Roma - Lo ha per prima annunciato Telecom Italia nei giorni scorsi ma accade anche con gli altri operatori: quando l'utente di una flat ADSL intende avvalersi delle nuove norme introdotte col decreto Bersani per cambiare provider senza badare alla scadenza del contratto, deve comunque pagare la disattivazione, un quantum che varia da operatore ad operatore. Una tariffa che ora scatena la presa di posizione dei consumatori.
Altroconsumo ha immediatamente fatto ricorso alle autorità del mercato e delle TLC sostenendo che i "balzelli di uscita" dai contratti ADSL sono "penali inaccettabili". Il ragionamento è semplice: da un lato la legge Bersani impone ai provider di consentire ai propri clienti di cambiare fornitore in qualsiasi momento, dall'altro gli ISP hanno fin qui richiesto ai propri abbonati che cambiavano operatore di pagare comunque l'intero anno di abbonamento. Questa richiesta, cancellata dalla nuova normativa che di fatto introduce contratti senza scadenza temporale predefinita, si è trasformata nella richiesta di un altro balzello, quello della buonuscita.
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Altroconsumo ha immediatamente fatto ricorso alle autorità del mercato e delle TLC sostenendo che i "balzelli di uscita" dai contratti ADSL sono "penali inaccettabili". Il ragionamento è semplice: da un lato la legge Bersani impone ai provider di consentire ai propri clienti di cambiare fornitore in qualsiasi momento, dall'altro gli ISP hanno fin qui richiesto ai propri abbonati che cambiavano operatore di pagare comunque l'intero anno di abbonamento. Questa richiesta, cancellata dalla nuova normativa che di fatto introduce contratti senza scadenza temporale predefinita, si è trasformata nella richiesta di un altro balzello, quello della buonuscita.
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