Tv Svizzera: niente 36

Devil83

Digital-Forum Junior
Registrato
12 Gennaio 2005
Messaggi
73
Località
Turate - Bassa Comasca
Risposta all'interrogazione di Lorenzo Quadri
http://www.ti.ch/CAN/SegGC/comunicazioni/GC/interrogazioni/risposte/r102.06.htm


Segnale TSI in Italia: siamo proprio sicuri che sarà ancora garantito dopo lo spegnimento definitivo del segnale analogico?




Signor deputato,

ci riferiamo alla sua interrogazione del 3 maggio 2006 e nel merito, sentita la Direzione della SSR/RTSI, prendiamo posizione come segue.

Poiché la SSR/RTSI sta per affrontare il problema dello spegnimento dei segnali analogici televisivi, occorre fare il punto alla situazione. Come abbiamo già avuto modo di rilevare nella nostra risposta alla sua interrogazione del 30 gennaio scorso, la digitalizzazione dei segnali radiotelevisivi è stata voluta dal Consiglio federale e figura anche fra le condizioni poste dall’ultima revisione della Concessione federale rilasciata alla SRG SSR idée suisse.

Questa manovra si sarebbe dovuta iscrivere in un contesto continentale. In particolare, anche la vicina Italia avrebbe dovuto completare entro la fine di questo 2006 la rete di segnali televisivi digitali terrestri e, in tal modo, sarebbe stata garantita un’invidiabile omogeneità nel campo degli sforamenti naturali dei rispettivi segnali.

Purtroppo, il Governo italiano, alla fine dello scorso anno, decideva di rinviare al 2008 il completamento della manovra di digitalizzazione, mentre la SSR non poteva più procrastinare le sue decisioni, sia a causa dei risparmi che è stata chiamata a operare, connessi all’imminente entrata in vigore della nuova Legge federale sulla radiotelevisione, sia nel rispetto di un calendario nazionale che prevede ormai il quasi completamento dell’operazione di digitalizzazione entro la metà del prossimo anno. Poche, infatti, saranno in quel momento le zone del nostro paese che ancora non potranno disporre del nuovo sistema di diffusione dei programmi televisivi.

Fatta questa premessa, alle singole domande rispondiamo come segue:

1. È sicuro il CdS che dopo lo spegnimento del canale 36 di Castel San Pietro il segnale RTSI continuerà ad essere fruibile dai telespettatori della vicina Penisola? Qual è la posizione del CdS sul comunicato allegato di DaxMedia?

Nell’affrontare gli aspetti tecnici connessi allo spegnimento dei segnali analogici, che avverrà per il nostro Cantone il 24 luglio prossimo, occorre rilevare che l’assegnazione dei canali per la diffusione del DVB-T, cioè dei segnali digitali televisivi terrestri, che è avvenuta nel corso delle trattative fra l’UFCOM e le autorità delle paesi limitrofi, non può ancora considerarsi definitiva. Dalla metà di maggio, ha preso avvio infatti a Ginevra la Conferenza internazionale sull’asse-naione delle frequenze, che si spera riesca a riordinare una situazione talvolta caotica venutasi a creare a livello internazionale negli ultimi anni. Inoltre, anche il raddoppio dei segnali DVB-T, previsto per il 2009-2010 dovrebbe portare a un ulteriore assestamento.

Tuttavia, anche se nel corso della coordinazione internazionale fosse stato concesso alla SSR di mantenere in funzione il canale 36, esso non sarebbe potuto essere digitalizzato, e ciò a causa della necessità di garantire un adeguato periodo di simulcasting, cioè di trasmissione in parallelo dei segnali analogici e digitali, che in Ticino dura dall’agosto 2003.

Per ciò che concerne il canale 39, occorre dire che in origine la sua penetrazione in territorio italiano era più cospicua e andava addirittura oltre a ciò riusciva a fare il 36. Tuttavia, le autorità e i broadcaster italiani hanno chiesto e ottenuto che la sua potenza fosse ridotta e la fascia di irradiamento rimpicciolita. Va infatti ricordato come la SRG SSR non abbia un diritto di diffusione nel territorio estero, salvo quello che avviene per sforamento, vale a dire lo sforamento tecnico necessario per inviare un segnale qualitativamente corretto a tutte le economie domestiche della Svizzera italiana.

