Proteggere impianto da fulmine

Quindi in definitiva, per proteggersi dai fulmini, occorre prima sapere se si ha un impianto parafulmini.
Se sì, occorre fare molta attenzione che le punte dell'asta captatrice siano la parte più alta ed esposta, ed il mezzo di conduzione (cavo, trecciola, bandella, etc.) sia ben dimensionato e correttamente collegato al suolo, permettendo agli elettroni di fluire dalla Terra fino alla sommità dell'asta captatrice concentrandosi. Inoltre il palo che sorregge le punte deve essere "fessurato", ossia visto in sezione deve presentarsi come una "C" e non come uno "O", altrimenti all'atto della scarica genera dei campi elettromagnetici a radiofrequenza fortissimi e ad ampio spettro, in grado di danneggiare tutti i ricevitori nelle vicinanze.
Se non si ha l'impianto parafulmine, è bene limitare quanto più possibile il fluire degli elettroni verso l'esterno. Quindi il palo non bisogna connetterlo alla terra dell'impianto elettrico, ma solo fissato al cemento dello stabile che è isolante. Diversamente gli elettroni fluiranno da un punto di terra "X" attraverso tutte le masse dello stabile, fino a raggiungere la punta del palo dell'antenna.
Il consiglio di mettere a massa lo schermo dei cavi coassiali all'esterno dell'edificio con la massa dell'impianto elettrico, consiste nel fatto che se per disgrazia (per un motivo "X") dovessero cominciare a fluire elettroni attraverso la massa del centralino, e quindi i coassiali, verso le antenne e il palo, una volta raggiunto il potenziale di conduzione, i cavi coassiali si fondono aprendosi come un fiore, bloccando il flusso di elettroni verso il palo che inevitabilmente darebbe inizio alla scarica del fulmine.

Quindi secondo te se non si hai un parafulmini meglio non fare come nella figura 9.5.8
http://air-termination-system.com/pdf/blitzplaner_it/BBP_Capitolo_09_05.pdf

Allora come si spiega che un ingeniere qualificato certificato statale come quello della Dehn faccia dei progetti simili se poi il pericolo concreto di attirare un fulmine esiste ! poteva farne a meno di farlo :eusa_think:

Probabilmente bisogna mettere in atto perfettamente tutto come nel progetto compresi gli scaricatori che costano un botto 50/75 € l´uno

Edit:
ma te parlavi di non collegare il palo alla terra dell´impianto elettrico che é diverso dallo schema pardon adesso ho capito
 
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Quindi secondo te se non si hai un parafulmini meglio non fare come nella figura 9.5.8
http://air-termination-system.com/pdf/blitzplaner_it/BBP_Capitolo_09_05.pdf

Allora come si spiega che un ingeniere qualificato certificato statale come quello della Dehn faccia dei progetti simili se poi il pericolo concreto di attirare un fulmine esiste ! poteva farne a meno di farlo :eusa_think:

Probabilmente bisogna mettere in atto perfettamente tutto come nel progetto compresi gli scaricatori che costano un botto 50/75 € l´uno

Prima di tutto dove è scritto che quel documento è redatto da un "ingeniere qualificato certificato statale"?
Quel documento altro non è che una spiegazione pratica delle norme EN e se leggi tutto il documento vedi che descrive l'impianto di terra del palo d'antenna, che ci deve essere in alternativa all'LPS (impianto parafulmine) se non presente.

Certo che gli scaricatori ci devono essere, più di uno, coordinati tra loro con una logica, ed è logico che costino, i giocattoli da 5 € che hai tu (con 5 euro non ci compri neanche una prolunga!!!) nella descrizione delle caratteristiche dichiarano che proteggono fase, neutro e terra, se tutti e tre i conduttori sono "protetti" la scarica dove viene dispersa ? Nell'aria circostante sotto forma di fumo?
 
un po' di buon senso é sufficiente....in tutto il mondo (paesi civili) si fanno le messe a terra degli impianti d'antenna in un modo o nell'altro; é soltanto in ITALIA (e qui lo scrivo maiuscolo) dove soltanto un misero 10% degli impianti si puo vantare di avere tale protezione, se non altro per proteggersi dagli accidentali contatti fra la fase del 220 e la distribuzione, ma qui si crede ancora ai fantasmi! ...soprattutto tenendo conto che un sacco di televisori sulla la spina del 220 ha il polo centrale di terra a diretto contatto con la massa della presa d'antenna......! basta prendere in mano e saper adoperare un ohmetro.
 
