.
Su quest'ultima attivita' anche l'Italia ha le sue responsabilita' essendo uno dei maggiori importatori al mondo di legname da quelle aree. Il Wwf chiede un intervento ''compensativo'' da parte del Governo italiano per aiutare la tigre e le altre specie come l'orango, l'elefante ed i gibboni respinti dalle attivita' umane in aree sempre piu' strette.
(ANSA)
 
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