Ma ora, spinto da un argomento che ultimamente vedo ricorrere spesso, intendo spendere qualche parola per parlare delle
derivazioni o le
ripartizioni del segnale TV. In parole povere della
distribuzione del segnale. Premetto che in questa occasione mi cimenterò nell'affrontare argomenti applicabili agli impianti centralizzati, augurandomi di non affermare qualcosa di improprio (per cui ogni intervento autorevole sarà ben accetto).
Iniziamo col parlare dei derivatori.
Ad essere precisi, si tratta di
derivatori passanti, cioè un qualcosa che serve per distribuire il segnale su parecchie utenze partendo da un
livello di segnale mediamente piuttosto elevato, cosa che solitamente caratterizza gli
impianti centralizzati.
Il derivatore passante è costituito da una linea passante (cavo che entra in un terminale ed esce da un altro contrapposto senza attenuazioni apparezzabili o con attenuazione limitata) e da un tot di uscite derivate piuttosto attenuate (solitamente partendo da un minimo di circa 12 dB, ma esistono anche con perdite maggiori).
L'utilizzo più tipico dei derivatori passanti è la distribuzione del segnale ad ogni piano di un palazzo. Immaginiamo il cavo che scende lungo la "colonna": ad ogni piano è presente uno di questi derivatori passanti. Il cavo che arriva dal piano superiore entra ed esce dal derivatore, "passando" quindi verso i piani sottostanti, mentre le uscite derivate vanno a servire gli appartamenti di quel piano.
Per i derivatori è previsto che
l'ultimo della catena, dove non c'è da collegare alcun cavo passante uscente (ad es. per quelli che devono distribuire i segnali ad un pianterreno, senza alcun piano sottostante verso cui proseguire), si debba
obbligatoriamente "terminare" o se preferite,
chiudere con un carico da 75 Ohm. In pratica, occorre
collegare all'uscita passante inutilizzata una
resistenza (detta appunto "carico") da
75 Ohm, o per lo meno di un valore il più vicino possibile a 75 Ohm, ma vengono appositamente prodotti dei carichi con il valore di 75 Ohm destinati a questo utilizzo. Il carico va collocato tra schermatura e polo centrale dell'uscita passante non utilizzata.
Non mi risulta invece che i derivatori necessitino tassativamente di chiudere le normali uscite derivate non utilizzate con queste resistenze (questo più che altro grazie all'elevata separazione in dB generalmente prevista tra le varie uscite).
Esistono poi anche dei derivatori sottoforma di
prese passanti da parete, che in pratica
equivalgono esattamente ad un derivatore passante ad una uscita.
L'uscita derivata è il "foro", proprio dove si collega lo spinotto col il cavo d'antenna per la TV, mentre il passante è il terminale per un cavo che prosegue verso un'ipotetica presa passante successiva (
sul retro avrà due morsetti: uno corrisponde all'entrata e l'altro al passante). Nel caso di distribuzione effettuata con prese passanti, anche qui l'ultima della serie dovrà essere terminale (ovvero, non avrà il terminale passante e sarà già venduta con la sua terminazione a 75 Ohm).
E' consigliabile utilizzare i derivatori passanti anche per un impianto singolo, specie se amplificato, per andare a servire le prese d'antenna in modo diretto (prese che, se direttamente collegate ciascuna ad una uscita del derivatore, saranno terminali). Naturalmente l'uscita passante del derivatore va sempre chiusa con la già citata resistenza.
Da notare che
esistono comunque vari modelli di derivatori passanti (o di prese passanti)
classificabili a seconda dell'attenuazione di derivazione (o perdita di prelievo). Di solito la minima perdita di prelievo si attesta, come dicevo sui 10-12dB, ma ne vengono prodotti con perdite notevolmente maggiori (anche 20-22dB).