...soprattutto tenendo conto che un sacco di televisori sulla la spina del 220 ha il polo centrale di terra a diretto contatto con la massa della presa d'antenna......! basta prendere in mano e saper adoperare un ohmetro.

Forse in Svizzera, io di 5 televisori , uno LCD marca "spingi" di cui non ricordo il nome, uno LCD Sharp , due Sony ancora con tubo catodico di 15 anni fa un Saba coevo dei Sony , nessuno ha il collegamento di terra sulla spina di alimentazione , sono tutti a doppio isolamento.

Comunque in Italia , le messe a terra delle antenne e gli impianti elettrici in generale si fanno secondo le norme non " in un modo o nell'altro" .
Certo che se ti riferisci a impianti realizzati 50 anni fa si trova ancora il collegamento della terra delle prese collegato al neutro (visto anche in Svizzera!!!), anche io ho un'auto che ha 44 anni e non è catalizzata , non ha servosterzo, sevofreno, ABS ,ASR e tutti i controlli elettronici moderni , ma è un'eccezzione, le auto nuove sono tutt'altra cosa, come i nuovi impianti ,non serve continuare con la tiritera che in Italia gli impianti sono fatiscenti , quelli vecchi si ,come in Svizzera e in tutti gli altri paesi del mondo.
 
ma non capisci che se in un impianto non c'é la terra le scariche finiscono dentro al televisore??? allora continua a non fare terre ai tuoi impianti d'antenna e ...auguri! di televisori con la spina del 220 a tre poli te ne porto un sacco, dopo ci rimani male....a partire dai panasonic o dal tuo pc fisso con la scheda tv; sai adoperare un ohmetro???
 
@ azzero

Se ti dico che il progetto é stato verificato da un ingeniere statale é perche lo so

la Dehn italiana ha fatto una traduzione dal tedesco e non riporta la firma in fondo


Ho copiato dalla Dehn tedesca l´ultima pagina questa ne é la prova

Erstellt Geprüft
Datum: Juli 2005 Datum: Juli 2005
Verfasser: Klaus Rüdiger Wittek Freigabe: Helmut Pusch
Staatl. gepr. Elektrotechniker Dipl.-Ing. (FH


Quella protezione da 5 € di cacca che dici é per evitare un sopracarico della linea Enel che é da mettere come da disegno direttamente nella presa da 220volt quando il multiswitch ha il suo alimentatore incorporato e credo che sia pure di classe 3 come nel progetto , mentre gli scaricatori a gas che ho messo sono di classe 2 io non ho il palo a terra e neanche la casa ha il parafulmine , c´é un filo da 8 mm2 di terra che va a collegarsi in cantina che era per il l´analogico (adesso digitale ) ho collegata li la terra e non credo che abbia sbagliato a farlo cosí
 
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ma non capisci che se in un impianto non c'é la terra le scariche finiscono dentro al televisore??? allora continua a non fare terre ai tuoi impianti d'antenna e ...auguri! di televisori con la spina del 220 a tre poli te ne porto un sacco, dopo ci rimani male....a partire dai panasonic o dal tuo pc fisso con la scheda tv; sai adoperare un ohmetro???

Gherardo docet !
 
