Qualche dettaglio da sistemare , ma è piaciuto a tutti ( basta guardare i social che di solito sono territorio di chi critica sempre e comunque)
A tutti? Proprio sicuro? Ragione in più per diffidarne,e molto.
Nessuna attinenza (se non per il discorso del "piacere a tutti"): ma Report, tanto per dire, non ha fatto sconti a nessuno e non ha cercato mai padrini o compiacenze,scontentando tanti a destra e a manca. giornalismo di razza,come si faceva una volta,con i reportage e le inchieste a scartavetrare ciò che non piace. Ed ancor meglio si può dire di Presa Diretta.
Tornando a 'Nemo'...un programma che ha alzato l'asticella? Bah...a me è sembrato un patchwork furbo,molto,fin troppo furbo nella sua confezione.
Valentina Petrini funzionava meglio come inviata a 'Piazza Pulita': qui, truccata (male,anche perchè può fare benissimo a meno del trucco) e vestita (peggio), prova a fare la cantastorie,con tutti i silenzi e le pause - studiatissime - tra una presentazione e l'altra.
Il suo servizio in Ucraina...vagamente imbarazzante: si è calata nella parte di quella che - sentendo l'esigenza di riferirlo a tutti i costi - per la prima volta si trova in un teatro di guerra: 'dimenticata', ha tenuto a sottolineare. Sarà pure così per certi versi,ma non è la prima volta che vediamo un servizio del genere in Ucraina. Oltretutto dando voce ad una sola parte,e senza che neppure venissero chiarite in fondo le ragioni di questa parte. Le ragioni profonde,non di facciata,sensazionalistiche. Chi va in un 'teatro' dove c'è un conflitto sarebbe bene che entrasse in punta di piedi,lasciando parlare le immagini e non le proprie emozioni. Ma senza affrontare le stesse immagini come se si fosse scoperta la pietra filosofale,quando il dejà vu e la ridondanza trovano facile alloggio.
Sorvolo, per un elementare senso di decenza, circa il contenuto dell'intervento di Facchinetti: sia il tono che la prosopopea ricordavano certe messe cantate che vengono declamate in convention per...minus habens. Sul contenuto,come detto, è meglio stendere un velo pietoso.
I due che hanno parlato dei migranti con una specie di servizio aggiuntivo...ha detto molto e tantissimo di più Gazebo con le sue storie in Ungheria,Grecia e Calais di quanto hanno fatto altri e ancor di più quelli di ieri sera...
La cosiddetta "youtuber",poi...il classico esempio di come ormai tutto è sussunto nell'ambito di questi stramaledettissimi "zosial niuttuorgh": sembra che ogni cosa debba avere un referente con quell'alveo,come se fosse imprescindibile interloquire e "interfacciarsi". E' una deriva che ha dell'ineluttabile: il regno dell'autoreferenzialità,degli onanismi espressivi,dell'odio ad interruttore,del càsino tanto per far càsino e dei mille altri animalacci che fanno del coraggio dietro una tastiera l'esaltazione della loro profonda codardia.
Sfido che 'Nemo' sia piaciuto ai "zosial": è stato costruito a dimensione degli stessi. Spezzettamenti insistiti,declinazione reiterata al loro coinvolgimento,grado di approfondimento accentuato al basso a vantaggio di istantanee,flash con elementi percettivi così flebili da restare sulla superficie. Giustappunto un patchwork dove hanno frullato di tutto,in una sorta di macedonia che ammiccava a facili strizzatine d'occhio: Alessandro Sortino,il principale autore,ha fatto di meglio,persino quando è stato a TV2000.
Lo stesso Enrico Lucci che,quantomeno,ha preferito un profilo più in disparte per non stroppiare ed eccedere,non è esente, per come la vedo io, da critiche.
Il suo servizio sulle bambinette ai concorsi di bellezza è il deja vu del deja vu del deja vu: lui stesso ne ha realizzati più d'uno a "Le Jene". Non c'era nulla in più di nuovo e diverso in quello di ieri: qualcuno potrebbe obiettare circa il fatto che qualche bambina ha detto che preferisce partecipare più che vincere o fare ben altro nella vita. Beh,le parole non hanno aggiunto niente di così rilevante rispetto a ciò che già le immagini avevano mostrato dai loro occhi e sguardi nei servizi già realizzati molto tempo prima. Per sapere che questi concorsi non sono altro che la superfetazione pornografica della società dello spettacolo non è indispensabile (ma non farebbe affatto male,anzi),rileggersi Guy Debord. E' sufficiente qualche sequenza di 'Bellissima' di Luchino Visconti: 1951 l'anno di realizzazione. Il grande regista aveva già capito tutto.
Ecco, fra le pochissime cose che mi sento di salvare di 'Nemo' menzionerei l'intervento di Domenico Quirico: si parla di un reporter,anche di guerra,con i controcàzzi (scusate l'eufemismo,eh,ma quando ci vuole,ci vuole)