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roddy

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Ordinanza del gip sul divieto di espatrio. Il racconto sull'incidente dell'isola di Cavallo Il principe intercettato in cella

«Ho fregato i giudici francesi» Vittorio Emanuele: sulla morte di Hamer avevo torto

Chiuso nella sua cella nel carcere di Potenza, la sera del 21 giugno Vittorio Emanuele di Savoia è in vena di raccontar di sé al coimputato Rocco Migliardi. Parte dai suoi precedenti giudiziari, che sono certamente un argomento adatto alla situazione. Anche perché lui, il Savoia, ha di che vantarsi. Racconta quella storia di quasi trent'anni fa, quando lo accusarono di aver ammazzato un uomo, anzi un ragazzo, all'isola di Cavallo in Corsica, durante una lite tra yachtmen, in cui tra l'altro la vittima non c'entrava niente. Fu assolto, Vittorio Emanuele.

E ora, davanti al compagno di cella, ci ride sopra a quella assoluzione: «Anche se avevo torto, devo dire che li ho fregati». Parla dei giudici francesi: «Eccezionale... Venti testimoni, e si sono affacciate tante di quelle personalità pubbliche. Il procuratore aveva chiesto cinque anni e sei mesi. Ma ero sicuro di vincere. Ero più che sicuro».

Nella cella c'era una microspia, l'aveva fatta mettere il pm Henry John Woodcock per continuare a indagare sul giro di corruzione e tangenti che aveva portato Savoia in carcere. Tutto quello che Vittorio Emanuele diceva finiva su un nastro magnetico. Il suo racconto di quel 18 agosto 1978, quando per un tender scomparso andò a litigare con il medico romano Niki Pende, suo vicino di panfilo nel porto di Cavallo, portandosi appresso la carabina. Sparò in aria, poi un secondo colpo raggiunse il diciannovenne Dirk Hamer, addormentato sul ponte di un'altra barca, che per quella ferita morì mesi dopo in ospedale. Savoia ricorda ancora tutto molto bene, dinamica della lite e calibro del fucile: «Io ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua, che era steso, passando attraverso la carlinga. Pallottola trenta zero tre».

Adesso questo racconto Vittorio Emanuele se lo ritrova pari pari nell'ordinanza con la quale il gip Rocco Pavese motiva la decisione di non revocare il divieto di espatrio imposto all'imputato dal tribunale di Potenza dopo la scarcerazione. E se lo ritrova come uno dei motivi che hanno orientato il giudice. Pavese conferma quello che già scrisse il Riesame, e cioè che il pericolo di fuga era favorito dalla «disponibilità di abitazioni all'estero, le ingenti risorse economiche dell'indagato e la fitta rete di rapporti internazionali da lui instaurati con persone, enti e governi», ma ci aggiunge anche altro, proprio in considerazione dell'ascolto di quei nastri. Scrive che Vittorio Emanuele dimostra «cinismo e disprezzo per la legittima attività investigativa e giurisdizionale» e che questo suo atteggiamento è una «ulteriore dimostrazione del persistere dell'esigenza cautelare».

Anche perché non c'è soltanto quell'intercettazione tra le carte che riempiono il fascicolo dedicato a Savoia. Ce n'è un'altra, per esempio, in cui l'imputato, dopo la scarcerazione, parla al telefono con un conoscente. È il 28 luglio, e Vittorio Emanuele parla di quelli che indagano su di lui: «Sono dei poveretti, degli invidiosi, degli stronzi», dice pur sapendo di essere tenuto sotto controllo.

Infatti subito aggiunge: «Pensa a quei coglioni che ci stanno ascoltando... Sono dei morti di fame, non hanno un soldo, devono rimanere tutta la giornata ad ascoltare, mentre probabilmente la moglie gli fa le corna».
Nel frattempo lui deve rimanere in Italia. Nonostante dissenta, affidando al portavoce di famiglia una nota in cui è scritto che sarà presentato appello contro la decisione del gip, che le intercettazioni del racconto in cella riguardano vicende che «non sono attinenti con le indagini in corso», e che comunque si tratta di frasi «estrapolate dal loro contesto».