Ho letto su qualche guida che il differenziale di terra fra cavo coassiale e terra dello stabile deve essere inferiore a 5 Ohm , e vero ? . io collego sempre una barra equipotenziale sopra il centralino e ci collego i cavi provenienti dalle antenne e quello in uscita dal centralino, faccio bene? pero mi collego alla terra dell'impianto elettrico, dato che quasi nessuno ha la terra dedicata per il palo.
Leggendo vari testi non ho mai trovato una contro indicazione su questo , anche perche si parla sempre di collegarsi alla terra dedicata del palo o al parafulmine e quindi non ho mai capito se collegare i cavi alla terra dell'impianto era opportuno e in rispetto delle norme.
 
le norme sono cambiate tante volte e ancora adesso sono differenti in tante parti del mondo, ma i fulmini e i corpi metallici che li attirano sono sempre gli stessi da che mondo é mondo,e questo dovrebbe far capire quanta incertezza c'é e quanto la materia sia ancora oggetto di studio; in mancanza di una terra dedicata secondo me, va benissimo quella dell'impianto elettrico a patto di raggiungere un nodo il piu vicino possibile allo scaricatore interrato con un conduttore di opportuna sezione sfruttando il percorso piu breve e andando sempre in discesa e mai in salita; la resistenza fra calza del coassiale e la terra dell'impianto elettrico in questo modo rimane di molto inferiore a 5 ohm.
 
Ho letto su qualche guida che il differenziale di terra fra cavo coassiale e terra dello stabile deve essere inferiore a 5 Ohm , e vero ? . io collego sempre una barra equipotenziale sopra il centralino e ci collego i cavi provenienti dalle antenne e quello in uscita dal centralino, faccio bene? pero mi collego alla terra dell'impianto elettrico, dato che quasi nessuno ha la terra dedicata per il palo.
Leggendo vari testi non ho mai trovato una contro indicazione su questo , anche perche si parla sempre di collegarsi alla terra dedicata del palo o al parafulmine e quindi non ho mai capito se collegare i cavi alla terra dell'impianto era opportuno e in rispetto delle norme.

La barra equipotenziale per mettere a massa gli schermi dei cavi, ti consiglio di metterla all'asterno subito all'uscita dei cavi.
Il cavetto che collega la calza alla barra equipotenziale di ogni singolo cavo, deve essere il più corto possibile, facendo attenzione che non sia "tirato", ma deve fare una specie di "ansa" e/o "U" verso il basso.
Ogni cavetto avrà meno di 1 Ohm, altrimenti non serve a niente. Con 5 Ohm, se vi scorrono per un istante 10 Ampère, avrai già 50 Volt di differenza ai suoi estremi e il cavetto si fonde all'istante in quanto deve dissipare 500 W, lasciandoti senza protezione. Immagina se vi dovessero scorrere 100 A, dovrebbe dissipare 50 KW !
Gli scaricatori devono solo essere inseriti nell'avanquadro all'esterno dello stabile sui cavi dell'energia elettrica, altri non ne occorrono.
 
le norme sono cambiate tante volte e ancora adesso sono differenti in tante parti del mondo, ma i fulmini e i corpi metallici che li attirano sono sempre gli stessi da che mondo é mondo,e questo dovrebbe far capire quanta incertezza c'é e quanto la materia sia ancora oggetto di studio; in mancanza di una terra dedicata secondo me, va benissimo quella dell'impianto elettrico a patto di raggiungere un nodo il piu vicino possibile allo scaricatore interrato con un conduttore di opportuna sezione sfruttando il percorso piu breve e andando sempre in discesa e mai in salita; la resistenza fra calza del coassiale e la terra dell'impianto elettrico in questo modo rimane di molto inferiore a 5 ohm.




Si la norma e sempre poco chiara e in continua evoluzione ,poi mi sembrava che il parafulmine o la messa a terra del palo non fosse neppure compito dell'antennista ma di elettricista esperto in LSA. Qui dalle mie parti non c'è l'ha quasi nessuno, io ne hò fatta fare una in una chiesa da una ditta specializzata inquanto non ho le competenze e le strumentazioni per farla.
 
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il parafulmini vero e proprio si fa con aste dalle punte dorate in cima ai tetti collegate a terra tramite fili di 6mm di diametro (33mm. quadrati) distanziati di 5cm. dai muri con appositi distanziatori; qui in svizzera qualsiasi scuola, asilo, ospedale, stazione, ufficio pubblico ecc. ne é dotato di norma.
 