I segnali digitali della TSI giungono nelle zone italiane di frontiera per sforamento naturale e continueranno a essere captabili, anche dopo lo spegnimento dei segnali analogici. La situazione sarà verosimilmente come oggi, a macchia di leopardo e le simulazioni sono alquanto teoriche se dovesse perdurare il caos nell’occupazione delle frequenze.

Occorre comunque annotare che ben presto, non solo su quello svizzero, bensì anche sul mercato italiano saranno in vendita esclusivamente televisori digitali, cioè che ricevono direttamente i segnali DVB-T, senza necessitare più del set top box, cioè del convertitore di segnali. Inoltre, i convertitori stessi, venduti in milioni di esemplari in Italia, sono perfettamente adatti alla ricezione anche dei segnali digitali in provenienza dal nostro paese.

2. Nel caso risultasse confermato che, come scrive DaxMedia, "Senza il 36 Milano non avrà più nessuna Televisione Svizzera da sintonizzare"; è intenzione del CdS attivarsi affinché il canale 36 venga mantenuto?

Valgono le considerazioni espresse alla precedente domanda. Per una presenza ufficiala della TSI in Italia si rimanda alla risposta 4).

3. Non ritiene il CdS che sia nell’interesse economico di tutto il Cantone che la TSI mantenga e sviluppi, e non certo danneggi, la propria espansione in Lombardia - questo sia per ragioni occupazionali (la RTSI è uno dei principali datori di lavoro cantonali, e per di più fornitrice di impieghi pregiati) che di collaborazione insubrica (pensiamo ad esempio alla promozione turistica del nostro Cantone Oltreconfine)?

I programmi della TSI sono maggiormente visti al di fuori della Svizzera italiana che non all’interno del suo comprensorio. In particolare, la fascia immediatamente a ridosso della linea di confine che ci separa dalla Repubblica Italiana rappresenta un bacino d’utenza di primaria importanza per l’azienda televisiva.

Il Consiglio di Stato non può dunque rimanere indifferente al rischio di vedere sparire dai teleschermi italiani i programmi della TSI, che contribuiscono a diffondere quell’immagine di attendibilità e serietà che contraddistingue i palinsesti di tutta la rete delle televisioni di servizio pubblico del nostro paese.

È inoltre indubbio che la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana RTSI rappresenta per il nostro Cantone un prezioso bene da tutelare, sia nel rispetto della sua funzione di importante datore di lavoro sia in considerazione del ruolo di vettore nazionale e internazionale di programmi radiofonici e televisivi e di servizi multimediali di qualità.

Cosciente di quanto sopra, il Consiglio di Stato assicurerà alla SSR/RTSI il sostegno necessario per continuare ad essere presente in territorio italiano.

4. È intenzione del CdS promuovere una conservazione integrale, e se possibile un’espansione, del segnale TSI in Lombardia e Piemonte, per quanto nelle sue possibilità e competenze?

La sola via per essere presenti legalmente in Italia è quella di ottenere una concessione o un accordo per la diffusione della propria produzione o di quelle per le quali si posseggano i diritti. Si tratta del progetto "TSI Italia" limitato a una diffusione di alcune ore. A questo proposito, lo scrivente Consiglio ha ricevuto la direzione della RTSI ed è entrato in materia, auspicando una collaborazione attiva tra tutti gli attori pubblici e privati, interessati ad una "presenza svizzera" in Italia. Anche la Deputazione ticinese alle Camere federali si è rivolta direttamente al capo del DATEC, il Consigliere federale Moritz Leuenberger, ricevendo una positiva assicurazione, secondo la quale anche la lingua italiana deve essere presa in considerazione nell’attribuzione di risorse (analogamente a quanto avviene per esempio con TV5, 3SAT, Arte e Euronews) per la presenza svizzera all’estero. Il dossier potrebbe arrivare a concludersi, tenendo conto delle decisioni finanziarie della Confederazione, entro fine autunno.

Voglia gradire, signor deputato, i sensi della nostra massima stima.

