Amplificatori da palo e centralini da palo qual'è la differenza?

ghezz

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Ciao ragazzi girando x negozi di elettronica ho visto ke ci sn i centralini da palo e gli amplificatori da palo ad occhio sembrano uguali lo sono o sn due cose diverse?
 
ragazzi c'è qualcuno ke mi spiega la differenza?
 
ci sono amplificatori che possono essere a un solo ingresso vhf+uhf oppure amplificatori con ingressi a bande separate p.esempio banda 3, banda 4, banda 5, in quest'ultimo caso vengono chiamati anche "centralini" .
 
Esistono in commercio dei centralini III-IV-V-UHF con l'alimentatore gia' compreso , quindi basta fissarlo al muro o al legno e collegare le varie antenne alle bande,
poi ci sono i amplificatori da palo, cioe' una scatola grande con dentro un amplificatore (da ataccare al palo appena sopra le tegole) con le stesse bande III-IV-V-UHF ma senza alimentatore, l'alimentatore puoi inserirlo sotto le tegole attaccato a un trave di legno subito dopo l'uscita (OUT)dell'amplificatore da palo , oppure puoi inserirlo i casa dopo o prima di una presa TV.
 
parole parole parole...
non c'è nessuna differenza reale, se non che "centralino/a" di solito è una roba più grossa :D
A mio parere è una definizione imprecisa, derivata da altre applicazioni tecniche, termine che un tempo non si usava neppure e che si potrebbe penso usare per indicare per esempio una batteria di filtri attivi+alimentatore+eventuale amplificatore di potenza...ma quando la vedo usare per un giochino a larga banda, per quanto autoalimentato... :icon_rolleyes:
Se poi, come nel caso in oggetto, è "da palo", per me è un amplificatore da palo, punto...
 
areggio ha scritto:
parole parole parole...
non c'è nessuna differenza reale, se non che "centralino/a" di solito è una roba più grossa :D
Parole parole parole... sante!
 
Appunto. ;)
Se poi vogliamo dare una definizione molto semplificata, come tentai di fare nel "famoso" thread "Tutto su impianti d'antenna..." che continua a passare inosservato, malgrado sia posto in rilievo (sempre della serie "parole, parole, parole"... Ma che parlo a fa'? :doubt: ), la differenza si può riassumere nel livello massimo d'uscita, che di solito per gli amplificatori da palo più comuni o "basici" si attesta entro 108dBµV, mentre per i centralini da palo è di solito di 113-114dBµV (per i segnali DTT si possono considerare aumentati di 7dBµV, quindi ad es. 120 aziché 113).
Diciamo che con una disponibilità di livello massimo più elevata è possibile "pompare" di più il segnale "allontanando" il rischio di saturazione, ad es. quando si deve inviare segnale quanto basta per servire un numero di prese un po' più elevato, su una distribuzione con derivatori a cascata. :icon_cool:
 
AG-BRASC ha scritto:
Appunto. ;)
...per i segnali DTT si possono considerare aumentati di 7dBµV, quindi ad es. 120 aziché 113..

Potresti esplicitare meglio questo concetto?
 
Oltre ad essere esplicitamente indicato sui cataloghi dei vari materiali (ad es. Fracarro), io lo ho sempre interpretato secondo il concetto che nel passaggio da analogico a digitale, per mantenere - a parità di sistema radiante - lo stesso identico servizio di copertura dell'analogico, i nuovi segnali digitali sono più bassi di circa 6-7dB (da 1/4 a 1/5 della potenza impiegata in analogico).
 
AG-BRASC ha scritto:
Oltre ad essere esplicitamente indicato sui cataloghi dei vari materiali
Detto fuori dai denti, per me è una pubblicità ingannevole (ma è chiaro che se il mio concorrente spaccia per "120 dB(µV)" un amplificatore che fino a ieri veniva venduto per "113 dB(µV)", lo devo fare anch'io, se no il mio prodotto non lo vendo più...)
 
