Dopo Gangs of New York, con The Aviator Scorsese conferma purtroppo di aver perso dall'oggi al domani ogni capacità di osare, invischiato in grandi produzioni, curatissime e dispendiosissime passerelle per star e starlet che mancano però di qualsiasi anima. Triste per noi doverci ritrovare a gioire, agli Oscar 2005, per la sua faccia sconsolata mentre il grande Clint Eastwood sale sul palco ad agguantare le statuette di miglior film e regia per il suo capolavoro Million Dollar Baby: le undici nomination andate in porto solo per il reparto tecnico, oltre all'Oscar per Cate Blanchett col suo perfetto accento del New England, rappresentano il treno che è ormai partito per quello che una volta era un mito. Allo stesso modo per l'acclamato, lodevole ma ancora troppo immaturo DiCaprio, che quanto ad aerei avrebbe dovuto fermarsi al Prova a prendermi dell'altro svuotato di guizzo che è Spielberg. Il parallelo fra quest'ultimo e Scorsese è disarmante: due maghi con la macchina da presa, ormai abili (abilissimi, per carità...) ad usarla solo in superficie.
Voto: **
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