PER IL CONSIGLIO DI STATO
Il Presidente: Il Cancelliere:
L. Pedrazzini G. Gianella
 
Cmq almeno 3 punti sono importanti:

1) Per ciò che concerne il canale 39, occorre dire che in origine la sua penetrazione in territorio italiano era più cospicua e andava addirittura oltre a ciò riusciva a fare il 36. Tuttavia, le autorità e i broadcaster italiani hanno chiesto e ottenuto che la sua potenza fosse ridotta e la fascia di irradiamento rimpicciolita.

2)Per quanto riguarda il progetto "TSI Italia", limitato a una diffusione di alcune ore, potrebbe concludersi per fine autunno.

3)Ci sarà un raddoppio dei segnali DVB-T, previsto per il 2009-2010, in Svizzera.
 
Devil83 ha scritto:
Cmq almeno 3 punti sono importanti:

1) Per ciò che concerne il canale 39, occorre dire che in origine la sua penetrazione in territorio italiano era più cospicua e andava addirittura oltre a ciò riusciva a fare il 36. Tuttavia, le autorità e i broadcaster italiani hanno chiesto e ottenuto che la sua potenza fosse ridotta e la fascia di irradiamento rimpicciolita.

2)Per quanto riguarda il progetto "TSI Italia", limitato a una diffusione di alcune ore, potrebbe concludersi per fine autunno.

3)Ci sarà un raddoppio dei segnali DVB-T, previsto per il 2009-2010, in Svizzera.

1) Evidentemente gli svizzeri contano come il due di picche, riuscendo a farsi ridurre la potenza di un impianto sul proprio territorio dagli italiani! Che vergogna.

2) Da almeno un anno se ne parla e non hanno concluso niente

3) Prima chiudono, poi raddoppiano, quando magari sul 36 ci troveremo un bel Valcavone sui denti.

Risultato: gestione disastrosa. Nessun politico chiede le dimissioni di Ratti e dirigenti vari?
 
Alcor ha scritto:
1) Evidentemente gli svizzeri contano come il due di picche, riuscendo a farsi ridurre la potenza di un impianto sul proprio territorio dagli italiani! Che vergogna.
Come dissi tempo fa, gli svizzeri non hanno nessun diritto di mantenere il 36 acceso, se gli italiani non vogliono.
Se io ho un idrante che sta nel mio giardino, ma bagna più quello del mio vicino che il mio, il mio vicino ha tutto il diritto, se vuole, di farmelo spegnere. :crybaby2:

E' poi che per "italiani" e "broadcaster italiani", si intende un nome ben specifico: Mediaset. :eusa_wall:
 
Lochness ha scritto:
Come dissi tempo fa, gli svizzeri non hanno nessun diritto di mantenere il 36 acceso, se gli italiani non vogliono.
Se io ho un idrante che sta nel mio giardino, ma bagna più quello del mio vicino che il mio, il mio vicino ha tutto il diritto, se vuole, di farmelo spegnere. :crybaby2:

E' poi che per "italiani" e "broadcaster italiani", si intende un nome ben specifico: Mediaset. :eusa_wall:

Se parliamo di idranti con i segnali italiani presenti, a quest'ora la Svizzera sarebbe tutta un grande lago...
Ci si dimentica sempre il discorso di reciprocità, che vale per i segnali italiani in Svizzera e MAI per i segnali svizzeri in Italia. Perchè?

Ciao
 
Alcor ha scritto:
Se parliamo di idranti con i segnali italiani presenti, a quest'ora la Svizzera sarebbe tutta un grande lago...
Ci si dimentica sempre il discorso di reciprocità, che vale per i segnali italiani in Svizzera e MAI per i segnali svizzeri in Italia. Perchè?

Ciao

Bravissimo, infatti!

RECIPROCITA'!
 
Alcor ha scritto:
Se parliamo di idranti con i segnali italiani presenti, a quest'ora la Svizzera sarebbe tutta un grande lago...
Ci si dimentica sempre il discorso di reciprocità, che vale per i segnali italiani in Svizzera e MAI per i segnali svizzeri in Italia. Perchè?

Ciao
Ma è banale, ragiona: come ti ho detto, se l'idrante del mio vicino mi dà noia lo faccio spegnere. Ma se è l'idrante del mio vicino a bagnare il mio giardino e a me la cosa aggrada così risparmio acqua, quell'idrante resta acceso.

Ti ripeto, è una cosa banale. :icon_wink:
 
Indietro
Alto Basso