Fino a un certo punto... Se i segnali "in aria" sono più contenuti di 6-7dB il livello massimo applicabile negli amplificatori sale automaticamente dello stesso valore. O no? ;)
 
AG-BRASC ha scritto:
Oltre ad essere esplicitamente indicato sui cataloghi dei vari materiali (ad es. Fracarro), io lo ho sempre interpretato secondo il concetto che nel passaggio da analogico a digitale, per mantenere - a parità di sistema radiante - lo stesso identico servizio di copertura dell'analogico, i nuovi segnali digitali sono più bassi di circa 6-7dB (da 1/4 a 1/5 della potenza impiegata in analogico).

Ah ok, intendevi questo.
Ma secondo me ha ragione agosto1968, nel senso che e' abbastanza fuorviante "attribuire" questi 7 dB al livello massimo di uscita, quando in realta' la verita' e' che sono i segnali in ingresso ad essere mediamente 7dB piu' bassi.
Se l'amplificatore ha un livello massimo di uscita di 113 dB(µV) non puoi dire che il suo livello massimo di uscita per un segnale DTT e' di 120 dB(µV) altrimenti uno che si dovesse trovare ad impostare l'amplificatore in base al livello di segnale DTT effettivamente misurato finirebbe per commettere un errore utilizzando 120 dB(µV) come max output...
O no?
 
AG-BRASC ha scritto:
Temo che nascano sempre confusioni, direi legittime, tra massimo livello applicabile ed effettivo livello di uscita... :eusa_think:

Ad ogni modo...: http://www.fracarro.it/download/prodotti/tvsat/PDFcatalogo/58.pdf (vedere a fondo pagina, a titolo d'esempio).

Visto...
Andando a consultare la scheda tecnica del 501 pero' specificano un po' meglio..
Massimo livello di uscita (IM3 -60dBc 3 toni) dBμV 108
Massimo livello di uscita (IM3 -35dBc 2 toni) dBuV 115 (Solo segnali digitali DDT

Cambia il metodo di misurazione dei prodotti di intermodulazione del terzo ordine...per cui 108 dBμV si riferisce al punto in cui gli IM3 sono 60 dB sotto il segnale utile nel caso di misurazione con 3 toni, mentre i 115 si riferiscono alla misura con due toni e prodotti IM3 piu' bassi di 35 dB. Non e' esattamente la stessa cosa ma penso che sia dovuto al minor requisito di C/N richiesto dai segnali digitali..ci sono un po' troppo metodi di misura per questi IMD3...perche' non il CENELEC-42?
 
E' molto semplice...

Il segnale TV analogico era modulato AM e la potenza istantanea di picco di un segnale AM (modulato al 100%) è 6dB più alta del livello dell'onda portante.
Pertanto, dato un livello max di 120dBuV (carrier), l'amplificatore per segnali analogici doveva poter fornire in uscita un segnale di 126dBuV come potenza istantanea (PeP).

Siccome il segnale DTT non ha una potenza istantanea 6dB più alta della portante, ora che i segnali non sono più AM, l'amplificatore può gestire segnali con un livello superiore di 6dB a quello consentito per la TV analogica.
 
Tuner ha scritto:
E' molto semplice...

Il segnale TV analogico era modulato AM e la potenza istantanea di picco di un segnale AM (modulato al 100%) è 6dB più alta del livello dell'onda portante.
Pertanto, dato un livello max di 120dBuV (carrier), l'amplificatore per segnali analogici doveva poter fornire in uscita un segnale di 126dBuV come potenza istantanea (PeP).

Siccome il segnale DTT non ha una potenza istantanea 6dB più alta della portante, ora che i segnali non sono più AM, l'amplificatore può gestire segnali con un livello superiore di 6dB a quello consentito per la TV analogica.

