Sei andato proprio in fissa con questa storia di Scianel e Patrizia.
Devi partire da un presupposto, in opere del genere (ma non solo) non è importante la veridicità di alcune situazioni quanto la loro plausibilità (e una cosa che ad esempio succede spesso nei film di fantascienza). Nel caso di Scianel e Patrizia noi abbiamo tutti gli elementi per poter arrivare a delle conclusioni, conosciamo a fondo i personaggi, il loro carisma, la loro rabbia, i loro difetti e le loro debolezze. Ma soprattutto conosciamo i fatti che si stanno verificando in tempo reale.
Abbiamo, insomma, la possibilità di elaborare e mettere a fuoco quello che succede senza aver bisogno di vedere per forza tutto. Se si volesse mettere tutto sul piatto si rischierebbe fortemente di entrare nella didascalìa (che poi è quello che succede in occasione del primo contatto fra Scianel e Malammore, tramite il killer del clan della donna, che comunica la prima intenzione del clan Savastano di avere un rapporto diretto).
Stessa cosa succede nel caso di Patrizia: Marinella è una sua amica, Patrizia lavora per i Savastano ed è in continuo contatto con lo zio Malammore. A te sembra davvero così difficile che riesca ad avere il numero di uno dei "girati"? Ripeto, ci sta che non ti garbi e non ti fili, ma in questo caso io non parlerei di buchi di sceneggiatura. Anzi, per me non lo sono proprio.
Più vicino ad essere un vero buco è quello che sostiene panta rei riguardo ai "girati" che sanno dove si trova Patrizia nel momento del rapimento. Ma come lui stesso dice si tratta davvero di piccolezze, anche in quel caso (e torniamo alla famosa scena sui palazzi dove Ciro tranquillizza O'Cardillo e i ragazzi del vico) abbiamo elementi a sufficienza per poter arrivare alle conclusioni su come i ragazzi abbiano saputo del posto. Capisco che qualcuno possa obiettare sull'eccessiva fiducia che Ciro riponga nei ragazzi, ma ripeto, anche qua non vedo buchi reali, forse un pizzico di spperficialità, ma tutto ampiamente perdonabile.
Personalmente, il vero buco di sceneggiatura, continuo a vederlo riguardo alla morte del Nano. Ecco, quello proprio non mi è andato giù. Il tutto è talmente vago che ogni ipotesi è possibile, e quando ogni ipotesi è possibile non è più suspense, ma incompletezza narrativa. Lì manca proprio una scena, c'è poco da fare.
Questa convinzione, tra l'altro, mi si è rafforzata ancora di più in occasione dell'ultimo episodio, quando l'intera vicenda viene liquidata troppo in fretta e senza dovute spiegazioni. Sappiamo che è stato Don Pietro, vero, ma come lo sappiamo? Perchè Genni lo dice e lui semplicemente ribatte "che dovevo fare? guardare te?" (una cosa del genere). Troppo semplicistico, e persino irrispettoso nei riguardi dello spettatore. Poteva essere stato chiunque, Don Pietro, Genny (in fondo siamo sul litorale laziale, no?), O'Mulatto o l'ennesima startegia di Ciro.
Eh no, così no.