WhatsApp viola le leggi sulla privacy sui nostri numeri di telefono

Biscuo ha scritto:
Da quel che mi risulta, è sempre stato così, non c'è nulla di nuovo. :eusa_wall:
appunto... bastava leggere la descrizione del programma o meglio ancora andare nelle info una volta installato.....poi ci lamentiamo che veniamo fregati da tutte le parti, ti credo non LEGGIAMO, e poi si paga spropositi per altre cose e si fa tante storie x 0.79 cent
 
flown23go ha scritto:
ercolino non lo è mai stato.... si sapeva da sempre che dopo un anno diventata a pagamento (che poi quante storie per 79 centesimi), putroppo buona parte degli italiani probabilmente non legge cosa installa e questo fa felici hacker e simili

Si infatti
 
Si avevo anche io letto (nonostante non abbia ancora mai acquistato uno smartphone, anche se una mia amica ce l'ha ed attenderò comunque ancora per farlo) questa notizia tempo addietro su WhatsApp, mi chiedo come mai la stragrande maggioranza degli utenti degli smartphone non abbia mai letto questa notizia, peggio ancora le critiche che hanno inviato, ciò dimostra che c'è molta ignoranza in giro e sta anche a comprovare che nulla è scontato che un applicazione sia gratuita o peggio ancora che lo rimarrà per sempre. ;)
 
Purtroppo, come si diceva più su, la gente installa senza leggere e poi cade dal pero con notizie che non sono notizie.
C'è da dire che Whatsapp è stato motivo di successo per molti smartphone dato che è supportato alla grande anche su modelli ultraeconomici
 
proteasi ha scritto:
Certamente.

Ma non si può fare di tutta un'erba un fascio.
Ad esempio, esiste una differenza enorme tra l'affidare i dati ad un'azienda che tutela i propri clienti, anche andando ad impugnare i provvedimenti dell'autorità giudiziaria, e l'affidarli ad un'azienda che potrebbe avere un comportamento non propriamente corretto, (per usare un eufemismo), e trasparente verso il cliente.
E potremmo fare decine, se non centinaia di altri esempi.

Tutto è rischioso, ma scegliendo bene è possibile minimizzare le probabilità che qualcosa di spiacevole possa accaderci.

Riguardo al costo dell'applicazione, il problema è nato inizialmente dal fatto che aggiornando l'app sarebbe stato obbligatorio pagare per poterla utilizzare indipendentemente dal tempo trascorso dalla prima istallazione. Dato che non ho l'app, non ho seguito la vicenda e non saprei dirvi se successivamente alle proteste iniziali abbiano deciso di ripristinare le vecchie condizioni che prevedevano il primo pagamento dopo un anno di utilizzo.
è quello che ho detto io se dovessimo perderci nei problemi di privacy dovremmo staccare il gps, il cloud, non guardare video sui vari siti non fare una ricerca con i motori di ricerca e anche cosi non saremmo cmq al sicuro e te lo dice uno che è stato fregato da questa storia! :)
 
proteasi ha scritto:
Hai ragione e concordo con te.

Ovviamente però se si deve scegliere un app per la messaggistica istantanea, meglio scegliere tra le app più "sicure" che tra quelle più "insicure" ;)
Questo vale per le app di messaggistica, come per ogni altra cosa ;)
secondo me non esistono sicure ed insicure tutte fanno la medima cosa... c'è chi ti fa trovare gli amici promettendoti di non memorizzarsi la password... ce chi mette la rubrica online e ci si fida a lasciarla... e cmq anche per ogni app il flusso dati e di rubriche c'è sempre... che lo voglia o no putroppo o per fortuna dipende da come la impuntiamo vendiamo la nostra privacy per avere dei benefit....è la legge di internet e della società... una volta accettavamo l'sms con lo spot pur di scrivere gratis poi sono partiti i siti che facevano mandare sms e ora le app il mondo cambia e noi vendiamo la nostra password in maniera un po diversa dal solito ma il succo è sempre quello spot = gratis o quasi in questo caso... la polemica è venuta fuori perchè la gente sperava nel gratis ed è rimastra fregata e per principio non paga, poco importa che chi dice quelle cose ha un età media sui 15 anni.......e l'unico fastidio che hanno mascherandolo per principio è che non sanno mettersi una ricabile sullo store
 
Secondo me meglio affidarsi ad Indoona che è di Tiscali: pertanto c'è la tutela di una società di diritto italiano. La nostra normativa sulla privacy mi sembra più stringente.
 
Secondo me state parlando di niente, nel senso che la privacy è comunque andata a farsi benedire nel momento in cui per qualunque servizio è OBBLIGATORIAMENTE richiesta la comunicazione di dati sensibili, cosa che avviene non solo su internet e per le applicazioni informatiche, ma anche per necessità quotidiane a cui non si può rinunciare.
Il consenso al trattamento dei dati equivale nei fatti alla perdita della privacy, mentre le cosiddette leggi sulla privacy sono la classica foglia di fico che nasconde la realtà dei fatti, dove la privacy non c'è più.
Giusto per fare un esempio, il valore di Facebook e la sua conseguente quotazione, derivano dalle banche dati di cui il social network dispone e dalla conseguente possibile profilatura degli utenti, per scopi che agli stessi sono ignoti.
Qualora nessuno se ne fosse accorto, anche i vari google e yahoo stanno cercando di ottenere numeri telefonici degli utenti, col pretesto dell'identificazione univoca o per rendere possibile il recupero dell'accesso di chi smarrisce le password.
Chi ha un computer e lo collega ad internet deve essere consapevole che mette in rete dati, sia volontariamente che involontariamente. (quanti leggono le condizioni di servizio? ...e quanti rinuncerebbero a servizi che sono quasi una necessità per non aderire?)
Siccome gli smartphone sono computer e si collegano ad internet, piaccia o no, tutto quello che ci mettete dentro rischia di essere "condiviso".
A mio modesto parere, se volessimo davvero una certa sicurezza della privacy, dovremmo pretendere che chi scrive i SO preveda la possibilità di criptare (con un algoritmo serio) i files salvati dall'utente in una certa area, con una password da tenere unicamente nella nostra memoria di neuroni.
 
...giusto per farsi un'idea di cosa succede fornendo i dati per la privacy quando si sottoscrive la liberatoria per usufruire di un servizio, in fondo alla pagina a questo link https://cms.paypal.com/it/cgi-bin/?cmd=_render-content&content_ID=ua/upcoming_policies_full&locale.x=it_IT l'elenco dei soggetti a cui PayPal fornisce i data base dei suoi clienti.
Da notare che PayPal almeno fornisce l'elenco, ma che le leggi vigenti sulla privacy, con la vostra "spunta", consentono al fonitore di servizi di fornire i nostri dati a chi gli pare, senza peraltro essere tenuti a comunicare al cliente l'elenco di quei soggetti.
 
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