E' quindi opportuno sceglierli
facendo in modo che le attenuazioni di prelievo maggiori si trovino sui derivatori impiegati all'inizio della "catena" (ad es. ai piani più alti di un condominio), così da compensare quelle minime perdite dovute sia al metraggio dei cavi sia al passante del derivatore (a seconda dei modelli, una certa perdita è presente anche in questo passaggio).
I partitori, invece, sono dei
comunissimi "divisori" (infatti vengono anche chiamati "divisori", come sinonimo)
che ripartiscono il segnale in parti uguali a seconda del numero delle uscite da cui il suddetto partitore è composto. Ad esempio, un
partitore a due uscite presenta un'
attenuazione di circa 4 dB per ogni uscita (3 dB di disaccoppiamento + 1 dB circa tipico per qualunque connessione). Ad ogni raddoppio di uscite (ovvero ad ogni dimezzamento rispetto al segnale principale) si devono considerare 3 dB in meno (cioè di attenuazione). Per cui se un partitore a 2 uscite presenta su ogni uscita un'attenuazione di 4 dB, un partitore da 4 uscite presenterà un'attenuazione di 7 dB su ogni uscita. Se addirittura ne immaginiamo uno da 8 uscite, questo avrà un'attenuazione da 10 dB... E così via.
Tornando ai carichi da 75 Ohm, è consigliabile chiudere le uscite non utilizzate dei partitori con tali resistenze (anche se la separazione in dB tra le varie uscite è parecchio elevata, diciamo oltre i 22-25dB).
L'utilizzo tipico dei partitori è di solito quello
di dividere più linee di discesa di un impianto (ad es., due o più "colonne" di discesa su un impianto centralizzato), anche se
vengono spesso impiegati anche negli impianti d'antenna privati o anche per creare
nuove utenze TV all'interno di un appartamento già servito a monte dal segnale già correttamente distribuito di un impianto centralizzato, sul quale di solito non c'è la possibilità di intervenire per aumentare un segnale che eventualmente si rivelasse non sufficiente rispetto alle attenuazioni tipiche di un derivatore.
Solitamente in un appartamento si sceglie di ottenere più utenze con un partitore grazie alla perdita di segnale più contenuta, specie se le uscite sono in un numero limitato (ad es. -4dB per due uscite).
L'importante però è che la separazione tra le uscite del partitore sia di almeno 20dB (meglio ancora se maggiore), così da evitare "rientri" indesiderati sottoforma di intermodulazioni/disturbi (capita... Di rado, ma capita!) qualora il tuner di un TV o decoder collegato ad un uscita possa compormettere il segnale su un altra presa.
Pur consigliando i derivatori passanti per servire le prese in modo diretto, se si opta comunque per il partitore, ma questo ha una separazione tra le uscite inferiore a 20dB, o si cambia partitore o si dovrà obbligatoriamente preferire, previa verifica di disporre di segnale sufficiente, un derivatore passante (con uscita passante chiusa dal carico da 75 Ohm, come già spiegato).
Ovvio che se si riscontrano problemi di segnale di varia natura indipendentemente dal tipo di impiego di partitori o derivatori, non si può non ipotizzare un problema all'origine, cioè all'impianto di antenna.
IMPORTANTISSIMO: in NESSUN CASO per realizzare una derivazione o una ripartizione del segnale
si dovranno collegare direttamentre tra loro più cavi assieme, nastrando poi il tutto a mo' di cavi elettrici. Ugualmente,
non si devono MAI collegare due cavi su un unico terminale con morsetti a vite di un partitore o di un uscita di un amplificatore o di un miscelatore, ecc. (che equivale a nastrare più cavi assieme).
Ciò provoca SEMPRE disadattamenti di impedenza e conseguenti "buchi" casuali con
mancanze e alterazioni di segnale su tutta la gamma televisiva!
Consiglio inoltre la lettura dei seguenti thread (per i quali si ringrazia Tuner):
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http://www.digital-forum.it/showthread.php?123834-Partitori-e-Divisori
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http://www.digital-forum.it/showthread.php?157152-L-onda-stazionaria 