L’Enpa plaude all’accoglimento del ricorso presentato sugli abbattimenti di caprioli, finalmente interrotti grazie allo stop intimato dal Tar alla Regione, che ha chiesto di rivedere l’intera questione il 4 ottobre e di impedire nel frattempo che la strage continui. La Protezione Animali aveva chiesto di fermare i cosiddetti “abbattimenti selettivi” e aveva ricevuto l’appoggio della Provincia di Alessandria, che aveva promesso di creare un tavolo di lavoro e di rivedere le modalità di censimento attuate ora, per raggiungere una gestione del territorio più corretta.
Ma la Regione, guidata dalla Presidente Mercedes Bresso, ha dato numerose prove di disinteresse nei confronti del benessere animale, ribadendo con argomentazioni estremamente superficiali ogni obiezione mossa dagli animalisti al massacro di ungulati, che la Bresso ha continuato a proporre come unica soluzione al problema – tutto da verificare in quanto i dati sono stati forniti dagli stessi cacciatori – del soprannumero dei caprioli.
Giovanni Pallotti, coordinatore regionale Enpa per il Piemonte, festeggia: “Oggi è un’importante vittoria per l’Enpa e per gli ambientalisti, che sono riusciti a coinvolgere nella loro protesta non solo la cittadinanza dei paesi vicini, ma gli italiani che hanno scritto lettere e email alle amministrazioni locali e ai mass media, testimoniando uno schieramento compatto e ben più numeroso dei cacciatori. L’Enpa ringrazia ancora quanti hanno personalmente partecipato a questa battaglia”.
Adesso la Regione dovrà mostrare le ragioni per cui ha preso un provvedimento tanto drastico. “È stata ignorata la volontà popolare che chiedeva di salvare gli animali; è stata disattesa da quegli stessi rappresentanti che, dopo aver promesso in campagna elettorale di dedicarsi alla tutela dell’ambiente, hanno preferito scegliere di uccidere centinaia di esemplari piuttosto che ascoltare chi proponeva alternative incruente” ha concluso Pallotti.
L’importante è che ora i fucili abbiano cessato di sparare. Ma una gestione corretta del patrimonio faunistico impone scelte più lungimiranti, che prevedano, come consigliato dall’Enpa in più occasioni, di impedire in futuro immissioni di animali che possono compromettere equilibri molto delicati e favoriscono solo i cacciatori, per i quali i boschi sono solo un territorio da depredare.
(ENPA)
Ma la Regione, guidata dalla Presidente Mercedes Bresso, ha dato numerose prove di disinteresse nei confronti del benessere animale, ribadendo con argomentazioni estremamente superficiali ogni obiezione mossa dagli animalisti al massacro di ungulati, che la Bresso ha continuato a proporre come unica soluzione al problema – tutto da verificare in quanto i dati sono stati forniti dagli stessi cacciatori – del soprannumero dei caprioli.
Giovanni Pallotti, coordinatore regionale Enpa per il Piemonte, festeggia: “Oggi è un’importante vittoria per l’Enpa e per gli ambientalisti, che sono riusciti a coinvolgere nella loro protesta non solo la cittadinanza dei paesi vicini, ma gli italiani che hanno scritto lettere e email alle amministrazioni locali e ai mass media, testimoniando uno schieramento compatto e ben più numeroso dei cacciatori. L’Enpa ringrazia ancora quanti hanno personalmente partecipato a questa battaglia”.
Adesso la Regione dovrà mostrare le ragioni per cui ha preso un provvedimento tanto drastico. “È stata ignorata la volontà popolare che chiedeva di salvare gli animali; è stata disattesa da quegli stessi rappresentanti che, dopo aver promesso in campagna elettorale di dedicarsi alla tutela dell’ambiente, hanno preferito scegliere di uccidere centinaia di esemplari piuttosto che ascoltare chi proponeva alternative incruente” ha concluso Pallotti.
L’importante è che ora i fucili abbiano cessato di sparare. Ma una gestione corretta del patrimonio faunistico impone scelte più lungimiranti, che prevedano, come consigliato dall’Enpa in più occasioni, di impedire in futuro immissioni di animali che possono compromettere equilibri molto delicati e favoriscono solo i cacciatori, per i quali i boschi sono solo un territorio da depredare.
(ENPA)