Solo una breve nota: visto che appariva del tutto scontato che, mettendolo in carcere con un suo co-imputato, i giudici lo avrebbero intercettato in cella per avere ulteriori riscontri; e visto che era, quanto meno plausibile, che lo stesso sarebbe successo col suo telefono dopo gli arresti domiciliari, CHE SCALA BISOGNEREBBE USARE per misurare il Q.I. di Sua Maestà?:eusa_whistle: :badgrin:
 
sicuramente non è un ******** (si dice dalle mie parti) tutta la sicurezza gli è data dal suo potere , dai suoi soldi e dal disprezzo per la gente che DEVE lavorà pe magna e questo me fà n****à :evil5: :5eek: :5eek:
 
vuol dire che in Italy non siamo succubi della sua razza "principesca" come all'estero... :) e per fortuna! ;)
 
Fossi Sardo.. le scuse pubbliche fatte per aver offeso quella terra e i suoi abitanti.. gliel'he infilerei direttamente nel deretano...

Solo noi Italiani potevano RIprenderci un essere inutile...:eusa_naughty:
 
Tutto previsto.... e risaputo, già fatta dal sottoscritto a Giugno l'istantanea al "campione", fuori da ogni scala.... Ricordo i commenti dei "prudenti", quelli che avevano consigliato "cautela" e mostrato pietà per il "vecchio", cogliendo l'occasione per stigmatizzare i "soprusi" dei giudici, nell'Italia forcaiola, quella pre-indulto :doubt:.
 
Si, ragazzi, ma vi rendete conto del grado di intelligenza di quest'uomo?..:5eek:
CHIUNQUE avrebbe immaginato di essere ancora intercettato e avrebbe usato, ALMENO, un minimo di cautela nell'esprimere i propri pensieri...
Questo, invece... :eusa_wall: :eusa_wall:
 
Perchè non lo mettono in una cella e buttano via la chiave? E' insopportabile!
E pensare che c'è gente che ancora sostiene la monarchia:crybaby2:
 
Ma quale re roddy? C'è tutta una contesa dinastica che va avanti da decenni sul fatto che il Duca d'Aosta sia il legittimo erede di casa Savoia. Non questo ciarlatano di savoiardo...
Consoliamoci con il fatto che il figlio è più onesto e che s'è fatto una bella famiglia :D (gran consolazione...)
 
alex86 ha scritto:
Ma quale re roddy? C'è tutta una contesa dinastica che va avanti da decenni sul fatto che il Duca d'Aosta sia il legittimo erede di casa Savoia. Non questo ciarlatano di savoiardo...
Consoliamoci con il fatto che il figlio è più onesto e che s'è fatto una bella famiglia :D (gran consolazione...)
Questo "ciarlatano" è il primo figlio maschio dell'ultimo Re d'Italia ( degno erede di cotanta stirpe: non dimentichiamoci del nonno e delle porcate fatte durante il ventennio e con l'ingloriosa fuga a Brindisi... :icon_twisted: :icon_twisted: ).
Che poi di questa supposta " contesa dinastica " non me ne possa fregare di meno, è un altro discorso...
Oddio mi correggo: c'è qualcosa di cui me ne può fregare di meno: del figlio "onesto" ( che, però difende a spada tratta il padre e attacca e insulta i giudici che lo accusano... :icon_twisted: ), e della sua "bella famiglia""...:pottytrain5: :XXpuke: :icon_puke_l:
 
è il primo figlio maschio dell'ultimo Re d'Italia
Sì, peccato però che qualche generazione dietro (una o due) ci fosse stato un matrimonio non regale (la legge salica prevedeva solo sposalizi di sangue "blu") e che quindi il titolo "regale" sarebbe dovuto passare ai cugini d'Aosta...Questa è in sintesi la contesa...
 
Nessuno è Re D'Italia, sia perchè l'Italia è una repubblica, sia perchè l'ultimo Re così ha deciso. Probabilmente, anche consapevole delle "doti" del proprio figlio (certi episodi sintomatici erano già avvenuti), Umberto II ha voluto portare con sè nella tomba il sigillo reale, simbolo della trasmissione della linea regnante.
Nei fatti, Umberto II è stato quindi l'ultimo Re d'Italia e chiunque altro non può diventarlo per successione dinastica. Se lo fa è un ciarlatano, punto e basta.
Pretesti di nessuna consistenza valgono niente, ed i nostalgici della monarchia, farebbero bene a tenere in considerazione la realtà storica, nonchè le ultime volontà dell'ultimo (vero) Re d'Italia.
Quanto alla cosiddetta consulta dei senatori del regno che vorrebbe esprimere pareri autorevoli, ebbene, si tratta di un'associazione privata ricostituita a seguito del proclama dell'ex Re nel 1955, mentre questi era in esilio. L'attuale consulta, poi, non c'entra nulla con quella del '55, essendo un'emanazione, abbastanza recente, e di convenienza, del "carcerato" con il Q.I. fuori scala.
 