Mhhhh...questo va bene, ma non sono molto convinto che sia questo il motivo. Mi spiego meglio.
Il datasheet riporta due valori di livello massimo di uscita che differiscono di 8 dB e specifica che il primo valore (3 toni a parte) si riferisce ad un livello di IMD3 di -60 dBc mentre il secondo valore, valido per soli segnali DTT, si riferisce ad un livello IMD3 di -35 dBc rispetto al segnale utile. Ora, la differenza di 25 dB in effetti e' abbastanza compatibile con gli 8 dB in piu'...3x8=24 per la solita regola della crescita di 3dB/dB dei prodotti del terzo ordine. I due valori di -60 dBc e -35 dBc tra l'altro sono allineati con quelli consigliati dalla normativa rispettivamente per la TV AM e quella digitale ma questo ovviamente non e' un caso. La stessa norma suggeriscei inoltre un rapporto portante/rumore minimo alla prese d'utente per l'analogico di 43 (44) dB e per il digitale di 20 (27) dB...
Per cui mi sembrerebbe piu' plausibile che questi 8 dB di differenza, derivanti dal considerare per il digitale un requisito del livello IMD3 di -35 dBc anziche' -60dBc siano piu' imputabili ai diversi requisiti di C/N e IMD3 della tv digitale rispetto a quella analogica piu che a quesioni legate alla potenza istantanea...Ovviamente potrei sbagliarmi, ma ho questa perplessita'.
 
Attenzione: i segnali DTT, così come irradiati dai trasmettitori e distribuiti negli impianti di ricezione, cioè in RF (banda VHF/UHF) e non in banda base, sono segnali ANALOGICI.
Se dovessi usare un amplificatore lineare per trasmettere un segnale AM modulato al 100%, dovrei essere sicuro che quel dispositivo resti lineare anche rispetto alla potenza di picco, che sarebbe 4 volte il livello della portante (6dB).
Per non introdurre distorsione, un amplificatore per un TX AM da 200W carrier, deve essere in grado di erogare 1000W PeP.
Se utilizzo quell'amplificatore per un segnale modulato in fase anzichè in ampiezza, posso tranquillamente aumentare il livello di uscita fino a 1000W, a patto che l'amplificatore possa erogare anche 1000W RMS, oltre che PeP.
A questo punto, se posso degradare i valori di IMD (ma sempre a patto che l'amplificatore possa erogare la potenza RMS conseguente) allora mi posso permettere di andare anche oltre i 1000W di uscita.
 
Tuner ha scritto:
Attenzione: i segnali DTT, così come irradiati dai trasmettitori e distribuiti negli impianti di ricezione, cioè in RF (banda VHF/UHF) e non in banda base, sono segnali ANALOGICI.
Se dovessi usare un amplificatore lineare per trasmettere un segnale AM modulato al 100%, dovrei essere sicuro che quel dispositivo resti lineare anche rispetto alla potenza di picco, che sarebbe 4 volte il livello della portante (6dB).
Per non introdurre distorsione, un amplificatore per un TX AM da 200W carrier, deve essere in grado di erogare 1000W PeP.
Se utilizzo quell'amplificatore per un segnale modulato in fase anzichè in ampiezza, posso tranquillamente aumentare il livello di uscita fino a 1000W, a patto che l'amplificatore possa erogare anche 1000W RMS, oltre che PeP.
A questo punto, se posso degradare i valori di IMD (ma sempre a patto che l'amplificatore possa erogare la potenza RMS conseguente) allora mi posso permettere di andare anche oltre i 1000W di uscita.

Discussione interessante.
E' chiaro che i segnali trasmessi in aria sono analogici...;)

Tuttavia, visto che poni il tema della linearità dell'amplificatore va ricordato che un segnale OFDM nel dominio del tempo, in quanto segnale multicarrier, ha delle caratteristiche pessime sotto questo punto di vista, ovvero presenta un PAPR molto elevato (soprattutto per gli ordini di modulazioni elevati) tali da richiedere dei backoff notevoli degli amplificatori per evitare di distorcere (ragione per cui nell'LTE, ad esempio, al fine di semplificare la realizzazione dei terminali si è optato per lo schema di modulazione SC-FDM). Il PAPR di un segnale OFDM eccede i 10 dB che sono quindi ben più alti dei 6 dB del segnale AM.
 
