Il fatto che tali offerte {convenienti] siano scomparse dalla seconda metà del 2021 ad oggi e che il Tutelato sia il più conveniente del libero da un anno, non è perché viene finanziato è perché i forti guadagni del 2022 hanno fatto ingolosire molte aziende... che sono entrate nel business in cui tenere altri prezzi giova...
Concordo pienamente.
Il PUN è il riferimento per le offerte variabili, ma è più alto del costo che un buon fornitore potrebbe praticare.
Prezzare al PUN vuol dire che (se fossi io fornitore) vado alla borsa elettrica e acquisto un giorno per l'altro i quantitativi di energia necessaria agli utenti.
Un bravo fornitore, magari anche di una certa dimensione, può decidere di acquistare energia nelle infrasettimanali, può sottoscrivere accordi a lungo termine spuntando prezzi più bassi, può rilevare concessioni idro e/o eolico che gli garantiscono una parte di "energia diretta" senza doverla acquistare in borsa. E ricordiamoci che le rinnovabili non vanno a gas, quindi hanno un costo di produzione indipendente dai capricci del mercato. I mini-micro idro "fluenti" producono sempre 24h/24, quelli con dighe possono funzionare ad accumulo (ripompano l'acqua in quota di notte, quando il costo dell'energia è minore) e si prestano a fornire energia in risposta alle fluttuazioni di richiesta elettrica che insorgono da un'ora all'altra.
Dico tutto ciò per far capire che il prezzo energia potrebbe essere minore del PUN.
Dopodiché il mercato va dove vuole, ossia cerca sempre di: (1) massimizzare i profitti, (2) attirare nuovi clienti con specchietti per le allodole, (3) tirare "bidoni" a chi è poco accorto, (4) spennare chi non scappa alla proposta di rinnovo con nuovi (esosi) costi.
Il fornitore medio sulla piazza non si preoccupa di perdere clienti se li ha munti a dovere. L'importante è "stare pari": perderne alcuni e prenderne di nuovi. Ecco perché fioccano i codici sconto "porta un amico". Ma questi costano (al fornitore) e costa tutta la baracca smart di siti web, assistenti virtuali, promoter, app "che la mia fa più cose della tua", monitoraggio in tempo reale dei propri consumi, ecc.
Ecco perché la commercializzazione mediamente è lievitata a 144 €/anno, anziché stare sui 69 €/anno che Arera considera congrua con una gestione efficiente di un contratto.
Teniamo poi conto del fatto che Arera è un pachiderma imbelle incapace di regolare. La dice lunga il fatto che in tanti anni non abbia voluto fissare una terminologia delle voci di spesa in bolletta. Ad esempio c'è lo spread (che tutti noi comprendiamo) ma non va più di moda perché evidente sinonimo di sovracosto. E allora lo si chiama contributo a consumo, fee, corrispettivo energia spettante al fornitore, o in altri modi fantasiosi. Le bollette (sia i termini usati, sia l'impaginazione degli elementi di costo) sono degli orrori.
Senza dire che vedo ancor oggi tante bollette senza inclusione degli elementi di dettaglio. Solo l'indigesta ciambella iniziale con la sintesi: energia, trasporto, oneri, imposte. L'utente paga, non sa bene cosa paga, non sa nemmeno che è suo diritto richiedere gli elementi di dettaglio in ogni bolletta. La fattura elettrica è unica nel suo genere: può esimersi di mostrare il "computo metrico" benché la prestazione fornita sia "a consumo" e non "a corpo".
E poi, sia la logica seguita dai fornitori, sia quella del Portale Offerte Arera, è sempre e solo ex-ante: quanto spenderai (forse). Poi vieni abbandonato. Il Portale Offerte non tiene memoria del passato: a quanto stavano le offerte tempo fa. E quindi non è in grado di dire quanto hai (o avresti) realmente speso con una certa offerta e con i tuoi reali consumi.
Vorrei invece degli strumenti ex-post. Se ho i miei consumi di un anno (e il sito e-distribuzione li dà gratis con risoluzione quartoraria!) vorrei poter calcolare ex-post al centesimo quanto avrei speso col contratto X e col contratto Y. Una tal possibilità potrebbe forse innescare maggiore concorrenza.
Finisco qui, ma troppe altre "cattiverie" avrei da aggiungere.