Essendo decaduta la monarchia, al massimo potrebbe esserci un principe...
Dichiarando la nostra costituzione decaduto ogni titolo nobiliare ciò non può essere, almeno sul territorio della repubblica.
Ricordavo qualcosa a proposito di matrimoni savoia, una cosa che dovrebbe appagare Roddy, e spiega perchè Umberto si è portato nella tomba il sigillo reale...
(a volte conta aver qualche anno in più all'anagrafe, almeno finchè resta qualche neurone attivo)
[FONT=&quot]
"Umberto mio padre, non ha mai riconosciuto valore dinastico alle nozze di suo figlio Vittorio Emanuele con Marina Doria (sposata con rito civile a Las Vegas il 12 gennaio del 1970, e con rito religioso a Teheran il 7 ottobre del 1971 contro il volere del padre Ndr), e di conseguenza non ha mai riconosciuto la trasmissione del titolo al figlio, Emanuele Filiberto. Ricordo che mio padre fosse rimasto offeso da quel tentativo di mio fratello, incredibile e inaccettabile, essendo decaduto, di conferire un titolo nobiliare alla sconosciuta signora Marina Doria. Per me lui è semplicemente un Signor Savoia, e non il principe di Savoia (Intervista di Maria Gabriella di Savoia al Corriere della Sera).[/FONT]
 
L'ha scritto roddy "re", non io. Il matrimonio borghese tra V.E. e Marina Doria, oltretutto, non avrebbe mai dato il via libera ad un eventuale trono...Non è re, ma il titolo di principe gli spetta, così come vuole la legge.
 
Scusa Alex quale legge???Non esistendo più la monarchia la legge salica scade a livello di regolamento condominiale , a cui
gli associati si obbligano al rispetto e non è certamente una legge della repubblica italiana.La stessa cosa delle nostre designazioni del forum io sono stato fatto satexpert da Giorgio ma ha lo stesso valore della designazione di principe della casa Savoia , anzi preferisco essere satxpert che principe di casa Savoia.Vittorio Emanuele ha si diritto alle eredità che gli spettano in quanto figlio di Umberto II ma come gli altri 3 figli.
Ciaoooooooooooooooooooooo
 
Ultima modifica:
alex86 ha scritto:
Non è re, ma il titolo di principe gli spetta, così come vuole la legge.

No. Anche consentendo il rientro in Italia ai signori Savoia, non sono stati affatto ristabiliti i titoli nobiliari. L'utilizzo del titolo, fuori da un contesto scherzoso, peggio ancora il termine "altezza" usato da un noto presentatore TV di bassa lega (e statura), od in contesti ufficiali, è offesa grave alla nostra costituzione.
 
Tuner ha scritto:
No. Anche consentendo il rientro in Italia ai signori Savoia, non sono stati affatto ristabiliti i titoli nobiliari. L'utilizzo del titolo, fuori da un contesto scherzoso, peggio ancora il termine "altezza" usato da un noto presentatore TV di bassa lega (e statura), od in contesti ufficiali, è offesa grave alla nostra costituzione.


Ehmmmm :icon_rolleyes: :icon_rolleyes:
All'incirca è quanto da me affermato nel post appena precedente il tuo :eusa_think: :eusa_think:
:lol: :lol::lol: :lol::lol: :lol::lol:
Ciaooooooooooooooooooooooooo
 
Tuner ha scritto:
No. Anche consentendo il rientro in Italia ai signori Savoia, non sono stati affatto ristabiliti i titoli nobiliari. L'utilizzo del titolo, fuori da un contesto scherzoso, peggio ancora il termine "altezza" usato da un noto presentatore TV di bassa lega (e statura), od in contesti ufficiali, è offesa grave alla nostra costituzione.
No, non mi pare. Vorrei ricordarti che la costituzione italiana non ha fatto piazza pulita delle leggi del regno d'Italia. Anzi, formalmente, lo statuto albertino è ancora in vigore.
 
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