Qual’è stato il vostro primo computer? Il mi fu, verso la metà degli anni ’90, un terminale assemblato (all’epoca erano ancora pochi i rivenditori di PC) con processore 386 e Windows 3.11. All’epoca Windows non si avviava automaticamente accendendo il PC, ma occorreva lanciarlo digitando (mi pare) Win dal pannello di comandi DOS. Il mio pc, non se fossero tutti così, aveva la Dos-shell una sorta di menù del quale era possibile lanciare i programmi senza ricordarsi il comando da digitare.
Il mio PC era un desktop (il modello che andava posizionato in orizzontale sotto il monitor) col lettore per i floppy da 3½ pollici e da 5¼ (quelli neri un po’ flessibili) ovviamente di porte usb manco a parlarne e nemmeno di masterizzatore per CD o DVD. Aveva anche una sorta di serratura meccanica per disattivare il PC, i tasti reset e quello “Turbo” del quale non ho mai compreso l’utilità.
Il monitor era un crt da 14 pollici senza casse audio..anzi il pc non aveva nemmeno ancora la scheda audio (che acquistai successivamente) e l’audio (se possiamo definirlo così) era emesso dall’altoparlante integrato.
Il pc venne acquistato dai miei da un conoscente di mia mamma. Questo tizio era docente di informatica presso una scuola di Torino e nel tempo libero assemblava e vendeva computer (o forse viceversa). Il PC ci venne consegnato unitamente ad una stampante ad aghi Commodore, nel periodo di Natale, iniziai ad imparare ad usare il PC (non erano intuitivi come quelli di oggi) quando un mattino il computer non partì più. Chiamato il venditore inizia a fissare appuntamenti ai quali non si presentava mai, talvolta senza manco avviare fino a che sentendoci presi in giro gli inviamo una raccomandata intimandogli di procedere alla riparazione della macchina o alla risoluzione del contratto. Parole al vento, quindi portiano il computer presso un altro tecnico che rileva che si era guastato il disco fisso (muovendolo si sentiva un rumore tipo sorpresa nell’uovo di Pasqua) nonché usato in quanto privo dell’etichetta con modello-produttore e rigato.
Visto che il venditore non si faceva sentire, tramite un avvocato di una associazione di consumatori, mandiamo a questo individuo una raccomandata invitandolo a procedere al rimborso di quanto speso per la riparazione. Il soggetto non risponde, quindi intentiamo una causa dal giudice di pace al quale la controparte non si presenta, ottenendo dal giudice una sentenza in cui intimava il rimborso delle spese. Silenzio ancora, al punto che a scuola arrivano gli ufficiali giudiziari per pignorare dallo stipendio la somma da rimborsare. Ovviamente la persona viene convocata e davanti ai fatti consegna all’ufficiale giudiziario un assegno dell’importo del risarcimento. Inutile dire che il dirigente scolastico non gradì affatto l’episodio per sui il fenomeno rimediò anche un richiamo disciplinare.
Il mio PC era un desktop (il modello che andava posizionato in orizzontale sotto il monitor) col lettore per i floppy da 3½ pollici e da 5¼ (quelli neri un po’ flessibili) ovviamente di porte usb manco a parlarne e nemmeno di masterizzatore per CD o DVD. Aveva anche una sorta di serratura meccanica per disattivare il PC, i tasti reset e quello “Turbo” del quale non ho mai compreso l’utilità.
Il monitor era un crt da 14 pollici senza casse audio..anzi il pc non aveva nemmeno ancora la scheda audio (che acquistai successivamente) e l’audio (se possiamo definirlo così) era emesso dall’altoparlante integrato.
Il pc venne acquistato dai miei da un conoscente di mia mamma. Questo tizio era docente di informatica presso una scuola di Torino e nel tempo libero assemblava e vendeva computer (o forse viceversa). Il PC ci venne consegnato unitamente ad una stampante ad aghi Commodore, nel periodo di Natale, iniziai ad imparare ad usare il PC (non erano intuitivi come quelli di oggi) quando un mattino il computer non partì più. Chiamato il venditore inizia a fissare appuntamenti ai quali non si presentava mai, talvolta senza manco avviare fino a che sentendoci presi in giro gli inviamo una raccomandata intimandogli di procedere alla riparazione della macchina o alla risoluzione del contratto. Parole al vento, quindi portiano il computer presso un altro tecnico che rileva che si era guastato il disco fisso (muovendolo si sentiva un rumore tipo sorpresa nell’uovo di Pasqua) nonché usato in quanto privo dell’etichetta con modello-produttore e rigato.
Visto che il venditore non si faceva sentire, tramite un avvocato di una associazione di consumatori, mandiamo a questo individuo una raccomandata invitandolo a procedere al rimborso di quanto speso per la riparazione. Il soggetto non risponde, quindi intentiamo una causa dal giudice di pace al quale la controparte non si presenta, ottenendo dal giudice una sentenza in cui intimava il rimborso delle spese. Silenzio ancora, al punto che a scuola arrivano gli ufficiali giudiziari per pignorare dallo stipendio la somma da rimborsare. Ovviamente la persona viene convocata e davanti ai fatti consegna all’ufficiale giudiziario un assegno dell’importo del risarcimento. Inutile dire che il dirigente scolastico non gradì affatto l’episodio per sui il fenomeno rimediò anche un richiamo disciplinare.
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