maryj, le frequenze sono di proprietà dello Stato che le da in concessione alle emittenti. il beauty contest comporta solo l'assegnazione di ulteriori frequenze attualmente libere, frequenze che erano già state rese disponibili ad essere concesse a titolo provvisorio nell'estate del 2010, a chi ne avesse fatto precedente richiesta, e che questi operatori ne soddisfassero i requisiti necessari per ottenerle. le frequenze assegnate a titolo provvisorio per sperimentazione dell'alta definizione, del 3d e di altre tecnologie innovative come il dvb-t2, sono state la Uhf 54 a Telecom Italia Media Broadcasting con il mux TIMB4, la Uhf 58 a Mediaset con il mux Mediaset 6, in cui inizialmente era stato attivato su di esso un canale pay, Premium Calcio HD2, spostato in breve sul mux Mediaset 5, perchè ovviamente su una frequenza assegnata per uso sperimentale non potevano essere attivati canali a scopo lucrativo. la Rai ha richiesto e ottenenuto in concessione la frequenza VHF 11 (H1 per il sistema adottato di canalizzazione europea), frequenza utilizzata per la sperimentazione del sistema dvb-t2, e attivata solo in Valle d'Aosta. le frequenze del beauty contest assegnate per uso sperimentale sono tornate in mano al legittimo proprietario, lo Stato, alla data della pubblicazione del Disciplinare di gara del beauty contest, come era previsto avvenisse, tranne per la Sardegna che come regione a statuto speciale e precursore del sistema digitale, è sottoposto ad un trattamento diversificato. ora ovviamente verranno assegnate in via definitiva attraverso il beauty contest, che ha visto il Disciplinare di gara passare per due volte al vaglio del giudizio dell'UE attraverso Bruxelles, che ha bocciato la prima bozza proposta dal ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, per poi invece trovarne l'approvazione della seconda a fine giugno, che ha dato il via alla pubblicazione in via ufficiale del Bando di gara.
come ti dicevo all'inizio, le frequenze del beauty contest però sono solo un plus di frequenze messe a disposizione degli operatori nazionali, essendo attualmente vacanti. la vera ridefinizione dello spettro radio-televisivo italiano è avvenuta e sta tutt'ora avvenendo attraverso i masterplan suddivisi per aree tecniche di competenza, con tale sistema vengono stabilite le assegnazioni delle frequenze delle emittenti locali, regionali e interregionali, ovviamente diversificate da un area tecnica all'altra, quindi sottoposte a ridefinizioni di carattere territoriale. ovviamente per gli operatori nazionali il quadro viene definito a livello nazionale, con le eccezzioni delle regioni a statuto speciale che ovviamente sono sottoposte a gestione diversificata ed autonoma, dovuta al rispetto anche di accordi con emittenti adiacenti confinanti ovviamente non inseribili nel quadro dello spettro televisivo italiano nazionale.
per le locali il discorso è particolarmente complicato, visto che la perdita delle frequenze LTE (uhf 61-69) comportano una perdita ingente di frequenze attualmente a disposizione per gli operatori locali, che quindi saranno costrette o ad accettare l'incentivo della sovvenzione statale prevista per un importo massimo di 240 milioni di Euro complessivi per gli operatori che libereranno tali frequenze, oppure anche per coloro che comunque decidessero di cessare l'attività di operatori locali anche su frequenze non LTE, quindi rendendo fin da subito disponibili nuove frequenze a nuove concessioni. sorprendente la decisione del MSE-COM, con metodi poco confacenti alla democrazia di uno Stato dell'Unione Europea, di prevedere e minacciare la liberazione coatta delle frequenze LTE che alla data del 31 dicembre 2012, termine ultimo a disposizione, non fossero state ancora liberate. in questo caso oltre alla rimozione forzata degli operatori locali insiti su tali frequenze, decadrebbe il diritto di ottenere la sovvenzione statale. una volta rese a disposizione le frequenze LTE, a quel punto c'è il problema di ridefinire il quadro dell'emittenza locale in modo permettere a questi operatori delle frequenze LTE di poter continuare a trasmettere. e qui interviene la graduatoria che attraverso assegnazioni di punteggi su vari criteri di valutazione, stilerà una graduatoria in cui le migliori posizionate potranno usufruire di eventuali ulteriori frequenze liberate da operatori locali che accetteranno la sovvenzione statale. per tutto il resto la ridefinizione avverrà attraverso le imposizioni di must carry, in cui gli operatori locali con mux a loro disposizione, i peggio classificati nelle graduatorie saranno costretti a cedere capacità trasmissiva per un totale di 6mbps suddivisibile in 3 canali da 2 mbps o da 2 da 3mbps. compatibilmente con gli obblighi di must carry, da luglio l'agcom con un clamoroso ha rimesso a disposizione la possibilità per le emittenti nazionali di essere trasmesse su mux locali, quindi compatibilmente con gli obblighi di must carry, c'è anche questa possibilità di utilizzo di capacità trasmissiva da parte degli operatori locali di affitto a emittenti nazionali con la stessa formula degli obblighi di must carry. comunque il discorso resta molto complicato come puoi ben capire, e non è detto che siano al vaglio ulteriori possibili sistemi da attuare per ridefinire lo spettro dell'emittenza locale.