Roma - L'annuncio della possibile cessione delle frequenze WiMax ha dato luogo ad un'interessante discussione. La prima tra le varie questioni affrontate nel corso dei dibattiti che si sono susseguiti è stata quella se assegnare o meno le frequenze utili alla fornitura del servizio. In linea teorica non si può infatti scartare a priori l'ipotesi di assegnazione a titolo gratuito delle frequenze per la fornitura di servizi elettronici in modalità WiMax.
Nello specifico, da un punto di vista regolamentare, la libera utilizzazione può infatti prendere vita o nell'ambito del cosiddetto uso privato o dall'assegnazione a titolo gratuito di frequenze.
Nel nostro ordinamento per uso privato s'intende esclusivamente l'utilizzo di frequenze all'interno del fondo di proprietà del soggetto utilizzante, con esclusione quindi di qualsiasi altro utilizzo esterno al fondo stesso.
In sintesi, l'uso non commerciale tra soggetti collocati fisicamente in luoghi diversi non sarebbe - allo stato dell'attuale normativa - ammissibile, mentre lo sarebbe, per fare un esempio concreto, nel caso di utilizzo del WiFi (o del WiMax) all'interno di un Campus universitario.
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Nello specifico, da un punto di vista regolamentare, la libera utilizzazione può infatti prendere vita o nell'ambito del cosiddetto uso privato o dall'assegnazione a titolo gratuito di frequenze.
Nel nostro ordinamento per uso privato s'intende esclusivamente l'utilizzo di frequenze all'interno del fondo di proprietà del soggetto utilizzante, con esclusione quindi di qualsiasi altro utilizzo esterno al fondo stesso.
In sintesi, l'uso non commerciale tra soggetti collocati fisicamente in luoghi diversi non sarebbe - allo stato dell'attuale normativa - ammissibile, mentre lo sarebbe, per fare un esempio concreto, nel caso di utilizzo del WiFi (o del WiMax) all'interno di un Campus universitario.
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