A questo punto, credo sia opportuno definire la misura delle potenze RF analogico e digitale.
In analogico, posso misurare (ovvero dedurre) la potenza RMS (e di picco) di un segnale indistorto (sinusoidale), anche andando a misurare solo il livello del carrier (singolo), ovverosia (ipoteticamente) anche con una larghezza di banda pari a zero. In particolare, per misurare l'RMS mi basta un far seguire ad un rettificatore un circuito integratore.
Se misuriamo il livello di un segnale DTT (RMS molto più elevato) con uno strumento analogico, ad es un analizzatore con 100Khz di banda passante su un canale DTT da 8 Mhz, per ottenere il livello reale, alla misura rilevata dovremmo aggiungere ben 19,02 dB.
Se ne deduce che l'RMS di un segnale RF DVB-T sia enormemente più elevato rispetto a quello di un segnale TV analogico.
Ora, se l'RMS di un segnale DVB-T di 7-8 Mhz di banda, è molto più elevato di un segnale analogico, allora significa che è più vicino all'unità, ma se per assurdo fosse uguale a 1, allora il Vp coinciderebbe col Veff, quindi, il picco non ci sarebbe proprio...
 
Tuner ha scritto:
A questo punto, credo sia opportuno definire la misura delle potenze RF analogico e digitale.
In analogico, posso misurare (ovvero dedurre) la potenza RMS (e di picco) di un segnale indistorto (sinusoidale), anche andando a misurare solo il livello del carrier (singolo), ovverosia (ipoteticamente) anche con una larghezza di banda pari a zero. In particolare, per misurare l'RMS mi basta un far seguire ad un rettificatore un circuito integratore.
Se misuriamo il livello di un segnale DTT (RMS molto più elevato) con uno strumento analogico, ad es un analizzatore con 100Khz di banda passante su un canale DTT da 8 Mhz, per ottenere il livello reale, alla misura rilevata dovremmo aggiungere ben 19,02 dB.
Se ne deduce che l'RMS di un segnale RF DVB-T sia enormemente più elevato rispetto a quello di un segnale TV analogico.
Ora, se l'RMS di un segnale DVB-T di 7-8 Mhz di banda, è molto più elevato di un segnale analogico, allora significa che è più vicino all'unità, ma se per assurdo fosse uguale a 1, allora il Vp coinciderebbe col Veff, quindi, il picco non ci sarebbe proprio...

Bah, sinceramente non ho mica capito dove tu voglia andare a parare...

..the COFDM signal in the time domain exhibits a high peak to average power ratio (up to 12 dB) which makes it susceptible to non-linear distortion in transmission, as the signal peaks occasionally thrust the power amplifiers into saturation.
When this happens the transmitter will generate harmonics that will cause out of channel unwanted emissions, or interference. A practical consequence of this is that transmitter amplifiers must be operated in such a manner as to allow for these signal peaks and prevent amplifier saturation. This means that the transmitter output power back-off (OBO) must be adjusted to obtain the minimum required bit error rate (BER) performance and also minimize adjacent channel interference. However, backing-off the power of a transmitter reduces it's efficiency and results in larger transmitter footprints for the rated output power of the device........As mentioned above, highly linear amplifiers are needed for digital transmitters and class AB operation is typical for solid state transmitters. While a 10 dB OBO is quoted for COFDM transmissions relative to analog transmissions to achieve similar coverage, most transmitter manufacturers recommend only a 6-7 dB reduction in transmitter output power when replacing an analog transmitter with a digital transmitter. In practical terms and as a general comparison, a 2 kW (rms) COFDM digital transmitter is presently comparable in the number of amplifiers used with a 10 kW (peak sync) analog transmitter. This is in order to achieve the required linearity.

Questo ovviamente descrive i requisiti lato trasmettitore ma quello che trasmetti poi te lo ritrovi in ingresso...
 
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