26 maggio 2006 - Un mese di reclusione per aver ucciso un pettirosso. La pena esemplare e' stata comminata a un uomo di Lecco che lo scorso anno aveva ucciso, lui dice per un incidente, l'uccello appartenente a una specie proibita e per di piu' all'interno di un'area protetta. Oltre alla condanna penale, con la sospensione condizionale, il cacciatore di frodo dovra' pagare una multa di 400 euro.
L'Ente nazionale protezione animali plaude alla condanna: "il verdetto e' giusto e fin troppo clemente nei confronti di persone che hanno dato prova di crudelta' verso creature indifese- spiega l'Enpa- soprattutto in considerazione dei tanti reati che vengono commessi e mai individuati, per scarsi controlli contro i bracconieri o per una giustizia che non si commuove spesso per il dolore di chi non ha parole per esprimerlo".
L'associazione chiede inoltre che sia portata avanti una campagna per una maggiore vigilanza a tutela dei piccoli passeriformi, cui appartiene anche il pettirosso, sempre piu' spesso tra le vittime predilette di cacciatori senza scrupoli che utilizzano anche sistemi del tutto vietati dalla legge, come gli "archetti" o i "roncoli", che uccidono l'animale lentamente provocandogli atroci sofferenze e una lunga agonia.
(Com/Sab/ Dire)
L'Ente nazionale protezione animali plaude alla condanna: "il verdetto e' giusto e fin troppo clemente nei confronti di persone che hanno dato prova di crudelta' verso creature indifese- spiega l'Enpa- soprattutto in considerazione dei tanti reati che vengono commessi e mai individuati, per scarsi controlli contro i bracconieri o per una giustizia che non si commuove spesso per il dolore di chi non ha parole per esprimerlo".
L'associazione chiede inoltre che sia portata avanti una campagna per una maggiore vigilanza a tutela dei piccoli passeriformi, cui appartiene anche il pettirosso, sempre piu' spesso tra le vittime predilette di cacciatori senza scrupoli che utilizzano anche sistemi del tutto vietati dalla legge, come gli "archetti" o i "roncoli", che uccidono l'animale lentamente provocandogli atroci sofferenze e una lunga agonia.
(Com/Sab/ Dire)