Tv locali. E se per una volta si dicesse la verità?

masterone

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"Tv locali. E se per una volta si dicesse la verità?

.... lo scenario che si sta delineando appare abbastanza chiaro, ma temo che nessuno si prenderà la responsabilità di pianificare le prossime mosse (in Italia un "governo dell'etere"non è mai esistito). Questo è un peccato, poiché oggi c'è il tempo e il modo di preparare l'evoluzione del "vecchio" medium televisivo in qualcosa di più moderno, adatto ai tempi, e soprattutto in grado di reggere l'urto con le nuove tecnologie e i nuovi concorrenti. Ecco cosa a mio avviso si dovrebbe fare:

1) Dire la verità alle emittenti locali (o meglio ai loro imprenditori): le tv libere sono finite. Lo stato si è riappropriato dell'etere e ne dispone in maniera tale che non è più pensabile che qualcuno lo sfrutti come fosse suo. Ciò non presuppone alla fine delle TV regionali o provinciali, ma degli operatori di rete locali lo stato si vuole sbarazzare al più presto possibile. Lo si dica subito, chiaramente, indicando anche il termine ultimo del 2017 per restituire le frequenze.

2) La tv locale dopo tutto è un servizio pubblico, agli imprenditori che vogliono continuare o cominciare un'impresa in questo settore si devono dare delle regole certe e un mercato che possa essere competitivo e remunerativo. Quindi basta alla moltiplicazione dei programmi (effetto collaterale dell'esistenza degli operatori di rete locali), agli investimenti insostenibili e ai contributi a pioggia: lo stato concede in modo più o meno agevolato un canale sui suoi MUX (gestiti dalla Rai) a chi presenta un progetto di TV locale con la regola di un'emittente per ogni editore. Le seconde e terze reti, se proprio ci devono essere, saranno escluse da qualsiasi agevolazione.

Questa piccola rivoluzione potrebbe cominciare già oggi col MUX Rai DVBT2 che stenta ad essere attivato (forse per mancanza di programmi). Lo si progetti come una serie di mux a copertura regionale, sul modello del MUX 1 Rai, e in DVBT2 si faccia da un lato sperimentazione con un canale HD Rai (che veicoli anche i TG regionali) dall'altro si cominci a dare spazio a quelle emittenti locali che ne facciano richiesta, ospitandole a prezzi convenzionati su un MUX comunque pregiato, dandogli tempo 5 anni (2017) per restituire la loro frequenza senza polemiche, pasticci e rimborsi.
Nello stesso arco di tempo Rai potrà convertire anche parte del MUX 1 (la frequenza VHF 9/5).
Ottimo sarebbe arrivare al 2017 con 3 MUX DVBT2 in VHF gestiti da Rai che veicolano su ognuno un canale Rai HD e 4/5 emittenti locali. A Rai resterebbero i suoi 4 MUX in UHF per trasmettere il resto dell'offerta. Il resto della banda sarebbe a disposizione delle tv nazionali o pluriregionali private e anche togliendo i canali dal 50+ ognuno avrebbe il suo spazio.
Temo però che si continuerà invece a bistrattare le piccole emittenti, promettendo spazio e sovvenzioni nella teoria, mettendo paletti ed obbligando alla chiusura nella pratica..... "

Tratto da un commento di un utente su Newslinet:

http://www.newslinet.it/notizie/dtt...servizi-mobili-frt-per-mantenere-off#commenti
 
Molto bello come panorama futuribile... Ed anche auspicabile...
Detto in altre parole più ruvide: il 99% delle tv locali non serve ad una benemerita cippa!!!
 
Sono pienamente d'accordo con l'articolo.
Gli operatori di rete non devono essere anche produttori di contenuti veicolati sui mux stessi, ma devono solamente offrire banda a chi è interessato. E le tv locali devono offrire contenuti validi, non quello che stanno facendo ora grazie a contributi immeritati. Con tv locali inoltre si deve intendere l'insieme delle tv che ha diffusione limitata sul territorio, al massimo una-due regioni, e che fa informazione locale, non tv che sono "locali" solo perchè non sono nazionali, e trasmettono esclusivamente televendite e ciarpame vario. Avrebbero potuto correre ai ripari per tempo, ed invece, sperando di trarne profitto, hanno affrontato male lo switch-off ed ora si ritrovano con l'acqua alla gola.
Su questo tema bisognerebbe allinearsi col resto d'Europa, auspicabilmente prendendo esempio dai paesi tedeschi.
 
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