La barra equipotenziale per mettere a massa gli schermi dei cavi, ti consiglio di metterla all'asterno subito all'uscita dei cavi.
Il cavetto che collega la calza alla barra equipotenziale di ogni singolo cavo, deve essere il più corto possibile, facendo attenzione che non sia "tirato", ma deve fare una specie di "ansa" e/o "U" verso il basso.
Ogni cavetto avrà meno di 1 Ohm, altrimenti non serve a niente. Con 5 Ohm, se vi scorrono per un istante 10 Ampère, avrai già 50 Volt di differenza ai suoi estremi e il cavetto si fonde all'istante in quanto deve dissipare 500 W, lasciandoti senza protezione. Immagina se vi dovessero scorrere 100 A, dovrebbe dissipare 50 KW !
Gli scaricatori devono solo essere inseriti nell'avanquadro all'esterno dello stabile sui cavi dell'energia elettrica, altri non ne occorrono.

Mettere la barra equipotenziale in esterno è una bella seccatura ... bisogna chiudere il tutto in scatola stagna. Io la barra la metto subito sotto il tetto dove entrano i cavi, metto a massa i cavi solo per evitare che tensioni e cariche statiche circolino indisturbate nei cavi, con il rischio di danneggiare componenti ecc. Per i fulmini mi sa che c'è poco da fare se non si ha il parafulmine ho il palo a terra.

L'anno scorso ho fatto un sopralluogo in un edificio appena colpito da una parte di fulmine e come dicevi tu il fulmine era partito dal basso del palo che toccava un cavo di antenna ,solo in quel punto il palo sembrava addirittura ruvido e deformato e il cavo di antenna era polverizzato . In quella situazione nè il palo ne i cavi tv erano a massa e di conseguenza tutti gli apparecchi collegati alla linea elettrica e alle antenne sono saltati, probabilmente erano tutti apparecchi a doppia protezione senza cavo di terra! ,ma non sono sicuro di questo dato che nella lista di guasti data al perito dell'assicurazione vi erano due caldaie e queste la terra l'avranno pur avuta..
 
mah...in molte case italiane e anche svizzere ci sono ancora molti vecchi impianti elettrici senza la terra nelle prese....ne ho viste molte dove la terra é presente soltanto nelle prese di bagno e cucina.
 
@coppo76,

che la barra sia all'esterno o all'interno non cambia la funzionalità, è solo che in caso di bruciatura dei cavi coassiali, possono provocare fiamme e incendiare qualcosa nelle vicinanze.
Il principio e lo scopo di funzionalità della barra equipotenziale sui cavi coassiali, è che quando gli elettroni cominciano a risalire, attraverso tutte le masse, l'edificio dal suolo per dirigersi verso l'esterno attraverso le antenne e il palo, la barra equipotenziale deve agevolare tramite essa il flusso di elettroni verso i cavi evitando che fluiscano attraverso il centralino, vedendo la via più breve e agevolata.
Quindi cominceranno a fluire attraverso la barra ed i conduttori verso le calze dei coassiali, per inoltrarsi verso le antenne e il palo.
Quando il flusso comincerà ad essere eccessivo (bastano pochi ampere), nel punto di giuntura tra la calza del coassiale e la barra equipotenziale, la calza comincia a riscaldarsi e a fondersi, interrompendo il flusso di elettroni verso le antenne e il palo.
Da rammentare comunque, che l'Enel ha il neutro a terra, e occorrerebbe fare molta attenzione nella distribuzione ed il collegamento elettrico dei grossi elettrodomestici (comprese le caldaie), che solitamente non sono a doppio isolamento, ed indicano chiaramente nei fogli di installazione di individuare e connettere correttamente la fase e il neutro al loro posto e non invertirli.
 
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Mettere la barra equipotenziale in esterno è una bella seccatura ... bisogna chiudere il tutto in scatola stagna...

