Masi: «Sky nel digitale terrestre?
Un'abile campagna promozionale»
Il direttore generale Rai attacca la pay tv: «Servizio per pochi abbonati, disponibile solo per i decoder in alta definizione»
MILANO - La mossa di Sky? «ha più i connotati di un'abile campagna promozionale e di marketing che di una reale messa a disposizione a tutti i propri abbonati della programmazione digitale terrestre in chiaro». L'attacco contro la pay tv di Murdoch, che ha annunciato il proprio ingresso nel mercato del digitale terrestre, arriva dal direttore generale della Rai Mauro Masi.
SERVIZIO PER POCHI - La Digital Key, ha spiegato Masi in Cda, sarà disponibile solo per i decoder in alta definizione (Sky Hd e MySky Hd), «che costituiscono notoriamente una quota di minoranza dell'utenza Sky, inferiore al 10%» e riguarderà solo gli abbonati dotati di un televisore Full HD. Inoltre, secondo il dg, è improprio parlare di «decoder unico», visto che l'iniziativa non supporta sistemi di accesso condizionato diversi da NDS, cioè quello usato da Sky. Infine «merita un attento approfondimento, anche dal punto di vista legale e regolamentare, la eventuale immissione dei canali della piattaforma terrestre all'interno dell'Epg (la guida elettronica dei programmi, ndr) di Sky. Potrebbe essere in conflitto con le disposizioni delle Autorità di garanzia che limitano l'utilizzo da parte di Sky del sistema digitale terrestre».
NUOVI TELEVISORI - Secondo Masi «l'utilizzo di questo strumento sarà, anche nel tempo, circoscritto a un ristretto numero di abbonati. La limitazione dell'uso della chiavetta ai decoder Sky di nuova generazione e in particolare a quelli in Hd restringe ancor di più il numero di abbonati serviti dalla Digital Key poiché questi dovranno essere dotati di un televisore Full Hd. Notoriamente tutti i nuovi televisori sono obbligatoriamente provvisti di un decoder digitale terrestre integrato: la visione del digitale terrestre integrale è dunque già garantita dal televisore. Inoltre occorre aggiungere che parte significativa dei televisori in Hd già venduti prima dell'obbligo del decoder integrato (scattato ad aprile, ndr) era già in grado di ricevere il digitale terrestre a causa dell'elevato costo del televisore e della relativa necessità di dotarlo di tutti gli strumenti tecnologicamente più aggiornati, compreso il decoder per il digitale terrestre».
DECODER CHIUSO - Masi ha spiegato al Cda che la chiavetta funziona come un decoder in grado di sintonizzare il segnale digitale in chiaro con alcune necessarie caratteristiche, la prima delle quali è quella di dover utilizzare l'antenna terrestre: «Per ricevere l'insieme del segnale terrestre occorre avere un impianto di ricezione adeguato che soltanto le antenne tradizionali possono garantire; la seconda è di non poter gestire l'interattività e, ovviamente le attività pay diverse da Sky. Né supporta comunque sistemi di accesso condizionato diversi da Nds». «Non si tratta dunque di quello che impropriamente qualcuno ha definito il decoder unico - conclude -, ma più correttamente uno strumento che lascia inalterata la natura chiusa e proprietaria del decoder Sky». Inoltre - spiega - la chiavetta «non è stata ancora testata, né verificata sotto il profilo tecnico da DGTVi (che ha il compito di certificare i decoder per il Dtt, ndr) e pertanto non se ne conoscono in dettagli e le specifiche tecniche. È legittimo, al momento, considerarlo un strumento al pari o al di sotto dei cosiddetti decoder "zapper" che non consentono spesso una fruzione adeguata della qualità televisiva».
COMMISSIONE DI VIGILANZA - Mercoledì alle 14 Mauro Masi sarà ascoltato in Commissione di Vigilanza proprio sulla questione del decoder unico dopo il lancio della chiavetta di Sky. Lo ha deciso all’unanimità l’ufficio di presidenza della Commissione su proposta del presidente Zavoli, che ha anche sollecitato la necessità di un confronto col vertice della Rai sul canone. «È il momento di conoscere nella loro completezza tutti gli aspetti di natura economica, ma anche tecnologica e imprenditoriale, che spesso inducono, non solo all’esterno, a credere che la Rai stia affrontando una sorta di crisi - ha detto Zavoli -. Va prontamente restituita al Paese una stabilità non di rado venuta meno per l’inaccettabile, consistente evasione del canone. L’auspicio è che si tratti di un allarme, almeno in parte, infondato».
non gli basta aver tolto i canali rai dalla paittaforma sky e rinunciato a 50 milioni di euro (che noi pagheremo) per compiacere la concorrenza (si fa per dire)..? mah..
Continua a regnare la confusione.
Corriere.it