No, la barra equipotenziale non devi metterla in scatola stagna, ma deve essere a nudo e a vista. Devi poter controllare immediatamente se qualche conduttore si è fuso o staccato. Può stare tranquillamente all'esterno e all'aria.
Inoltre occorre controllare periodicamente (almeno una volta all'anno) il contatto tra la calza e la massa, in quanto la calza arriva a "cucinarsi" nel punto di contatto a causa delle scariche elettrostatiche e temporali con fulmini durante l'anno.
Questo perchè non sembra, ma quando c'è maltempo, gli elettroni continuano a fluire verso le nuvole sotto forma di corrente elettrostatica, soprattutto quando piove attraverso le gocce d'acqua.

Te ne dico una che forse può farti divertire : Se colleghi un microamperometro ai capi del cavo che utilizzi per andare dalla barra equipotenziale alla massa interna dell'edificio, quando vi è un temporale con fulmini, sali e guarda la lancetta. La vedrai muoversi, e ciò significa che ai capi del cavo vi è differenza di potenziale a causa dello scorrimento di elettroni. ;)
 
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Si la norma e sempre poco chiara e in continua evoluzione ,poi mi sembrava che il parafulmine o la messa a terra del palo non fosse neppure compito dell'antennista ma di elettricista esperto in LSA. Qui dalle mie parti non c'è l'ha quasi nessuno, io ne hò fatta fare una in una chiesa da una ditta specializzata inquanto non ho le competenze e le strumentazioni per farla.

Occorre solo conoscere molto bene la legge di Ohm e di Lenz (come l'Ave Maria), ed un alimentatore regolabile da 0-50 V / 5 A, e naturalmente dei picchetti e filo.
Se poi devi certificarla, oltre ai requisiti per legge, ti occorre uno strumento tipo quello che abbiamo in azienda mod. Combi dell'ASITA dal costo di 3500€. E questo solo perchè devi riportare il tipo di strumento con cui hai effettuato le misure, la data di calibrazione e quindi l'attendibilità delle stesse, ed il report che stampa lo strumento stesso in allegato alla documentazione da produrre. Comunque il risultato non cambia dall'effettuarlo con un alimentatore.
 
Occorre solo conoscere molto bene la legge di Ohm e di Lenz (come l'Ave Maria), ed un alimentatore regolabile da 0-50 V / 5 A, e naturalmente dei picchetti e filo.
Se poi devi certificarla, oltre ai requisiti per legge, ti occorre uno strumento tipo quello che abbiamo in azienda mod. Combi dell'ASITA dal costo di 3500€. E questo solo perchè devi riportare il tipo di strumento con cui hai effettuato le misure, la data di calibrazione e quindi l'attendibilità delle stesse, ed il report che stampa lo strumento stesso in allegato alla documentazione da produrre. Comunque il risultato non cambia dall'effettuarlo con un alimentatore.
mosquito ti ringrazio molto per la spiegazione.
Quindi io con due antenne, di cosa mi devo dotare ? Avresti dei link del prodotto da utilizzare ?
 
mosquito ti ringrazio molto per la spiegazione.
Quindi io con due antenne, di cosa mi devo dotare ? Avresti dei link del prodotto da utilizzare ?

link non ne ho, però basta andare in un qualunque rivenditore di materiale elettrico, e chiedere una semplice barra equipotenziale, da un costo veramente esiguo.
Essa è costituita da una barretta di rame con fori già preventivamente filettati, e due supporti isolanti in plastica.
La fissi immediatamente al fianco dell'uscita dei cavi, elimini circa 2 cm di plastica del cavo coassiale mettendo a nudo la calza (facendo attenzione a non intaccare la calza), ti procuri due spezzoni di cavo unipolare giallo/verde da 4 mmq di circa 20 cm e ne metti a nudo gli ultimi 4-5 cm, poi lo avvolgi sulla calza del coassiale in tutta la sua lunghezza. Alla fine, una prima nastrata con nastro vulcanizzante, ed infine con nastro elettrico normale.
Naturalmente l'altro estremo del cavo di massa andrà fissato alla barra equipotenziale tramite serraggio a vite.
Infine la stessa barra, sempre tramite cavo giallo/verde, alla massa interna dello stabile.
 
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